Enpaf. Audizione Bicamerale. Croce “Unico obiettivo i nostri iscritti”

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L’Ente di previdenza dei farmacisti è stato audito dalla Commissiona Bicamerale di controllo presieduta da Tommaso Nannicini che come sottolinea l’Enpaf, nel suo resoconto, “prima di dare la parola a Croce ha subito voluto animare l’incontro anticipando alcuni dei temi al centro dell’interesse specifico della Commissione rispetto all’Enpaf, su tutti quello (controverso) della inscindibilità tra iscrizione all’Albo e obbligo di iscrizione alla previdenza di categoria (con inevitabile   e quello della scelta della contribuzione fissa forfettaria”.

La nota diffusa dall’Enpaf

Il presidente della cassa professionale ha quindi svolto, come richiesto, una relazione a tutto tondo sullo stato dell’ente, a partire dai suoi assetti strutturali, determinati – come in ogni altro ente – anche dalle leggi dello Stato, per concludere con l’illustrazione della situazione economica-finanziaria, compendiata dalle cifre molto positive dell’ultimo bilancio approvato, punto di arrivo di un percorso ultra-ventennale (dalla privatizzazione della cassa di categoria) nel corso del quale, ha sintetizzato Croce, “le misure adottate hanno consentito di accumulare un patrimonio di circa 3 miliardi di euro, con una copertura delle prestazioni pensionistiche in essere pari a 19,15 annualità”.  E questo, ha voluto ricordare il presidente, partendo da una situazione, nel 1998, quando l’ente aveva  ancora personalità giuridica di diritto pubblico, in cui “bisognava ricorrere alle anticipazioni bancarie per pagare le proprie prestazioni”.

All’ampia ed esaustiva relazione di Croce ha fatto seguito l’intervento di Sergio Puglia, deputato M5s (foto a sinistra), volto a conoscere alcune specificità della doppia contribuzione, in particolare in relazione ai meccanismi di comunicazione tra ente e iscritto in occasione dei cambiamenti dello stato lavorativo dell’iscritto, al quale sono seguite le precise e quasi puntigliose domande del presidente Nannicini relative ad alcune specificità della cassa professionale dei farmacisti, ovvero il già ricordato “problema” della doppia contribuzione (che nasce da una disposizione di legge e quindi può essere risolto solo in Parlamento) e la scelta del meccanismo della contribuzione fissa forfettaria, in luogo di quella percentuale calcolata sul reddito.

A tutte  le richieste di precisazione di Nannicini ha puntualmente dato risposta il direttore generale Lazzaro (il suo intervento a partire dal minuto 39 del filmato web allegato a fine articolo). supportato – per gli aspetti più “politici” – dal presidente Croce. Chiarimenti che si sono rivelati molto utili per una maggiore e migliore conoscenza di alcuni meccanismi regolamentari dell’Enpaf che – ignorandone la specificità e la genesi – possono in effetti risultare di difficile comprensione anche a chi, come i membri della Commissione di controllo, si occupa da molto vicino della materia previdenziale. Nannicini ha tenuto il punto su alcune questioni (l’inscindibilità tra iscrizione all’albo e l’obbligo di iscrizione all’Enpaf) e su alcuni istituti regolamentari come ad esempio i contributi ridotti per la disoccupazione e la durata dei periodi per poter fruire della riduzione), prendendo atto però che si tratta di scelte il più delle volte dettate da indicazioni degli stessi ministeri che vigilano sull’attività dell’ente. Da qui la proposta del presidente della Commissione di controllo: laddove l’Enpaf non abbia rigide preclusioni a rivedere alcuni degli istituti “problematici” del regolamento, la  stessa Commissione si impegna fin da subito a tentare una moral suasion nei confronti dei ministeri vigilanti, MEF in testa, per cercare di arrivare a soluzioni che possano risolvere le criticità che generano difficoltà a  una considerevole parte di iscritti (in prevalenza nella quota di farmacisti dipendenti).

Una proposta ovviamente accettata di buon grado da Croce, che ha ribadito che l’unico obiettivo del consiglio di amministrazione dell’Ente è quello di gestirlo al meglio, nell’esclusivo interesse dei suoi iscritti, e dunque migliorando – in una necessaria cornice di sostenibilità – tutti i profili dell’attività previdenziale che possono essere migliorati, a partire dalle prestazioni previdenziali e assistenziali ai farmacisti. Croce si è anche detto sicuro che dai risultati dell’indagine conoscitiva della Commissione non mancheranno di scaturire spunti per approfondire alcuni temi e, se del caso, intervenire per via regolamentare, nell’ambito delle prerogative dell’ente e sempre nel rispetto della sostenibilità.