di Luigi Baldini *
La crisi pandemica che ha travolto, da oltre un anno, il Paese ha visto la categoria infermieristica in prima linea nell’affrontare l’emergenza, operando con la professionalità che la contraddistingue e mettendo a rischio la propria stessa vita, drammaticamente perduta da non pochi colleghi, contagiati mortalmente dal Covid-19.
In questo particolare frangente storico, all’infermiere viene ulteriormente riconosciuto l’elevato grado di professionalità che è richiesto per l’esercizio della propria funzione che, si ricorda, è quella di responsabile dell’assistenza nei confronti del malato.
Nel settore sanitario, emerge chiaramente la centralità della funzione svolta dagli infermieri, che riescono a gestire anche le situazioni più critiche sfruttando al meglio le risorse disponibili e garantendo risposte coerenti alle necessità della collettività.
È importante, quindi, anche alla luce della grave emergenza sanitaria ancora in corso, riflettere sul ruolo attuale e futuro degli infermieri liberi professionisti all’interno del “sistema salute”.
Dal canto nostro, come Cassa di previdenza, e pertanto in qualità di “osservatori privilegiati” dello sviluppo dell’attività infermieristica in modalità libero professionale, siamo stati sin da subito pronti ad attivare un dialogo serrato con le Istituzioni, affinché venisse riconosciuto il giusto valore ad uno specifico modo di esercitare la professione, consentendo a tutti di apprezzarne la peculiare flessibilità ed efficacia, soprattutto in un momento del tutto eccezionale.
In una primissima fase, infatti, leggendo con attenzione il “Piano strategico” per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 pubblicato dal Ministero della Salute, nell’apprezzarne i contenuti e lo spirito, ho ritenuto opportuno rappresentare al Ministro Speranza l’ottica del libero professionista, con l’espresso obiettivo di ottimizzare la fondamentale strategia vaccinale e con il fine di favorire un sinergico dialogo fra Istituzioni.
In ragione della funzione socio-sanitaria svolta dalla componente infermieristica che opera in regime libero professionale, ho ritenuto fosse di grande utilità arricchire il piano strategico redatto con la sua estensione anche agli infermieri liberi professionisti, in tal modo operando per far coinvolgere al meglio, proteggere e valorizzare quei professionisti che sono assicurati dalla Cassa.
In più casi, infatti, il contingente di professionisti che opera al di fuori di contratti subordinati, pubblici e privati, si trova “in prima linea” al pari dei loro colleghi dipendenti.
Ritrovandosi, pertanto, sullo stesso “teatro di guerra” ho ritenuto fosse essenziale che anche i liberi professionisti fossero annoverati, con chiarezza, fra gli operatori a “rischio più elevato”, pertanto da proteggere con priorità.
Ho segnalato questo aspetto in quanto nella lettura dei documenti, delle circolari e degli altri strumenti di informazione non erano emerse con chiarezza la funzione, il ruolo e l’attività svolta, dagli infermieri liberi professionisti, all’interno delle stesse strutture più esposte al rischio epidemiologico; parlo delle RSA, come di tutte le strutture dedicate al trattamento dei malati COVID, dove spesso è solo una differenza giuridico-contrattuale a distinguere l’infermiere dipendente dall’infermiere libero professionista.
Il confronto diretto con la struttura commissariale per l’emergenza Covid-19, poi, è stato un momento importante dell’azione messa in campo per contribuire alla dura battaglia contro il Covid, nell’ottica di contribuire fattivamente alla campagna vaccinale anti-Covid su tutto il territorio italiano.
L’azione di sensibilizzazione volta ad agevolare l’incontro tra l’Organizzazione diretta dal generale Figliuolo e gli Infermieri iscritti ad ENPAPI è stata incisiva ed importante anche al fine di consentire ai liberi professionisti di svolgere un ruolo significativo all’interno del piano vaccinale, assicurando loro anche una adeguata remunerazione, in tal modo superando le criticità emerse nel corso degli ultimi bandi pubblicati, che sia per le condizioni economiche sia per la poca flessibilità inducevano alla rinuncia ad un coinvolgimento efficace.
Questi contributi hanno contribuito sicuramente a garantire l’auspicata, e fondamentale, resilienza del servizio sanitario italiano nella sua complessità.
ENPAPI, nell’ambito della propria funzione di tutela previdenziale e assistenziale, soprattutto in momenti così difficili, è stato pronto ad attivare ogni eventuale azione necessaria e ad adottare misure e interventi specifici, anche sulla base delle direttive nazionali che sono state emanate dal Governo.
A tal proposito, infatti, l’Ente – con tutto il suo personale dipendente – si è dimostrato pronto ad attivare tutte le procedure necessarie per consentire ai propri iscritti di accedere al bonus di 600 euro per i mesi di marzo, aprile e maggio 2020 così come regolamentato dalle normative statali, deliberando, inoltre, un ulteriore sussidio dedicato ai titolari esclusivi di pensione ENPAPI, esclusi da tutte le misure di indennizzo stanziate dal Governo.
Inoltre, il Consiglio di Amministrazione ha sin da subito messo in atto ulteriori azioni necessarie per sostenere a livello economico e assistenziale gli iscritti all’Ente.
Ha, infatti, prorogato la sospensione dei pagamenti dei contributi previdenziali ed assistenziali e del versamento delle rate relative ai piani di rateizzazione già deliberati dall’Ente, nonché, ha sospeso l’applicazione di sanzioni ed interessi a tutte le tipologie di versamento e le azioni di recupero crediti.
Ha deliberato uno stanziamento per l’erogazione di un indennizzo per tutti quegli infermieri che siano risultati, o che risulteranno, positivi al coronavirus o che siano stati costretti, o saranno costretti, anche alla sola quarantena precauzionale per un periodo inferiore ai 30 giorni.
Questo intervento, affiancato al pacchetto assistenziale già regolamentato dall’Ente, svolge una funzione di protezione mirata nei casi in cui il periodo di inattività, causata dal contagio o dall’isolamento, sia stato o sarà inferiore ai 30 giorni previsti dalla regolamentazione vigente per poter presentare la domanda di indennità di malattia.
In questo ambito, ENPAPI è un’importante realtà operativa che attraverso la propria natura ha ristabilito il ruolo centrale della previdenza e dell’assistenza nella costruzione di un modello di vita basato sulla sicurezza e sulla giusta tutela dello svolgimento dell’attività lavorativa, la quale deve essere accompagnata da politiche integrate che garantiscano il giusto supporto alla categoria.
In questo scenario, la realizzazione di un welfare strategico che – affiancato alle prestazioni previdenziali – punti sul soddisfacimento dei bisogni assistenziali è sempre più determinante nella società contemporanea e, in particolar modo, per le Casse di Previdenza dei liberi professionisti, tra cui l’ENPAPI. Non a caso, le politiche messe in campo da queste Istituzioni sono mirate al raggiungimento di tali obiettivi, nonché focalizzate allo sviluppo dell’attività professionale, nella consapevolezza che fra lavoro e previdenza vi sia un legame indissolubile e sinergico.
L’obiettivo principale del mio mandato è senz’altro uno: quello di porre al primo posto gli infermieri e garantire loro, attraverso l’attività dell’Ente, un presente sostenibile e un futuro sereno.
*Presidente Enpapi