Oliveti “Incentivare Investimenti. Agire sulla leva fiscale per liberare risorse”

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“Le casse di previdenza e i liberi professionisti italiani guardano con profondo senso di responsabilità al sistema Paese nel quale lavorano, anche per cercare di contribuire a sostenere aziende, imprese, famiglie, mondo sociale e terzo settore nella definizione delle migliori e più efficienti azioni quotidiane” così il Presidente dell’Enpam e dell’AdEPP, Alberto Oliveti nel suo editoriale pubblicato, nei giorni scorsi, su Milano Finanza.

“Con un capitale umano di 1,7 milioni di professionisti intellettuali, oltre 100 miliardi di euro di patrimonio gestito, 11,5 miliardi di euro di contributi previdenziali incassati e 7,7 miliardi di euro di prestazioni erogate ogni anno – scrive Oliveti – le casse di previdenza svolgono un ruolo cruciale nella costruzione di progetti di lungo termine, puntando alla definizione di politiche di previdenza e welfare che guardano doverosamente a una sostenibilità nel tempo su orizzonti molto lontani; la ricerca di rendimenti stabili nel tempo è, infatti, sempre correlata a livelli di rischio coerenti con la loro missione e con la diversificazione di asset class e di mercati”.

Ed ancora. “In tale contesto – reso ancora più complesso da fattori di forte preoccupazione sul piano sociale internazionale e di congiuntura economica mondiale – le casse possono imprimere una ulteriore spinta con investimenti ancora più mirati, correlati alla loro missione istituzionale: se, da un lato, è fondamentale assicurare previdenza e welfare ai professionisti, tutelando il lavoro professionale sottostante da cui nascono i contributi previdenziali, dall’altra, le opportunità correlate alla attuazione del Pnrr possono aprire a nuove valutazioni strategiche di investimenti sul capitale umano dei liberi professionisti, ma anche a differenti evoluzioni di gestione del patrimonio delle Casse”.

Un patrimonio che per il Presidente dell’Enpam e dell’AdEPP sta attraversando una riflessione basti pensare a quello immmobiliare sul quale “gli Enti potrebbero accelerare un processo che progressivamente sta virando da una gestione di natura diretta – che negli anni ha consentito una generazione di flussi di cassa, ma, allo stesso tempo ha reso necessario affrontare costi, diretti e indiretti – a una gestione che, invece, vede entrare con un ruolo di primo piano player qualificati – con cui valutare e definire progressivi e coerenti piani di dismissione, compatibilmente con la situazione di mercato – e l’investimento in fondi chiusi, con una diversificazione del rischio sia a livello geografico, sia come asset class”.

E poi c’è il tema legato alla rigenerazione urbana, alla riqualificazione di spazi, la rinascita di aree e quartieri, “la cui centralità viene direttamente riconosciuta dal Pnnr e indirettamente introdotta in molti altri contesti del Piano. Interessanti i numeri elaborati da Coima, che misura in oltre 54 miliardi di euro il possibile impatto complessivo delle sei missioni del Pnrr per le città italiane e il territorio nazionale; un valore che potrebbe arrivare a superare gli 85 miliardi di euro includendo gli investimenti nelle infrastrutture”.

“Per poter ulteriormente incentivare questi investimenti conclude Oliveti – capaci di generare un importante circolo virtuoso nella nostra economia reale, riteniamo utile agire sulla leva fiscale: per liberare nuove risorse sarebbe importante riflettere su una proposta di defiscalizzazione della gestione patrimoniale delle casse di previdenza e, al contempo, promuovere una semplificazione normativa e nei controlli, rivedendo parametri di sostenibilità che oggi ci impongono di accantonare riserve enormi. In tal modo potremmo più efficacemente svolgere il nostro ruolo di investitori istituzionali nell’azione di sostegno al Paese anche nella profìcua relazione con il mondo privato”.