Nuovo studio su pensioni e raccomandazioni specifiche di riforma agli Stati membri

Una recente ricerca di Jan Helmdag e Niko Väänänen (ETK – ente pensionistico finlandese membro di ESIP) esplora le dinamiche delle raccomandazioni di riforma delle pensioni (Pensions Reform Recommendations – PRR) nel quadro della governance socio-economica dell’UE. Pubblicato sul Journal of Common Market Studies, lo studio analizza l’interazione tra sostenibilità finanziaria, adeguatezza delle prestazioni e modernizzazione nella definizione delle politiche pensionistiche degli Stati membri dell’Unione europea. I dati dello studio riguardano oltre 438 raccomandazioni emesse dalla Commissione tra il 2011 e il 2023 e mostrano che il 70 % di queste ha posto l’accento sulla sostenibilità finanziaria (un riflesso della pressante urgenza dell’UE di far fronte alle sfide della demografia avversa). Già nel 2022, oltre il 21% della popolazione dell’UE aveva oltre 65 anni, con l’indice di dipendenza degli anziani che dovrebbe passare dal 33% nel 2022 al 57% entro il 2100. Gli autori sostengono che misure come l’innalzamento dell’età pensionabile e la limitazione dei percorsi di pensionamento anticipato hanno avuto la precedenza, rappresentando quasi un terzo di tutte le raccomandazioni specifiche sulle riforme pensionistiche rivolte agli Stati membri. I Paesi che ricevono assistenza finanziaria dall’UE, come la Grecia e Cipro, si sono confrontate nel 96% dei casi con raccomandazioni incentrate sulla prudenza fiscale. Al contempo, l’analisi rivela che nelle raccomandazioni specifiche sulle riforme pensionistiche si presta meno attenzione all’adeguatezza e alla modernizzazione delle pensioni, mentre quelle mirate alla riduzione della povertà o all’uguaglianza di genere nelle pensioni rappresentano meno del 5% del totale. Se da un lato la sostenibilità è fondamentale, dall’altro sottovalutare gli aspetti dell’adeguatezza delle pensioni rischia di aumentare la povertà degli anziani, e trascurare la modernizzazione perpetua le disparità di genere nei sistemi pensionistici. A titolo esemplificativo, lo studio cita i casi di paesi come l’Estonia e la Romania, con alti tassi di povertà tra le popolazioni anziane, hanno ricevuto indicazioni limitate su questi temi. Puntando i riflettori sulla predominanza della sostenibilità finanziaria nella governance dell’UE Helmdag e Väänänen sostengono la necessità di ricalibrare le priorità per garantire che i sistemi pensionistici rimangano equi e adattivi nel contesto dei cambiamenti demografici. Il loro lavoro solleva alcune questioni sul futuro delle politiche socio-economiche nell’UE e sul ruolo di quadri di governance come il Semestre europeo nella definizione delle politiche degli Stati membri (ndr nel 2024 tale governance è stata riformata e il Semestre europeo ha integrato il quadro di convergenza sociale nelle materie di competenza del Comitato protezione sociale).