PNRR, Oliveti “Tema di grande attualità”

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Il 7 luglio si è tenuto, in videoconferenza, il primo dei due seminari brevi annuali che AdEPP dedica alle politiche dell’Unione europea e al rapporto delle Casse con le istituzioni europee. Organizzato in collaborazione con CBE, che accompagna AdEPP nell’approfondimento dei temi e dei programmi europei di interesse delle libere professioni, il seminario ha sviluppato un tema “di grande attualità” come detto dal Presidente Oliveti nella sua introduzione , “tenuto conto del fatto che il Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano ha ricevuto il via libera dalla Commissione europea il 22 giugno scorso durante la conferenza stampa congiunta del Presidente Draghi e della Presidente von der Leyen”.

Al seminario hanno partecipato due testimoni privilegiati, Paul Kutos e Germana di Domenico in rappresentanza, rispettivamente, della Commissione europea e del MEF, che hanno illustrato il processo di esame e valutazione che la Commissione ha condotto sul PNRR italiano e le possibili iniziative per dare nuovo impulso agli investimenti alla luce delle riforme, delle pietre miliari e degli obiettivi dello stesso PNRR (milestone & target).

I lavori sono stati avviati dal saluto del Presidente di CBE e vice-presidente della Banca Popolare di Sondrio, il quale ha evidenziato le stime del MEF sulla crescita del Paese nei prossimi anni (4-5% in media) e l’importanza attribuita al PNRR per l’uscita dalla recessione e per il traghettamento verso una “Italia più performante”.

Il Presidente Oliveti, dopo aver presentato in breve natura e scopo dell’Associazione, ha sottolineato come il sistema AdEPP rappresenti oltre alle Casse aderenti anche i loro iscritti, circa 1,6 milioni di professionisti e professioniste. Questi ultimi, sono al centro dei rapporti istituzionali annuali prodotti dal Centro studi dell’AdEPP (Rapporto sulle professioni, Rapporto sugli investimenti delle Casse, Rapporto sul Welfare delle Casse), che nel tempo hanno evidenziato il contributo del settore alla crescita del Paese e, al contempo, gli effetti della crisi economica e finanziaria, nonché dei fenomeni della globalizzazione, della digitalizzazione e della demografia sul lavoro professionale. La platea degli iscritti è, da ultimo, stata osservata con una “duplice ottica: l’invecchiamento progressivo e l’effetto della pandemia da Covid-19” nella consapevolezza che la previdenza non riguardi più solo il pensionamento degli iscritti, ma la loro dimensione lavorativa da “tutelare e accompagnare con politiche attive adeguate”.

“L’AdEPP” ha proseguito Oliveti “è attenta alla dimensione transnazionale dei temi della previdenza e del lavoro dei professionisti, in ottica di sostenibilità del sistema, per questa ragione uno degli obiettivi dell’Associazione è di aumentare la capacità ed efficacia di intercettazione di fondi e finanziamenti europei in favore del lavoro autonomo professionale”.  Pertanto, il seminario breve odierno rientra nell’azione di “sensibilizzazione delle Istituzioni europee” e mira a “favorire lo scambio di opinioni e conoscenze tra le Casse i rappresentanti delle istituzioni europee”. L’auspicio espresso dal Presidente Oliveti è stato quello di aumentare, grazie alla presenza di Commissione e MEF (l’amministrazione che in Italia condurrà il monitoraggio economico e finanziario del PNRR), la conoscenza del PNRR italiano per comprendere se le stime del Governo sull’impatto del Piano “che vedono una previsione di crescita del PIL al 2026 di 3,6 punti percentuali, rispetto a uno scenario di base non inclusivo dell’azione del PNRR” siano più o meno realistiche di quelle “espresse nella valutazioni della Commissione europea che si ferma a 2,5 p.p. nel 2026”.  Nel concludere il suo intervento, il Presidente Oliveti ha ricordato che “le Casse dei professionisti lavorano nel Sistema Italia, come investitori lungimiranti, che devono avere come obiettivo la sostenibilità nel medio-lungo periodo dei propri investimenti” e questo si applica anche nel sostegno alle fasi critiche “con interventi diretti e con politiche di sviluppo”.

