Si e tenuto, nei giorni scorsi, organizzato dal Parlamento europeo e da Economia pulita, presso lo Spazio Europa del Parlamento europeo Ufficio in Italia, il convegno dal titolo “Sviluppo e sostenibilità nel Pnrr” nel quale imprese, istituzioni e stakeholder si sono confrontati sui punti contenuti nel Piano nazionale di resilienza e rilancio.
Dall’attuazione del Pnrr nella prospettiva europea e nazionale al ruolo delle imprese e delle istituzioni nelle diverse mission si è affrontato anche il tema della sostenibilità green. E al Presidente Enpaia, Giorgio Piazza, il compito di relazionare sull’agricoltura sostenibile.
“L’agricoltura sostenibile è un tema di grande attualità. Oggi – ha dichiarato Giorgio Piazza, Presidente di Enpaia – l’agricoltura italiana vanta un primato sui prodotti a denominazione, che ci fanno conoscere in tutto il mondo con un export incredibile, che porta il nostro Paese ad essere il primo in vari settori.
Ma siamo arrivati ad un punto in cui la nostra agricoltura, che in passato ha messo al centro un sistema legato alla monocultura e alla chimica, ad un uso intensivo di concimazioni derivanti sempre dalla chimica e ad un importante utilizzo dell’acqua, ha raggiunto un abbattimento della biodiversità tale che i nostri suoli si sono inesorabilmente impoveriti.
Se noi vogliamo arrivare al vertice dell’agricoltura sostenibile, che sarà l’agricoltura del futuro, dobbiamo partire da un necessario quanto mai urgente aumento della sostanza organica che produca un miglioramento del suolo in termini di fertilità, trasformandolo in un buon luogo per le radici delle piante, per salvaguardare il territorio e l’ambiente.
Credo – ha proseguito Piazza – che in questo momento il PNRR sia molto utile, ma bisogna pensarlo e attuarlo commisurandolo a quei risultati attesi da tutti in termini di ripresa della domanda interna. Mi sembra peraltro che le scelte operate, con i circa 7 miliardi destinati al cambiamento che si dovrà declinare nel mondo agricolo, pari ad un’annualità di politica agricola comunitaria di due pilastri sia del primo che riguarda il contributo che viene dato al sostegno con i titoli al reddito sia il secondo che riguarda il piano di sviluppo rurale, non siano trascurabili.
Ci sono molti strumenti per migliorare l’agricoltura sostenibile. Innanzitutto bisogna recuperare quelle conoscenze che avevamo in passato nell’uso di scelte agronomiche fondamentali sul tipo di concimazione. Poi bisogna mettere assieme la tradizione con l’innovazione, ossia l’intelligenza artificiale e nano tecnologie, per individuare le piante che servono al terreno. Bisogna, quindi, ritornare ad un utilizzo di pratiche agronomiche che non hanno nulla a che vedere con la monocultura, con la rotazione in questo caso di 3 anni prevista anche dalla politica agricola comunitaria, ed all’utilizzo dei compostaggi di qualità.
Io credo – ha concluso il presidente della Fondazione Enpaia – che anche l’utilizzo di altre tecniche agronomiche per migliorare la qualità del terreno, come quello di piante foraggere sia leguminose che graminacee, debba portare ad una nuova mentalità di rispetto della natura, poiché l’agricoltura ha una grande capacità di resilienza e di recupero della propria potenzialità proprio in forza della capacità dell’ambiente naturale di auto proteggersi ed autorigenerarsi. Perciò, è importante che l’uomo faccia la sua parte, dandogli una mano”.