UE. Via libera al dispositivo del Recovery and Resilience Facility

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Dopo il via libera, martedì 9 febbraio, del Parlamento europeo e l’appprovazione, l’11 febbraio, formale da parte del Consiglio europeo, il regolamento sugli obiettivi, il finanziamento e le regole di accesso al dispositivo europeo per la ripresa e la resilienza (RRF, Recovery and Resilience Facility).

“E’ tempo di concentrare tutti gli sforzi sulla preparazione e la presentazione di ambiziosi piani nazionali di ripresa e resilienza – ha commentato il Ministro delle finanze portoghese, Joao Leao –  Il nuovo strumento offre agli Stati membri dell’UE la possibilità senza precedenti di sostenere la ripresa dalla crisi del COVID-19 e di intraprendere transizioni verdi e digitali in modo inclusivo. Dobbiamo sfruttare al meglio questa opportunità”.

Il dispositivo per la ripresa e la resilienza è il fulcro di Next Generation EU, lo strumento di ripresa temporaneo da 750 miliardi di euro che contribuirà a risanare le perdite economiche e sociali causate dalla pandemia da Covid-19 per dare vita nel post-coronavirus a un’Europa più verde, digitale, resiliente e pronta per le sfide presenti e future.

L’RRF metterà a disposizione 672,5 miliardi di euro in prestiti e sovvenzioni destinati a sostenere le riforme e gli investimenti degli Stati membri che desiderano avvalersene per attenuare l’impatto economico e sociale della pandemia e rendere le rispettive economie e società più sostenibili, resilienti e pronte alle sfide e opportunità poste dalla transizione ecologica nonché da quella digitale. Questi paesi stanno lavorando alacremente alla predisposizione dei propri Piani nazionali per la ripresa e la resilienza da sottoporre all’esame della Commissione sulla rispondenza agli obiettivi fissati in Next Generation EU. I piani sono strumenti obbligatori e una volta approvati consentiranno ai paesi interessati di ricevere le risorse messe a disposizione dallo strumento per la ripresa e la resilienza.

“L’Unione europea non si ferma – aveva commentato, martedì sera dopo l’approvazione del Parlamento Europeo, il Presidente Davide Sassoli  – e il via libera del Parlamento europeo al Recovery Resilience Facility (RRF) è un’altra decisione storica per guidare la ripresa. Questa è l’Europa che corre nella direzione giusta, con soluzioni in forte discontinuità col passato e capace di sostenere i cittadini e la loro vita consentendo agli Stati di avere risorse per programmare il loro futuro”.

“Ora la parola passa agli Stati membri per far partire il Next Generation UE. Ci attendiamo che i parlamenti nazionali accelerino la ratifica dell’aumento delle risorse proprie dell’Unione, essenziale per emettere bond e finanziare la ripresa. Non c’è tempo da perdere e ogni ritardo sarebbe un danno enorme a cittadini e imprese”.

Arginare gli effetti della pandemia

672,5 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti saranno messi a disposizione per finanziare misure nazionali intese ad alleviare le conseguenze economiche e sociali della pandemia. Il dispositivo potrà finanziare anche progetti connessi agli obiettivi dello strumento per la ripresa e la resilienza avviati dal 1° febbraio 2020. I finanziamenti del RFF saranno disponibili per tre anni e i governi degli Stati membri interessati possono richiedere fino al 13% di prefinanziamento per i loro PNRR.


Ammissibilità ai finanziamenti

Tra i requisiti per l’ammissibilità delle riforme e degli investimenti che saranno proposti dai governi degli Stati membri nei loro Piani nazionali per la ripresa e la resilienza, l’essere incentrati sulle politiche chiave dell’UE quali la transizione verde, compresa la biodiversità, la trasformazione digitale, la coesione economica e la competitività, nonché la coesione sociale e territoriale. Fondamentale sarà la capacità di disegnare Piani che rispondano all’esigenza di riforme dei singoli paesi nel quadro più ampio degli obiettivi dell’Unione. A tal fine, potranno essere finanziate anche azioni che si concentrano sulla reazione delle istituzioni alle crisi e sulle modalità per aiutarle a prepararvisi, come anche le politiche a favore di minori e giovani, compresa l’istruzione e lo sviluppo di competenze.

Ciascun piano deve destinare almeno il 37% del proprio bilancio al clima e almeno il 20% alle azioni digitali. I piani dovranno avere un impatto duraturo sia in termini sociali che economici, includere riforme globali e un robusto pacchetto di investimenti e non danneggiare significativamente gli obiettivi ambientali.

Il regolamento stabilisce, inoltre, che potranno ricevere fondi a titolo del dispositivo soltanto i paesi membri impegnati nel rispetto dello Stato di diritto e dei valori fondamentali dell’Unione europea.


Dialogo e trasparenza

Per discutere dello stato della ripresa nell’UE e delle modalità di realizzazione di obiettivi e target da parte dei Paesi UE, la Commissione europea, responsabile del monitoraggio dell’attuazione del dispositivo e dei PNRR, potrà essere invitata a comparire ogni due mesi dinanzi alle commissioni competenti del Parlamento europeo. La Commissione metterà anche a disposizione degli Stati membri un sistema integrato di informazione e monitoraggio (basat su indicatori comparabili) sull’utilizzo dei fondi nei diversi paesi.

Dopo l’approvazione formale da parte del Consiglio,   il Recovery and resilience facility dovrebbe essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale europea il 18 febbraio ed entrare in vigore il giorno successivo.

Per scaricare  l’infografica cliccare su
https://www.consilium.europa.eu/en/infographics/20201006-recovery-resilience-rrf/