Green deal e green bond, la trasformazione futura

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Small plant in pot shaped like growing graph

Cosa sono i green bond? E perché l’Europa ha bisogno di un proprio standard di obbligazioni verdi? A queste domande risponde, con un articolo a sua firma pubblicato nei giorni scorsi sul sito della Commissione europea,  il policy expert at the European Commission, Axel Fougner.

“Con il green deal europeo, l’UE ha intrapreso una trasformazione – scrive Fougner – L’obiettivo è diventare un’economia climaticamente neutra, delineando il cammino che il resto del mondo deve seguire. Tuttavia, questo non può avere successo senza investimenti sostanziali in tutti i settori dell’economia. Ciò ha implicazioni sia per i mercati finanziari che per gli investitori. Affinché questa trasformazione avvenga, è necessario riorientare ingenti somme di denaro pubblico e privato verso investimenti verdi. La buona notizia è che gli investitori sono pronti e disposti a fare la loro parte. Uno dei segnali più chiari è il boom della domanda di obbligazioni verdi da parte del mercato, che negli ultimi cinque anni è stata cinque volte maggiore rispetto alla precedente. In tale contesto, il 6 luglio 2021 la Commissione europea ha adottato una proposta di regolamento per le obbligazioni verdi europee. Allora, cosa sono i green bond? E perché l’Europa ha bisogno di uno standard di green bond?”.

Obbligazioni verdi

Le obbligazioni verdi sono uno strumento per raccogliere finanziamenti per investimenti legati al clima su larga scala come misure di efficienza energetica, produzione e distribuzione di energia rinnovabile, trasporto a zero emissioni di carbonio e altro ancora. Queste obbligazioni sono sempre più popolari tra gli investitori orientati alla sostenibilità, principalmente perché forniscono trasparenza su come la società che vende l’obbligazione utilizzerà i fondi raccolti.

Quindi, se un investitore vuole sostenere progetti che contribuiscono ad affrontare il cambiamento climatico, come dovrebbe farlo? Inoltre, come individua quali opportunità di investimento sono in linea con gli obiettivi fissati nell’accordo di Parigi? Come fa a sapere che l’organizzazione o l’azienda in cui sta investendo si atterranno ai loro impegni green? È qui che entra in gioco la recente proposta della Commissione di uno standard europeo per le obbligazioni verdi.

Un nuovo standard

Oggi l’UE guida il mercato delle obbligazioni verdi, con il 51% delle emissioni globali nel 2020. Inoltre, l’euro è la valuta più popolare per le obbligazioni verdi, con il 49 per cento delle emissioni globali denominate in euro. In tale contesto, lo standard europeo delle obbligazioni verdi (EU GBS) sarà un’opportunità per l’Europa per continuare a migliorare e sviluppare ulteriormente la finanza sostenibile. Inoltre, fornire un ambiente regolamentato affidabile per le obbligazioni verdi contribuirà a promuovere il ruolo internazionale dell’euro e a rafforzare la leadership dell’Europa in questo settore.

Sulla base del suo stretto allineamento con la tassonomia dell’UE e della sua forte attenzione all’integrità del mercato e alla protezione degli investitori, lo standard europeo delle obbligazioni verdi fissa un nuovo parametro di riferimento per le obbligazioni verdi. Con questo standard, la Commissione vuole posizionare l’Europa saldamente come leader mondiale in materia di obbligazioni verdi, fissando al contempo le basi per una crescita continua di questo mercato basata su elevate ambizioni ambientali e sulla protezione degli investitori.

Lo standard è stato sviluppato utilizzando le raccomandazioni di esperti del settore finanziario, ONG ambientaliste, emittenti di obbligazioni verdi e rappresentanti degli organismi esistenti per la definizione di norme sui green bond. Secondo la proposta della Commissione, il nuovo standard europeo per le obbligazioni verdi sarà uno standard volontario aperto a qualsiasi emittente obbligazionario, compresi quelli situati al di fuori dell’UE. Si basa su quattro requisiti chiave:

  1. In primo luogo, i fondi raccolti dall’obbligazione dovrebbero essere assegnati interamente ed esclusivamente a progetti allineati alla tassonomia dell’UE. Pertanto, quando un investitore acquista un’obbligazione verde europea, sa che i fondi saranno assegnati in base a rigorosi requisiti di sostenibilità.
  2. In secondo luogo, vi sono obblighi di informativa per garantire la piena trasparenza sul modo in cui gli emittenti assegnano il denaro raccolto dall’obbligazione e sull’impatto ambientale di tale denaro.
  3. In terzo luogo, tutte le obbligazioni verdi europee devono essere controllate da un revisore esterno. Questa società controllerà che l’emittente stia rispettando i requisiti della norma, e in particolare l’allineamento della tassonomia dei progetti finanziati. L’analisi dell’impresa Joint Research C mostra che le obbligazioni soggette a revisione esterna probabilmente attireranno una domanda più elevata da parte degli investitori.
  4. Infine, i revisori esterni che forniscono servizi agli emittenti di obbligazioni verdi europee devono essere registrati e supervisionati dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA). Ciò garantirà la qualità dei loro servizi e l’affidabilità delle loro revisioni per proteggere gli investitori e garantire l’integrità del mercato. Allo stesso tempo, ciò fornirà una certa standardizzazione delle pratiche di revisione esterna per le obbligazioni verdi, che si spera possa aiutare sia gli emittenti che gli investitori a navigare meglio nel panorama dei servizi di revisione esterna.

Se gli emittenti si addentreranno nella norma, daranno agli investitori la garanzia, di cui hanno bisogno, che i loro investimenti stanno dando un contributo reale all’ambiente e consentiranno loro di identificare meglio tale contributo. Per gli emittenti di obbligazioni verdi, lo standard fornirà uno strumento solido per dimostrare il loro impegno ambientale e il loro contributo al raggiungimento gli obiettivi dell’accordo di Parigi.

Maggiori informazioni sullo standard europeo dei green bond