Previsti tassi di crescita variabili in tutta l’UE, ma tutti gli Stati membri dovrebbero vedere le proprie economie tornare ai livelli pre-crisi entro la fine del 2022.
Gli sviluppi economici nel 2021 e 2022 saranno in gran parte determinati dal successo dei programmi di vaccinazione e dalla rapidità con cui i governi faranno cadere le restrizioni ai movimenti e riaperture delle attività economiche nella seconda metà dell’anno. Nel 2022, l’epidemia da COVID-19 rimarrà una sfida e una preoccupazione per la salute pubblica, nonostante l’alta percentuale di popolazione vaccinata (compreso il rinnovo della protezione quando necessario, per esempio a causa delle nuove varianti), con la possibile adozione di limitate misure di contenimento laddove necessario.
“L’Unione europea dovrebbe tornare ai livelli di Pil pre-pandemia entro la fine del 2022”, è quanto scrive la responsabile della DG Affari economici (DG ECFIN) della Commissione europea, Marteen Verwey, presentando le previsioni economiche di primavera.
Numeri, dati e considerazioni rese pubbliche, in conferenza stampa, dal commissario all’economia Paolo Gentiloni, il 12 maggio “L’economia crescerà in modo robusto quest’anno e il prossimo – ha detto Gentiloni – Le prospettive sono migliori delle attese per due fattori: un rimbalzo più forte del previsto nell’attività globale e nel commercio, e la stima dell’impulso del Recovery incorporata alle previsioni. In generale, ci si attende che nel periodo 2021-2022 lo strumento Recovery spinga la crescita nell’Ue di circa l’1,2 punti percentuali (rispetto al Pil UE del 2019)”
“L’ombra del Covid sull’economia europea inizia a svanire. Rimane essenziale Il sostegno fiscale, senza precedenti nella storia dell’UE, per aiutare lavoratori e aziende europee a superare la tempesta. Il corrispondente aumento dei disavanzi e del debito dovrebbe raggiungere il picco nel 2021 prima di iniziare a diminuire. L’impatto del NextGenerationEU si farà sentire già quest’anno e ancor più il prossimo, ma c’è ancora molto lavoro da fare – a Bruxelles e nelle capitali degli Stati membri – per sfruttare appieno questa storica opportunità. E, naturalmente, sarà fondamentale mantenere il ritmo, ormai sostenuto, delle vaccinazioni nell’Ue, per la salute dei nostri cittadini e per le nostre economie. Quindi rimbocchiamoci le maniche”.
“La politica continuerà a svolgere un ruolo chiave, spostando via via il focus dal controllo dei danni al rafforzamento della ripresa e della resilienza dell’economia dell’Unione. L’attuazione dei Piani nazionali di ripresa e resilienza, nell’ambito del programma NGEU, dovrà essere orientata a questi obiettivi. Per questa ragione, l’impatto economico e di bilancio del Piani è stato incorporato nelle previsioni di primavera. La spesa totale prevista dell’UE, da finanziare con le sovvenzioni dello strumento per la ripresa e resilienza (Recovery and Resilience Facility), ammonta a 140 miliardi di euro, appena al di sotto dell’1% del Pil del 2019, mentre l’impatto economico totale generato dall’RRF secondo le previsioni, dovrebbe essere pari a circa l’1,0%”.
E sul lavoro, “L’utilizzo diffuso di ammortizzatori sociali, che hanno mantenuto i lavoratori dipendenti nell’occupazione, ha contribuito a contenere il deterioramento dei mercati del lavoro nel 2020 che in ogni caso è stato molto significativo. Nel corso del 2021, in alcuni Stati membri sono previste ulteriori perdite di posti di lavoro e l’aumento dei tassi di disoccupazione, ma dal 2022 l’occupazione e il tasso di attività dovrebbe riprendere ad aumentare e i tassi di disoccupazione a diminuire in tutta l’Unione, con un decremento del tasso di disoccupazione nell’UE fino al 7%”.
“La vera sfida per l’Italia, nei prossimi mesi e forse anni, sarà l’attuazione delle riforme e investimenti previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. E’ evidente – ha concluso Gentiloni – che solo con l’attuazione di un Piano tanto ambizioso, il Paese potrà aspirare a una crescita più prolungata e duratura”.
Stime e considerazioni
Sono state riviste in meglio le le previsioni di crescita dell’intera Ue e dell’Italia. Per l’eurozona, la stima della Commissione prevede un aumento di 4,3 punti percentuali di Pil nel 2021 e del 4,4% nel 2022. Per il nostro paese la stima della Commissione per il 2021 si attesta al +4,2% del Pil, mentre per il 2022 è atteso un + 4,4%. Al contrario, è lievemente peggiorata la stima sul crollo del Pil italiano del 2020 che è stato rivisto in calo di quasi nove punti (-8,9%). L’Italia dovrebbe tornare ai livelli pre pandemia verso la fine del 2022. Lo scorso febbraio stimava un meno 8,8% del Pil 2020, più 3,4% sul 2021 e 3,5% sul 2022. Altre cifre, sull’Italia, sono meno entusiasmanti. L’Ue prevede che quest’anno il rapporto tra deficit e Pil risulti perfino peggiore del 9,5% cui era schizzato nel 2020, raggiungendo l’11,7%, per poi quasi dimezzarsi al 5,8% nel 2022. Sul rapporto Debito-Pil è previsto un picco al 159,8% nel 2021, dopo il record del 2020 a 155,8%, cui seguirà una lieve moderazione nel 2022 (156,6%). Sempre sull’Italia, la Commissione europea prevede un aumento della disoccupazione di un punto percentuale, passando dal 9,2% del 2020 al 10,2% del 2021, per poi tornare al di sotto del 10 per cento nel 2022 (lieve limatura al 9,9%).
Per leggere o scaricare l’intervento del Commissario Paolo Gentiloni cliccare su https://ec.europa.eu/info/business-economy-euro/economic-performance-and-forecasts/economic-forecasts/spring-2021-economic-forecast_en
Per il documento sulle Previsioni economiche di primavera (Spring economic forecasts 2021) cliccare su https://ec.europa.eu/info/business-economy-euro/economic-performance-and-forecasts/economic-forecasts/spring-2021-economic-forecast_en
Per la fiche dedicata all’Italia cliccare su https://ec.europa.eu/economy_finance/forecasts/2021/spring/ecfin_forecast_spring_2021_it_en.pdf