La spesa in tecnologie digitali degli studi professionali cresce nel 2024 e tocca 1.954 milioni di euro, raggiungendo il + 3,5% rispetto all’anno precedente. Sono solo alcuni dei dati contenuti nell’ultimo studio targato Politecnico di Milano presentasti durante l’evento dal titolo “Professionisti, alla ricerca di un equilibrio tra tradizione e innovazione”.
“I professionisti italiani stanno affrontando la sfida del digitale con velocità diverse in relazione alle singole categorie e alle dimensioni degli studi, ma è necessario correre di più – ha commentato durante la presentazione Claudio Rorato, responsabile scientifico e direttore dell’Osservatorio
A investire di più sono gli studi multidisciplinari, scelta, secondo il report, dalla necessità di integrare competenze differenti, offrire un ventaglio di servizi più articolato e da a obblighi di legge o a semplici necessità operative vedi call e webinar. Quest’ultimi, servizi già presenti per il 65% degli intervistati.
Il tutto affrontando una spesa media di 28.200 euro, rispetto a 12.900 dei monodisciplinari.
Secondo il report, la spesa media per il digitale è di 14.300 euro per i consulenti del lavoro, 14.000 euro per i commercialisti e 10.400 euro per gli avvocati.
Zero tecnologia, invece, è diffusa in più del 50% in tutte le professioni e quelle avanzate hanno un’adozione ancora molto limitata.
Le soluzioni di business intelligence oscillano tra il 4% e il 10% a seconda della categoria, diffuse nel 4% degli studi di micro dimensione e nel 32% dei grandi studi, mentre quelle di intelligenza artificiale spaziano tra il 12% e il 17% a secondo della professione e tra l’11% e il 21% a seconda della dimensione.






