L’UE sta facendo progressi significativi nell’implementazione delle misure di digitalizzazione previste dal dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), del Next Generation EU. La trasformazione digitale, uno dei sei pilastri fondamentali dell’RRF, è una priorità condivisa per tutti i Paesi membri dell’UE, alla quale sono destinati 26 % dei finanziamenti complessivi, pari a circa 648 miliardi di euro. Si tratta di obiettivi digitali in vari ambiti, con una particolare attenzione alla digitalizzazione dei servizi pubblici che rappresentano la più ampia porzione di investimento della transizione digitale con l’obiettivo di rendere completamente accessibili tutti i principali servizi pubblici a tutti i cittadini e le cittadine, comprese le persone con disabilità, entro il 2030. Come noto ciascuno Stato membro ha elaborato un proprio PNRR che include sia riforme che investimenti progettati per sostenere la digitalizzazione dei servizi pubblici e l’e-government. Un terzo delle spese digitali finanziate dal RRF, circa 37% o 53 miliardi di euro, è dedicato a queste iniziative.
Le riforme cercano principalmente di stabilire una solida base legale per la digitalizzazione, mentre gli investimenti puntano a modernizzare i processi di amministrazione pubblica. L’obiettivo è renderli più user-friendly, interoperabili, e facilmente accessibili, incentivandone così l’uso da parte di cittadini e imprese.
Dal 2021, l’attuazione del RRF è ben avviata e proseguirà fino al 2026. La Commissione Europea, nella sua recente valutazione di metà periodo, ha constatato che, nonostante alcuni ritardi legati alla revisione dei piani nel 2023, l’implementazione è sostanzialmente in linea con le aspettative. Al mese di giugno 2024, sono stati erogati complessivamente 240 miliardi di euro in finanziamenti a 27 Stati membri, raggiungendo circa il 37% dei fondi disponibili.
Il Parlamento europeo gioca un ruolo cruciale nell’assicurare la trasparenza e il controllo democratico di questo processo, affrontando regolarmente le questioni chiave con risoluzioni dedicate. I servizi pubblici digitali costituiscono una parte fondamentale del pilastro della trasformazione digitale del RRF. Il regolamento RRF richiede che ciascun PNRR dedichi almeno il 20% dell’allocazione totale a supporto degli obiettivi digitali. Complessivamente, i PNRR hanno superato questo obiettivo, dedicando il 26% della spesa a iniziative digitali. Le misure si concentrano su diverse aree strategiche, tra cui lo sviluppo di infrastrutture digitali avanzate, la formazione digitale della popolazione e della forza lavoro, il supporto alla digitalizzazione delle imprese, e la digitalizzazione dei servizi pubblici.
Per quanto concerne l’Italia, gli investimenti del PNRR per la digitalizzazione dei servizi pubblici comprendono il progetto “Cloud enablement per l’amministrazione pubblica locale” che mira a migrare i dati e le applicazioni delle amministrazioni locali su infrastrutture cloud sicure. Questo processo consentirà a ciascuna amministrazione di operare in ambienti cloud certificati, migliorando l’efficienza e la sicurezza dei servizi pubblici medesimi. Il progetto ha già raggiunto un traguardo significativo con l’assegnazione di tutte le gare per l’abilitazione al cloud. Gli obiettivi del PNRR connessi al cloud (M1C1-139 e M1C1-147) devono essere completati entro la metà del 2026.
Lo studio del Parlamento alcune considerazioni positive sul RFF e il programma di transizione digitale che rappresenta un passo fondamentale per il futuro dell’Unione europea. Mentre ci avviciniamo alla metà del periodo di implementazione, è chiaro che lo strumento di ripresa e resilienza (RRF) sta già avendo un impatto tangibile nella digitalizzazione dei servizi pubblici, contribuendo a creare un’amministrazione più moderna e accessibile in tutta l’UE. Mentre alcuni Paesi stanno facendo progressi più rapidi di altri, l’impegno comune verso la trasformazione digitale promette di portare benefici a lungo termine per tutti i cittadini e le cittadine europei.
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