Nonostante l’impegno contro il Covid-19, il decreto legge Liquidità blocca il pagamento dell’indennizzo di 600 euro a tutti i medici e agli odontoiatri. La norma ha infatti cambiato le condizioni per l’accesso al beneficio statale, riservandolo ai soli professionisti iscritti esclusivamente a un ente di previdenza.
Dal punto di vista pratico l’Enpam deve bloccare 25.262 bonifici che stavano per essere inviati già da domani ai medici e agli odontoiatri che ne avevano diritto.
“Grazie a questa norma dobbiamo dire ai nostri iscritti che tutti i pagamenti sono congelati e che nella migliore delle ipotesi li riceveranno dopo aver integrato la domanda con un’ulteriore autocertificazione – spiega il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti –. Agli specializzandi e ai dipendenti, magari part time, che in questo momento stanno rischiando la vita, è andata anche peggio perché per loro l’indennizzo di 600 euro è cancellato del tutto. Davvero un bel modo per ringraziare i medici e augurare loro buona Pasqua.”
La norma che ha cambiato le carte in tavola è l’articolo 34 del decreto legge 23/2020. Gli specializzandi sono ora esclusi dall’indennizzo dei 600 euro poiché, oltre all’Enpam, sono costretti a pagare la gestione separata Inps sulle loro borse di studio. Analoga esclusione vale per i dipendenti soggetti a contribuzione Inps o ex Inpdap. Il decreto legge ha inoltre ribadito che l’indennizzo non può essere chiesto dai pensionati.
I medici e gli odontoiatri sono stati penalizzati anche sul fronte del decreto legge “Cura Italia” che è in via di conversione: “Siamo amareggiati anche per la bocciatura dell’emendamento che avrebbe detassato gli aiuti che l’Enpam concedere utilizzando propri fondi – aggiunge Oliveti –. Per i nostri liberi professionisti abbiamo deliberato mille euro al mese per tre mesi. Per come stanno attualmente le cose, e sempre che ci concederanno di erogarli, i medici e i dentisti dovranno pagare le imposte su questi mille euro, anche se derivano da un patrimonio già tassato. Una sorta di anatocismo di Stato. Di certo un’ingiustizia, che speriamo venga corretta.”