Il Comitato amministratore della Gestione separata ha approvato oggi una serie di misure volte da
un lato al miglioramento dei trattamenti previdenziali e dall’ altro all’introduzione di nuovi strumenti
di welfare.
Le principali misure approvate – che andranno a regime solo dopo la prescritta approvazione da
parte dei Ministeri vigilanti – riguardano:
- l’incremento graduale del contributo soggettivo;
- l’incremento dal 2% al 4% del contributo integrativo;
- l’assunzione dell’onere da parte della Gestione Separata dell’Inpgi della copertura
Casagit in favore di determinate fasce deboli di iscritti - l’introduzione della maternità a rischio, con il pagamento di un’ulteriore mensilità
dell’indennità; - revisione dei criteri per l’accesso all’ una tantum in luogo della pensione;
- l’estensione in favore dei giornalisti CO.CO.CO – che percepiscano un compenso annuo
non inferiore a 3 mila euro – della garanzia della copertura assicurativa per infortuni
professionali; - l’introduzione del trattamento di disoccupazione anche in favore dei giornalisti titolari di
CO.CO.CO iscritti in via esclusiva alla Gestione separata Inpgi, non pensionati e privi di
partita IVA che abbiano perso involontariamente la propria occupazione; - la semplificazione dei termini di scadenza della comunicazione reddituale alla Gestione
separata da parte degli iscritti.
“Si tratta di un intervento organico e complessivo – ha dichiarato la Presidente dell’Inpgi Marina
Macelloni – che riforma e rimodula il regolamento della gestione separata a vent’anni esatti dalla
sua costituzione. Da allora il mondo del lavoro autonomo è molto cambiato per tutti, per noi
giornalisti in maniera particolare. Vent’anni fa i cosiddetti free lance erano una parte marginale
della categoria, oggi sono più numerosi dei lavoratori dipendenti, il lavoro autonomo è diventato la
nuova forma di lavoro per tutti quelli che sono stati espulsi dalle redazioni a causa dei processi di
ristrutturazione delle aziende o per tutti i giovani colleghi che non riescono ad avere un contratto a
tempo indeterminato. Era necessario quindi, oltre che doveroso e responsabile, cercare di dare
risposte e tutele previdenziali e di welfare alle attese di questi colleghi.”
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