Formazione, continuità, innovazione: da qui riparte l’Eppi

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di Paolo Bernasconi, Presidente EPPI

Durante la lunga campagna elettorale che ha preceduto le fasi di votazione per designare i nuovi organi statutari dell’EPPI, l’impressione è stata che nulla era da dare per scontato. In questi anni, e specialmente nel periodo pandemico, mancando il contatto diretto sui territori, ho avuto la prova che i nostri iscritti ci hanno percepito più distanti, pur avendo intensificato l’attività e varato provvedimenti nuovi ed emergenziali.

Questo allora è il primo punto da cui la nuova consigliatura ripartirà, nel segno di quel percorso che mi piace chiamare “alfabetizzazione previdenziale”, ovvero spiegare ai nostri colleghi liberi professionisti, con metodi efficaci e strumenti rinnovati, che la Cassa di Previdenza sarà per loro una compagna di viaggio nell’arco della vita professionale e privata, e come tale è bene conoscerla, comprendendone limiti ed opportunità, pregi e difetti. La formazione, dunque, previdenziale ma anche finanziaria, per far capire che il nostro Ente si richiama alla normazione di primo pilastro, dove si accantonano contributi e si crea il proprio futuro in quiescenza. Tanti considerano il versamento all’EPPI una tassa e non un risparmio previdenziale. Occorre invertire tale preconcetto: il versamento previdenziale è un accantonamento per il futuro pensionistico e non una tassa che va allo Stato. Se non riusciremo a spiegare il contesto e le regole che governano il nostro mondo previdenziale, sarà molto difficile ottenere consenso o sostegno dai nostri colleghi, e non raggiungeremo l’obiettivo che più ci preme: soddisfare esigenze e aspettative dei Periti Industriali liberi professionisti iscritti. Siamo consapevoli dell’esiguità di alcune pensioni in EPPI, ma ciò deriva da quanto è stato versato dall’iscritto oltre che dagli anni di contribuzione, che nel nostro caso possono essere stati al massimo 25, tanti quanti gli anni di esistenza della nostra Cassa. Se con pazienza e costanza riusciremo a coinvolgere sempre di più gli iscritti facendoli sentire un corpo solo con il proprio Ente di Previdenza, avremo una platea pronta a recepire e valutare con cognizione di causa ogni sollecitazione o provvedimento che verrà loro sottoposto.

Senza questa operazione di “radicata alfabetizzazione” alla previdenza di metodo contributivo, non riusciremo nemmeno a far apprezzare fino in fondo la portata degli sforzi compiuti negli ultimi anni per migliorare l’adeguatezza delle prestazioni pensionistiche, realizzati con le operazioni di ridistribuzione dell’integrativo e della maggiore rivalutazione dei montanti.

Ed è anche da queste importanti operazioni che ripartiremo, nel segno della continuità e di ciò che abbiamo compiuto negli ultimi otto al fianco del Presidente uscente Valerio Bignami. Trasparenza, solidarietà, autonomia, responsabilità, sono solo alcuni dei valori che hanno improntato la lunga presidenza di Valerio Bignami e a cui terremo fede anche nei prossimi anni, con una nuova squadra pronta a collaborare.

Una squadra che già nella sua composizione porta un importante elemento di innovazione: per la prima volta nella storia dell’EPPI, il Consiglio di Amministrazione vedrà la presenza di una rappresentanza femminile, oltre ad una ulteriore nel Consiglio di Indirizzo Generale. Un risultato significativo e poco prevedibile, posta la nota esiguità di libere professioniste iscritte, che si attesta da sempre a circa il 2% dell’intera platea di riferimento. Innovazione, inoltre, che dovrà contrassegnare anche i servizi, le opportunità e i sostegni che metteremo in campo per gli iscritti e i loro famigliari, a partire da una rinnovata attenzione alla prevenzione e all’assistenza sanitaria, ambiti nei quali lo Stato sempre più retrocede. Le coperture sanitarie già oggi attive con EMAPI, e un nuovo servizio di video consulto medico, andranno sicuramente implementate ed ulteriori ambiti oggi inesplorati dovranno essere attentamente indagati.

Tutto ciò sarà reso ancor più praticabile e percorribile certamente grazie al contributo dell’AdEPP e al confronto collaborativo ed interdisciplinare che esprimono i vertici delle categorie libero professionali rappresentate. Perché sono convinto che portando a fattor comune le diverse competenze ed esperienze che animano le nostre professionalità ed alimentano il vivere comune, riusciremo a trasformare l’insoddisfazione in una nuova e serena visione del futuro.