Anpal/Unioncamere pubblicano le previsioni occupazionali fino al 2025

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“Il volume sulle previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2021-2025) rappresenta un approfondimento necessario sulle dinamiche del mercato del lavoro del futuro nei prossimi anni. Il campo di osservazione delle previsioni quinquennali qui presentate si estende agli occupati dell’intera economia (industria, servizi, pubblica amministrazione, agricoltura e pesca), con la sola eccezione dei servizi domestici” questo l’incipit dell’abstract dello studio appena pubblicato e nato dalla collaborazione di Anpal e Unioncamere.

“Lo studio, nella consapevolezza che il quadro dell’economia e del lavoro nel post covid è in continuo divenire – scrivono gli esperti –  si fonda su un modello predittivo della domanda di lavoro che si basa sulle previsioni del Pil, che considerano le politiche espansive nazionali e internazionali già attivate o in attivazione (in particolare il Piano europeo Next Generation EU, il NADEF e la Legge di Bilancio)”.

Da qui la necessità di prevedere non uno ma due scenari possibili ossia:

– lo scenario A in cui si prevede – per la recrudescenza della pandemia da Covid-19 e il proseguimento di una serie di misure restrittive -una ripresa più graduale a partire dal terzo trimestre del 2021, e per gli anni successivi si ipotizza un ritorno a un sentiero di crescita tendenziale piuttosto sostenuto.

– lo scenario B più favorevole – considera i tassi del quadro programmatico del NADEF che prevedeva una crescita dell’economia italiana più sostenuta già a partire dal 2021.

Il mercato del lavoro post Covid

Quali sono le prospettive del mercato del lavoro? Per comprenderlo occorre innanzitutto comprendere come si configura il fabbisogno complessivo e settoriale della domanda di lavoro.

La stima del fabbisogno occupazionale è data dalla somma della replacement demand (quella per sostituire i lavoratori in uscita) e della expansion demand (quella prevista in base alla variazione della produzione e della crescita economica). Per il quinquennio 2021-2025 si prevede un fabbisogno occupazionale dei settori privati e pubblici compreso tra 3,5 e 3,9 milioni di lavoratori, di cui 933mila-1,3 milioni di unità determinate dalla componente di crescita economica (expansion demand), per quanto riguarda il turnover esso riguarderà il restante 70% del fabbisogno di occupati.

L’analisi inoltre fornisce dei focus specifici sul futuro del lavoro nelle seguenti filiere, da quelle che più hanno risentito della contrazione macroeconomica a quelle che invece hanno subito un incremento: commercio e turismo, finanza e consulenza, salute, formazione e cultura, costruzioni e infrastrutture, mobilità e logistica, meccatronica e robotica, informatica e telecomunicazioni, alimentare, legno e arredo e moda.

Le assunzioni previste dalla Pubblica Amministrazione fino al 2025

L’evoluzione dello stock occupazionale dei dipendenti pubblici prevista tra il 2021 e il 2025 dovrebbe determinare a fine periodo un aumento di circa 49mila occupati rispetto al 2020.

Il fabbisogno del settore pubblico nel periodo considerato sarà determinato per oltre il 90% dalla componente di sostituzione, che dovrebbe riguardare oltre 692mila dipendenti nel quinquennio, per un fabbisogno complessivo di circa di 741mila dipendenti.

In particolare, tra il 2021 e il 2025 dovranno essere sostituiti t circa 261mila dipendenti dei servizi generali, 243mila occupati nell’istruzione e 188mila nella sanità pubbliche.

Transizione ecologica e trasformazione digitale nei lavori del futuro

L’ecosostenibilità e la digitalizzazione assumeranno ancora un ruolo più importante, così come le competenze digitali e i green jobs. Il sistema produttivo italiano e la PA richiederanno il possesso di competenze verdi a 2,2-2,4 milioni di occupati, e per il 60% di questi tale competenza sarà necessaria con importanza elevata. La spinta verso la transizione verde richiederà competenze green a professioni trasversali a più settori, come ad esempio il giurista ambientale, lo specialista in contabilità verde, l’esperto in fondi di investimento green, l’addetto commerciale per la promozione di nuovi materiali sostenibili o il responsabile degli acquisti green, nonché a tutte quelle professioni più tradizionali che dovranno approcciarsi alla transizione ecologica.

Importante anche il ruolo delle competenze digitali, STEM e di innovazione 4.0 che verranno ricercate con un e-skill mix (il possesso con elevato grado di importanza di almeno due e-skill) in una stima tra 886mila e 924mila unità.

La domanda di competenze digitali interesserà sia figure professionali già esistenti quanto nuove professioni emergenti, come data scientist, big data analyst, cloud computing expert, cyber security expert, business intelligence analyst e artificial intelligence system engineer, sia le figure più tradizionali che necessiteranno di digital skill per affrontare il mondo del lavoro che cambia.

Le indicazioni e la spinta del Next Generation Eu Italia in tal senso non lasciano dubbi in merito allo sviluppo ulteriore del macrotrend digitale e della green economy.

I titoli di studio più richiesti nei prossimi anni

Nei prossimi anni si stima una domanda di lavoro più orientata a figure tecniche e specialistiche e questo avrà l’effetto di aumentare il fabbisogno di lavoratori laureati e diplomati.

Il rilevante peso del fabbisogno del settore pubblico (in cui i laureati coprono il 62% del fabbisogno totale) tende ad innalzare il peso dei laureati richiesti sul totale, che giunge potenzialmente nel periodo considerato sino al 32-33%.

Per i laureati, il confronto domanda-offerta (al netto dei laureati in cerca di lavoro già presenti sul mercato), evidenzia per il totale una situazione di lieve carenza di offerta, ma con notevoli differenziazioni per indirizzi. Si stima una carenza di offerta negli ambiti medico-sanitario, scientifico-matematico-fisico, ingegneria e architettura.

La carenza di profili medico-sanitari (stimata in circa 11-13mila laureati all’anno) dipenderà dall’invecchiamento della popolazione e dall’adeguamento dei sistemi sanitari post-pandemia.

Per i diplomati si riscontra un fabbisogno superiore all’offerta, in particolare per l’indirizzo amministrativo marketing, costruzioni, trasporti-logistica e agro-alimentare. Si delinea invece un sostanziale equilibrio per l’indirizzo socio-sanitario e per l’industria-artigianato. Per l’indirizzo turistico e l’insieme dei licei emerge un rilevante eccesso di offerta di profili.

Per quanto riguarda l’Istruzione e la Formazione Professionale regionale (IeFP), i fabbisogni più rilevanti nel quinquennio di previsione si rilevano per gli indirizzi meccanico, ristorazione (con un intervallo di stima per i due scenari compreso tra 23mila e 32mila unità all’anno), benessere, servizi di vendita e amministrativo-segretariale.

 

Scarica il pdf del volume previsivo 2021-2025