Youth4Climate. Chiusa la tre giorni sul clima

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I leader mondiali “devono tirare fuori più fondi per aiutare le popolazioni dell’Africa che già oggi soffrono i danni maggiori della crisi climatica, nonostante questo continente emetta solo il 3% dei gas serra. Occorre dare più finanziamenti, oltre a quelli già promessi al 2020 e mai dati. E’ il momento che i leader mondiali ammettano di parlare e comincino ad agire. Devono mostrare il denaro ed ascoltare i paesi più colpiti”. Lo ha detto la giovane attivista ugandese per il clima Vanessa Nakate all’apertura della conferenza dei giovani sul clima Youth4Climate chiusa ieri a Milano che ha visto la partecipazione, oltre di Greta Thumberg, di 400 giovani venuti da tutte le parti del mondo, leader politici europei e mondiali da Boris Johnson a Sergio Mattarella,  nonché esperti e scienziati.

Pronta la risposta del nostro Presidente del consiglio, Mario Draghi “Questa generazione, la vostra generazione, è la più minacciata dai cambiamenti climatici. Avete ragione a chiedere una responsabilizzazione, a chiedere un cambiamento. La transizione ecologica non è una scelta – è una necessità. Abbiamo solo due possibilità. O affrontiamo adesso i costi di questa transizione. O agiamo dopo – il che vorrebbe dire pagare il prezzo molto più alto di un disastro climatico.”

“Voglio dire giusto una cosa sul “bla bla bla”: a volte è solo un modo per nascondere la nostra incapacità di agire. Ma quando ci sono queste trasformazioni epocali, è necessario convincere le persone che l’azione è necessaria. La mia sensazione è che i leader dei governi oggi siano tutti convinti che sia necessario e sia necessario farlo presto

Nei giorni scorsi era stata Greta Thumberg ha parlare del “bla bla bla” dei governi. “Green economy? Bla bla. 2050 net zero: Bla bla. Climate neutral: bla bla”.

Una tre giorni che ha “partorito” un documento finale nel quale i giovani partecipanti hanno messo nero su bianco le loro richieste: Inclusione dei giovani nelle decisioni sulla lotta alla crisi climatica, ripresa sostenibile dopo la pandemia puntando su rinnovabili e risparmio energetico, obiettivi di zero emissioni per le aziende private e chiusura dell’industria dei combustibili fossili al 2030, un sistema educativo che renda consapevoli i giovani della crisi climatica.