Cassano: “Liberare potenzialità economico/finanziarie degli Enti”

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“Il tema degli investimenti degli Enti previdenziali di base privati e privatizzati è certamente di grande rilevanza nell’attuale contesto economico, e perciò è all’attenzione del Governo, in considerazione: – sia dell’ingente massa patrimoniale accumulata da tali Enti che ha raggiunto i 70 miliardi di euro; – sia della necessità di preservare gli investimenti in essere e quelli futuri al soddisfacimento della funzione primaria degli Enti (trattamento previdenziale e di welfare per i professionisti assicurati nei prossimi cinquant’anni); – sia dell’opportunità di utilizzare una parte di tali risorse per lo sviluppo economico del Paese, riconoscendo quindi a tali enti un ruolo ulteriore nella produzione del Pil nazionale”, così il Sottosegretario al Ministero del Lavoro, Massimo Cassano, nel suo messaggio inviato al forum degli investitori istituzionali organizzato da MondoInstitutional.

“A tal riguardo, come a voi noto, l’ormai prossimo Decreto ministeriale di regolamentazione finalmente disciplinerà la materia in maniera organica, così come l’anno scorso è avvenuto per i fondi di previdenza complementare – sottolinea il senatore Cassano –  fissando le modalità di gestione delle risorse, i criteri ed i limiti degli investimenti ed altri istituti, come il depositario ed i conflitti di interesse, pur sempre nella salvaguardia dell’autonomia degli enti nelle scelte di merito. Particolare attenzione sarà posta agli aspetti della selezione dei gestori e del depositario, al regime prudenziale per gli investimenti immobiliari ed alla trasparenza informativa sulle passività previdenziali dei vari enti. Dopo l’intervento del 2012 sulla sostenibilità cinquantennale dei bilanci, infatti, la stagione delle criticità per il sistema previdenziale dei liberi professionisti non è ancora passata, e nel futuro si concretizzeranno gli effetti di due dati ancora negativi del settore, e cioè, da un lato, l’incremento fisiologico delle prestazioni previdenziali in ragione del dato demografico generale caratterizzato dall’aumento del numero dei pensionati e, dall’altro, la contrazione ancora permanente dei redditi soggetti a contribuzione”.

E il Sottosegretario punta il dito contro la diminuzione del numero di lavoratori autonomi attivi “Afiglia della crisi e della riduzione della domanda interna, ma anche di una certa sfiducia dei giovani che trovano ostacoli nell’accesso alla carriera, nei costi gravosi e nei rischi della professione, oltre che nella carenza di un completo ed efficace sistema di welfare. Dati significativi su tali temi perverranno dai bilanci tecnici triennali dei singoli Enti e sarà certamente all’attenzione degli uffici ministeriali preposti verificare come la politica degli investimenti si farà carico di compensare l’indebolimento progressivo del sistema derivante da fattori di mercato. Come ho già avuto modo di osservare, e come anche si chiede ormai insistentemente da più parti, pubbliche e private, si rende urgente pure una manovra di riequilibrio del settore, di vasto respiro, che affronti e risolva annose problematiche che gravano sugli Enti previdenziali, riducendone la capacità di intervento. Mi riferisco principalmente ai temi ormai storici della natura privata/funzione pubblica degli Enti, e della eccessiva tassazione degli investimenti, ai quali si aggiungono quello di una necessaria riorganizzazione strutturale dei soggetti a cui è affidato il compito di gestire la previdenza privata e di una disciplina dell’intera previdenza professionale che tenda ad un’omogeneizzazione delle contribuzioni e dei trattamenti. Solo in tal modo si potranno soddisfare i principi di equità intergenerazionale ed intercategoriale, nonché di efficienza ed economicità del settore, cha risulta tuttora ancorato ad un disegno istituzionale manifestamente corroso dai notevoli mutamenti intervenuti nella società”.

Il tema della tassazione  – conclude il Sottosegretario Cassano – oggi conosce la novità del Dm 19 giugno 2015, pubblicato nella Gu del 30 luglio, sul credito d’imposta in favore degli Enti di previdenza obbligatoria e complementare, che appunto a partire dal prossimo anno attribuirà un bonus fiscale a quegli Enti che, nei limiti consentiti, investiranno risorse finanziarie in settori produttivi strategici per l’economia nazionale, concretizzando finalmente quel ruolo che gli enti stessi rivendicano di sostegno alla ripresa economica del Paese. Sono consapevole che già oggi  circa il 50% delle risorse di tali Enti è destinato ad investimenti indirizzati al Paese, ma questi sono finalizzati quasi esclusivamente alla redditività dei patrimoni e sono assolutamente privi di provvidenze incentivanti, mentre sono assoggettati integralmente ai rischi dei mercati finanziari. Oggi si rende necessario invece un cambio di passo che liberi le notevoli potenzialità economico/finanziarie degli Enti previdenziali. Non posso quindi che compiacermi del generale apprezzamento favorevole proveniente in proposito da parte dei vertici degli Enti interessati, che pure hanno contribuito criticamente al varo della disciplina, dopo lo sconcerto per l’aumento degli ultimi anni, e ritengo che l’applicazione della normativa rappresenti un test significativo anche nella prospettiva di
un suo miglioramento tecnico che tenga conto sia dell’interesse nazionale che di quello delle casse professionali. E’ certo un primo intervento al quale dovranno seguirne altri, e che potrà dimostrare come l’alleggerimento della pressione fiscale può rappresentare un concreto fattore di crescita dell’economia reale nell’attuale contesto”.