Covid: tassato il bonus Enpam per i medici in difficoltà, Oliveti sollecita un fisco più equo

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“Dopo che l’Enpam – Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri – aveva deciso, con proprie risorse, di erogare un bonus di 1.000 euro al mese per tre mesi a favore dei propri iscritti in difficoltà economiche, il Governo ha ritenuto opportuno tassare il sussidio, a differenza di quanto è avvenuto con i 600 euro statali che, invece, sono stati concessi esentasse” inizia così l’articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore Sanità a firma Claudio Testuzza che riportiamo di seguito

Si è trattato di ” una discriminazione intollerabile “, aveva affermato Alberto Oliveti, presidente dell’Enpam , ente che aveva, fra i primi, concesso sussidi di solidarietà proprio ai medici e dentisti in difficoltà, così mortificando lo stesso ente nell’esercizio della sua funzione morale di sostegno.
Una differenza di trattamento che, tra l’altro, era apparsa ancora più inammissibile in considerazione di una lista sterminata di emendamenti al Decreto Rilancio che la stessa Commissione Bilancio aveva , allora, approvato, concedendo aiuti e sostegni economici alle più disparate categorie lavorative.
La questione rimasta insoluta è stata riproposta in questi giorni dallo stesso Oliveti, presidente dell’Adepp , l’Associazione che rappresenta tutte le Casse previdenziali privatizzate, prevedendo di poter utilizzare la legge di bilancio per il 2021.
Già il sottosegretario all’Economia, Baretta, si era pronunciato sottolineando l’importanza di una soluzione al problema della tassazione che grava sugli Enti pensionistici privati. Anche un tavolo tecnico, appena riunito, comprendente i Ministeri del Lavoro e dell’Economia e la stessa Adepp, ha, poi, cercato di prospettare un intervento legislativo favorevole. E’ stata stabilita l’esigenza di preparare alcune proposte che possano puntare verso l’eliminazione dell’imposizione fiscale sulle misure di welfare indirizzate agli iscritti degli Enti.
Ma l’argomento di possibili interventi a favore delle Casse privatizzate non si è limitato solamente a questo unico aspetto. E’ stato previsto, anche, di fissare un credito d’imposta per le operazione d’ investimento da parte degli Enti in settori strategici per lo sviluppo del paese, così come auspicato dalla stessa sottosegretaria al Lavoro, Francesca Puglisi.
Ma è, anche, stato ribadito, dalla rappresentanza Adepp, di voler trovare, finalmente, una soluzione all’annosa auspicata riduzione dall’attuale 26 % al 20 % della tassazione su i rendimenti finanziari. La tassazione esistente, così elevata, nasce dal dover subire il medesimo trattamento, previsto per le attività condotte dagli speculatori privati per le operazioni finanziarie
Di fatto non è mai stata presa in considerazione la particolare realtà previdenziale di questi proventi che servono solamente a pagare sia le pensioni e che gli interventi assistenziali degli iscritti alle Casse. La stessa alta tassazione appare, poi, in evidente contrasto con quanto, invece, è previsto per la quota di tributi a carico della previdenza complementare, giacché ai Fondi pensione viene applicata un’aliquota fiscale pari, appunto, al 20 per cento degli utili maturati nel periodo d’imposta.
L’auspicio delle rappresentanze governative, fortemente sollecitato dalla Presidenza dell’Adepp è che si possa, a breve, intervenire ad annullare la disparità di trattamento fra gli Enti professionali, che gestiscono forme previdenziali obbligatorie senza alcun intervento economico dello Stato, e l’area delle prestazioni integrative, assieme alla volontà di cancellazione delle tasse sulle iniziative di welfare.