“Uno dei dati che affiora dalla ricerca (in allegato) è la disinformazione come causa di mancata partecipazione dei giovani ai programmi europei di mobilità…ad affermarlo Giacomo D’Arrigo, direttore generale agenzia nazionale per i giovani, nella prefazione dello studio ed aggiunge “Emerge quindi la necessità di continuare ad implementare le nostro politiche attive sul territorio al fine di divulgare i dettagli della nuova programmazione 2014.-2020”.
Quale il primo suggerimento? “E’ fondamentale – scrive D’Arrigo – partire dalle esperienze di chi ha preso parte ai passati programmi (Erasmus, Leonardo, Gioventù in azione), sottolinearne gli aspetti positivi ed il valore aggiunto acquisito in termini di crescita personale e professionale”.
La ricerca, promossa dalla Commissione Esteri, Mobilità e Cooperazione Internazionale del Forum Nazionale Giovani, ha coinvolto 174 partecipanti di età compresa tra i 15 ed i 36 anni, con una media di 26, di cui il 57.5% uomini ed il 42.9% donne. È interessante notare la presenza di differenze significative tra i due gruppi (uomini e donne) per quanto riguarda la percentuale di universitari (di cui 18.9% donne e 17.2% uomini).
Il progetto è stato portato avanti per comprendere quanti e quali tipologie di giovani viaggiano, quanti si muovono attraverso i programmi europei, e quali sono sia le aspettative che le reali competenze che un giovane si porta con sé al termine di un’esperienza all’estero. Tra i dati positivi emerge che i giovani oggi usano la mobilità come strumento di sviluppo delle proprie competenze e qualità.







