Le raccomandazioni del Consiglio d’Europa all’Italia

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Assicurare una politica di bilancio prudente, procedere con l’attuazione del piano per la ripresa e la resilienza, ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e diversificare le importazioni di energia: sono queste le raccomandazioni che il nostro Paese ha ricevuto dal Consiglio d’Europa sul programma nazionale di riforma 2022 dell’Italia.

Una relazione che è “accompagnata” da un altro documento di lavoro nel quale si affronta la situazione italiana dal punto di vista dei deficit strutturali che vanno da un debito pubblico ancora molto elevato al divario regionale sia per quanto riguarda l’occupazione sia la digitalizzazione e la transizione green.

Per quanto riguarda le “Raccomandazioni” queste toccano temi sui quali il Paese sta “ragionando” da tempo come la riduzione del costo del lavoro ma anche l’efficientamento del sistema, l’allineamento dei valori catastali e la riduzione della complessità del codice tributario. E poi c’è la costruzione di un Paese green e autonomo sul piano energetico.

Leggiamo nel dettaglio cosa contiene il documento.

Bilancio prudente e contenimento della spesa. Riduzione imposte sul lavoro

Assicurare, nel 2023, una politica di bilancio prudente, in particolare limitando la crescita della spesa corrente finanziata a livello nazionale, tenendo conto del perdurare del sostegno temporaneo e mirato alle famiglie e alle imprese più vulnerabili agli aumenti dei prezzi dell’energia e alle persone in fuga dall’Ucraina.

adeguare la spesa corrente all’evoluzione della situazione;

perseguire, per il periodo successivo al 2023, una politica di bilancio volta a conseguire posizioni di bilancio a medio termine prudenti e ad assicurare una riduzione credibile e graduale del debito e la sostenibilità di bilancio a medio termine attraverso il progressivo risanamento, investimenti e riforme;

adottare e attuare adeguatamente la legge delega sulla riforma fiscale per ridurre ulteriormente le imposte sul lavoro e aumentare l’efficienza del sistema, in particolare mediante una revisione delle aliquote d’imposta marginali effettive, l’allineamento dei valori catastali ai valori di mercato correnti, la razionalizzazione e la riduzione delle spese fiscali, anche per l’IVA, e delle sovvenzioni dannose per l’ambiente, assicurando comunque equità, e la riduzione della complessità del codice tributario.

L’Italia, l’Europa e il Piano di ripresa

Procedere con l’attuazione del piano per la ripresa e la resilienza, in linea con i traguardi e gli obiettivi indicati nella decisione di esecuzione del Consiglio del 13 luglio 2021;

concludere rapidamente i negoziati con la Commissione sui documenti di programmazione della politica di coesione per il periodo 2021-2027 al fine di avviare l’attuazione dei programmi.

Per un “Bel Paese” sempre più green e autonomo

Ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e diversificare le importazioni di energia;

superare le strozzature per accrescere la capacità di trasporto interno del gas, sviluppare interconnessioni elle reti di energia elettrica, accelerare il dispiegamento di capacità supplementari in materia di energie rinnovabili e adottare misure per aumentare l’efficienza energetica e promuovere la mobilità sostenibile;

aumentare gli investimenti pubblici per la transizione verde e digitale e per la sicurezza energetica, anche avvalendosi del dispositivo per la ripresa e la resilienza, del piano REPowerEU e di altri fondi dell’UE.

Il Documento di lavoro a supporto delle Raccomandazioni

Come dicevamo “sottolinea” le note dolenti. “Il nostro Paese presenta squilibri macroeconomici eccessivi che non si prevede si ridurranno nel breve termine. L’Italia rimane caratterizzata da un rapporto debito pubblico/PIL elevato, da una bassa crescita della produttività e da carenze strutturali dei mercati del lavoro e finanziari. Il mercato del lavoro ha recuperato gran parte delle perdite subite a causa della crisi della pandemia, anche se per la maggior parte grazie a un aumento dell’occupazione a tempo determinato”.

Il sistema fiscale ostacola l’efficienza economica e l’elevato debito pubblico italiano resta
una fonte principale di vulnerabilità.

Pur ottenendo buoni risultati in relazione a una serie di parametri chiave di sostenibilità ambientale, l’Italia è in ritardo per quanto riguarda l’efficienza energetica degli edifici, la qualità delle infrastrutture e il trasporto di massa.

L’Italia meridionale continua ad essere in ritardo in termini di infrastrutture, capacità istituzionale e risultati sociali.

I bassi tassi di occupazione, in particolare per le donne e nelle regioni meridionali, e
l’elevata disoccupazione giovanile persistono.

Il cammino è già tracciato e l’Italia risponde

Se da una parte i deficit sottolineati dal Consiglio d’Europa sono evidenti dall’latra la via d’uscita c’è ed è proprio il Piano di ripresa e resilienza. Nel documento, infatti, si evidenziano quale sarà l’impatto che il Pnrr avrà sulla risalita del nostro Paese.

Sono in corso importanti riforme incluse nel piano per la ripresa e la resilienza e
l’Italia ha iniziato a effettuare diversi investimenti chiave

Il piano per la ripresa e la resilienza mira ad affrontare gli ostacoli strutturali che frenano gli investimenti e la crescita della produttività, in particolare nei settori della pubblica amministrazione, dell’istruzione e delle competenze, della giustizia e della concorrenza. Le autorità italiane stanno inoltre pubblicando bandi di gara per la realizzazione di diversi progetti di investimento previsti dal piano per la ripresa e la resilienza, avviando vari bandi di gara per la concessione di sovvenzioni e semplificando le procedure di autorizzazione in un’ampia gamma di settori.