Pandemia. Sassoli “Non si può tornare al mondo di prima”

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“La via europea, ci ha permesso di evitare la concorrenza tra i paesi europei e impedire che paesi ricchi si accaparrassero la maggior parte dei vaccini,” ha affermato il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. “Sono fortemente contrario a qualsiasi accordo bilaterale e vi chiedo di essere chiari nel rifuggire ogni tentazione di nazionalismo sui vaccini. Un approccio comune consente anche di monitorare, indagare e sanzionare ogni tentativo di frode ai danni degli stati membri.”

“Ovviamente le case farmaceutiche dovrebbero onorare i loro obblighi contrattuali, ma dovremmo anche continuare ad agevolare tutte le soluzioni pratiche di concessione di licenze che permettano di accelerare la vaccinazione su grande scala dei nostri cittadini. Per aumentare in tempi rapidi la produzione è essenziale affrontare le carenze e le strozzature nella catena di approvvigionamento. La nostra ripresa economica sarà più forte se la diffusione dei vaccini sarà maggiore”, ha aggiunto.

Le campagne di vaccinazione possono avere successo solo se c’è la fiducia da parte dei cittadini, ha asserito il presidente Sassoli, affermando che: ” La risposta alla crisi deve prevedere più democrazia”.

Sassoli ha anche sottolineato la necessità per l’UE di svolgere un ruolo più importante nella salute pubblica. “La pandemia ci ha mostrato infatti che decisioni importanti sulla sicurezza, la salute, l’approvvigionamento di materiale medico e di vaccini, la ricerca e la produzione, la regolazione della circolazione e della apertura e chiusura delle nostre frontiere possono essere pienamente governate solo nella dimensione europea”.

Rivolgendosi poi ai capi di Stato e di governo nel corso del Vertice euro del 25 febbraio, il Presidente ha aggiunto: “La lezione che ci offre la pandemia non potrà farci tornare al punto di partenza. Sarebbe un errore, uno spreco di energie e non avremmo la possibilità di affrontare le sfide future. Siamo chiamati a costruire una politica europea della salute, radicando competenze precise in materia nelle istituzioni dell’Unione Europea”.