World Economic Forum. Ridotto il gender gap

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Nel 2022 il divario di genere si è ridotto, ma il World economic forum ha calcolato che occorreranno ancora 132 anni per raggiungere la parità tra uomo e donna nel mondo.

 

Saadia Zahidi Direttore del Forum ha dichiarato “Con l’aggravarsi delle crisi pandemica ed economica la forza lavoro femminile sta soffrendo e il rischio di regressione della parità di genere globale si intensifica ulteriormente” e ancora “l’uscita dalle crisi e la costruzione della  futura resilienza richiedono creatività e talento, che non possono fare a meno della diversità di genere”.

 

I risultati del 2022 a confronto con quelli del 2021 mettono in luce un miglioramento complessivo della parità di genere (dal 67,9% al 68,1%) come pure dei sotto-indicatori relativi alla “partecipazione economica e opportunità” che sale dal 58,7% al 60,3% e alla “salute e sopravvivenza” (che passa dal 95,7% al 95,8%). Purtroppo, invece, diminuisce il punteggio del sotto-indicatore relativo all’istruzione (dal 95,2% al 94,4%) mentre rimane quello dell’empowerment politico (22%).

 

Tra i 146 paesi sui quali è stata condotta l’indagine, nessuno ha ancora raggiunto la piena parità di genere.

 

Tra le prime economie che hanno colmato almeno l’80% dei rispettivi divari di genere troviamo una significativa rappresentanza dell’Europa nelle prime cinque posizioni ricoperte dall’Islanda (90,8%) al vertice della classifica, e dagli altri paesi scandinavi: Finlandia (86%, 2^), Norvegia (84,5%, 3^) e Svezia (82,2%, 5^). Le seguono da vicino l’Irlanda (80,4%) e la Germania (80,1%) rispettivamente in 9^ e 10^ posizione. Ma nelle prime dieci posizioni ci sono anche il Ruanda  (81,1%, 6^) e la Namibia (80,7%, 8^), insieme al Nicaragua (81%, 7^), alla Nuova Zelanda (84,1%, 4^). A livello di “regioni” è il Nord America in prima posizione avendo colmato il 76,9% del suo divario di genere.

 

Per quanto concerne la rappresentanza politica è noto che più donne nella leadership politica tendono a offrire un potente modello di ruolo per le generazioni successive e nelle decisioni riescono a rappresentare fasce più ampie della popolazione. I dati del Global Gender Gap Index mostrano che di tutti i capi di stato donne a livello globale, le più longeve nella posizione si trovano: in Germania (16,1 anni), Islanda (16 anni), Repubblica Dominicana (14,9 anni) e Irlanda (14 anni). La quota media di ministre a livello globale è quasi raddoppiata tra il 2006 e il 2022 (dal 9,9% al 16,1%) e ugualmente è aumentata la quota media globale di parlamentari donne, dal 14,9% al 22,9%.

 

E l’Italia?

Nel gap uomo-donna il nostro Paese si posiziona al 63° posto globale, subito dopo Uganda e Zambia e appena prima della Tanzania. Saranno necessari 151 anni per eliminarlo. Per quanto riguarda la partecipazione economica, che comprende il tasso di partecipazione al mondo del lavoro, il divario retributivo di genere,  il reddito da lavoro, la presenza di donne nelle posizioni apicali, tra i legislatori e nelle professioni ad alta specializzazione, il nostro Paese passa dalla 114^ alla 110^ posizione, con un miglioramento minimo (0,003 punti) rispetto all’anno precedente.