La relazione di Paul Kutos, Capo unità Italia e Malta in DG ECFIN, ha descritto il processo di analisi effettuato in Commissione sul PNRR italiano, le risultanze e il contesto in cui questa valutazione si è svolta. I PNRR dei diversi Stati membri sono stati, infatti, esaminati e valutati facendo ricorso ad alcuni indicatori comuni: contributo adeguato ai 6 pilastri (ndr Missioni), il rispetto della soglia minima di investimenti nella transizione climatica (37%) e digitale (20%), la risposta alle raccomandazioni specifiche per paese, equilibrio tra riforme e investimenti, rispetto del principio “non danneggiare in modo significativo” (gli obiettivi verdi dell’UE) applicato a tutte le riforme e gli investimenti, presenza di un solido sistema di audit e controllo a garanzia degli interessi finanziari dell’Unione.” Le simulazioni della Commissione, pertanto, “non incorporano l’impatto delle riforme strutturali, che probabilmente daranno un ulteriore impulso alla crescita nel lungo termine”; per questa ragione, con ogni probabilità, le stime sulla crescita del PIL differiscono tra MEF e Commissione.

Kutos ha tenuto a precisare che la “ripresa rappresenta il primo obiettivo immediato dei PNRR, mentre la Resilienza riguarda la capacità di reazione nel tempo”, quindi, gli effetti di lungo periodo del Piano sul mercato del lavoro, sulla disponibilità di investimenti privati, sull’ambiente imprenditoriale migliorato (ndr leggi sulla concorrenza, semplificazione appalti pubblici, riduzione dei ritardi nei pagamenti da parte della P.A.) e sul settore sanitario.

Tra le Riforme istituzionali previste dal PNRR italiano, come affermato da Kutos, “la Commissione ha valutato di particolare rilievo quelle della giustizia, fiscale, della pubblica amministrazione, dell’istruzione”.

La Governance del Piano italiano di ripresa e resilienza è stata considerata adeguata a garantire monitoraggio e attuazione efficaci. Tra gli elementi chiave del PNRR, già “milestones” del Piano, il modello di governance multilivello del PNRR e la semplificazione di procedure amministrative e riduzione della burocrazia (introdotti dal c.d. Decreto Semplificazione 2021) e il rafforzamento della capacità amministrativa mediante la formazione, le assunzioni temporanee e il supporto tecnico e operativo legato a specifici progetti. Nel concludere il suo intervento, Paul Kutos ha messo in evidenza come la maggior parte delle riforme (milestone) saranno attuate nei primi anni, in corrispondenza con il livello più alto dei primi esborsi, mentre gli obiettivi e investimenti sono distribuiti più uniformemente nel periodo di attuazione.

Germana Di Domenico, dirigente del MEF, Direzione analisi economica e finanziaria, nel prendere la parola ha rilevato “l’utilità di incontri come questo per favorire il confronto tra i vari attori in campo sull’ampio ventaglio di opportunità offerto dal PNRR sia per gli investimenti sia per le sinergie ed alleanze pubblico-privato”.

È quindi passata ad illustrare la sua presentazione, partendo dall’allocazione delle risorse dello strumento per la ripresa e resilienza (RRF) tra gli Stati membri (finanziamenti e prestiti) che vede il nostro Paese ricevere la quota di gran lunga maggiore, spiegando così la ragione della vigilanza attenta da parte degli altri paesi dell’Unione nei confronti dell’Italia. E’ stata chiarita la sinergia voluta dal Governo tra risorse provenienti dal RRF e quelle da Fondi nazionali per massimizzare gli investimenti previsti dal PNRR. Dopo aver richiamato la struttura del Piano (sei missioni, 16 componenti, 190 progetti), gli obiettivi chiave e le priorità trasversali, Di Domenico ha presentato la ripartizione delle risorse per Missione e per tipologia di investimenti, specificando che “gli investimenti non hanno ancora recuperato completamente i livelli antecedenti la crisi precedente e rimangono a livelli inferiori a quelli di paesi comparabili.” E ha aggiunto “negli ultimi anni gli investimenti pubblici sono diminuiti soprattutto a livello locale, in particolare nelle regioni del Sud.”  La stessa composizione degli investimenti “risulta sbilanciata verso il settore manifatturiero, mentre rimane relativamente limitata per i servizi professionali e l’innovazione” (in particolare al Sud). Tra le cause della debole crescita dell’Italia, la Commissione (ndr Staff working document di analisi del PNRR) individua alcune difficoltà: debole crescita della produttività italiana da ravvisare anche negli scarsi investimenti privati e pubblici; divario più significativo rispetto ai paesi comparabili nell’intensità della R&S; incertezza e complessità del quadro di appalti pubblici e concessioni che impedisce alle amministrazioni di utilizzare in maniera efficace le gare d’appalto; accesso ai finanziamenti come ostacolo agli investimenti da parte delle imprese. Al contempo, la Commissione ravvisa come occorra migliorare l’accesso a finanziamenti non bancari, dato che il private equity e il capitale di rischio sono al di sotto della media UE e anche i finanziamenti per le start-up rimangono bassi.

Tra le soluzioni proposte dal PNRR alle criticità rilevate dalla Commissione, Germana Di Domenico ha ricordato “gli investimenti destinati a rafforzare ricerca e sviluppo, il sostegno di 48 miliardi per investimenti digitali con possibile coinvolgimento di privati; la revisione generale delle procedure di appalto pubblico (DDL delega sui contratti pubblici); e il miglioramento del business environment, con l’aumento della concorrenza”. Particolare rilievo è stato dato dalla rappresentante del MEF alle sinergie tra pubblico e privato (PPP), che sono al centro del Tavolo interistituzionale avviato dal MEF e finalizzato alla predisposizione di un “contratto standard”  per i progetti PPP, che saranno ospitati in un apposito portale attualmente in fase di sperimentazione. Lo sviluppo di questi partenariati, ad esempio, troverebbe un terreno fertile negli investimenti per la Transizione 4.0 (digitalizzazione), o in quelli volti al rafforzamento della competitività delle filiere produttive (agevolazione ai finanziamenti). Anche Di Domenico ha sottolineato la rilevanza degli investimenti nelle riforme istituzionali previste dal PNRR, in particolare, quella della P.A. “per rimuovere gli eccessivi oneri burocratici, compresi quelli della giustizia civile, migliorare la digitalizzazione e la capacità amministrativa, semplificare l’accesso alla PA, valorizzare il capitale umano e promuovere la digitalizzazione” (cfr. DL n. 44/2021 , DL n.77/2021, DL n.80/2021), e quella della giustizia per aumentare l’efficienza del sistema giudiziario civile, favorire la repressione della corruzione, ridurre la durata dei procedimenti penali, velocizzare i procedimenti di esecuzione forzata e di escussione delle garanzie. La dirigente del MEF, ha inoltre sottolineato l’impegno preso dal Paese nella previsione di quattro leggi sulla concorrenza da qui al 2026 per accompagnare le riforme strutturali servizi pubblici locali, idroelettrico, distribuzione gas, colonnine di ricarica elettrica, porti, trattamento rifiuti; consolidamento autorità di vigilanza del mercato in non più di dieci agenzie (2021); adozione del Piano Sviluppo della Rete Elettrica; diffusione contatori elettrici intelligenti di seconda generazione (2022); obbligo delle gare di appalto dei contratti di concessione per le autostrade; quadro normativo per le concessioni autostradali (2023); installazione di 33 milioni di contatori di seconda generazione (2024).
Nel concludere il suo intervento, Germana Di Domenico ha riassunto le opportunità di investimenti offerte dal PNRR a soggetti pubblici e privati “fondi per la doppia transizione verde e digitale” come pure “ nuovi investimenti istituzionali con ricadute sociali” (impatto sociale) nonché nei processi che comporteranno l’aumento della concorrenza nel Paese e, infine, nelle nuove forme di collaborazione pubblico-privato e nello sviluppo di nuove professionalità e opportunità di lavoro (soprattutto per i giovani, più propensi alla digitalizzazione).

Dopo un breve dibattito, che ha messo in luce come la Commissione si attenda un effetto spillover degli impatti che le riforme previste dai vari Governi avranno sulle economie dei singoli Paesi membri, la Vice Presidente AdEPP, Tiziana Stallone, ha tirato le somme dell’incontro ringraziando i due relatori per gli approfondimenti proposti e richiamando l’attenzione sia sul ruolo svolto dalle Casse nei confronti dei propri iscritti per fronteggiare gli effetti della crisi pandemica sulla professione e sui redditi sia sul lavoro di analisi che AdEPP sta realizzando trasversalmente al PNRR per individuare le opportunità offerte nelle diverse missioni alle libere professioni, anche mediante i bandi che saranno via via pubblicati dalle singole amministrazioni e agenzie. Questo lavoro rientra tra le attività che l’associazione realizza in favore delle Casse (e dei loro iscritti) sempre nell’ottica della sostenibilità del sistema previdenziale delle libere professioni e del supporto che i professionisti e professioniste possono e potranno continuare ad offrire al Sistema Paese.