L’Unione europea di fronte alla sfida delle competenze: le transizioni digitale, verde e demografica

L’Unione europea (UE) si trova oggi nel pieno di transizioni fondamentali che stanno cambiando radicalmente il mercato del lavoro e le competenze richieste. La trasformazione digitale, la transizione ecologica e il cambiamento demografico sono processi che comportano sfide cruciali sia per l’offerta che per la domanda di competenze nei diversi Stati membri. Questi mutamenti stanno rendendo obsolete alcune abilità, mentre ne creano di nuove, essenziali per i lavori del futuro. Allo stesso tempo, la diminuzione della forza lavoro in Europa, con un numero sempre più esiguo di persone pronte ad entrare nel mercato del lavoro, rende essenziale il miglior allineamento tra domanda e offerta di competenze.

L’importanza di identificare con precisione le competenze del futuro è più elevata che mai. La rapida diffusione delle nuove tecnologie digitali e la crescente necessità di affrontare il cambiamento climatico rendono difficile prevedere esattamente quali saranno le abilità più richieste nei prossimi anni. È fondamentale, pertanto, continuare a raccogliere e condividere informazioni precise e tempestive sull’andamento della domanda e offerta di competenze. Questo tipo di “intelligence” sulle competenze non è però sufficiente, è necessario che vari attori, dalle istituzioni ai datori di lavoro, utilizzino efficacemente queste informazioni per adeguare la formazione e l’offerta educativa alle reali esigenze del mercato.
Lo studio, condotto dal centro studi del parlamento europeo, rappresenta un’analisi delle diverse iniziative dell’UE per migliorare l’offerta di competenze. Nelle tre sezioni sono presenti una descrizione delle competenze attuali e di quelle attese per il futuro, una panoramica delle iniziative intraprese dall’UE per soddisfare la richiesta di competenze, conclusioni e raccomandazioni politiche. Si evidenzia come le politiche dell’UE siano principalmente focalizzate sull’offerta di competenze (competenze possedute dalle persone), mentre la domanda tende a essere stimolata con strategie industriali, piuttosto che tramite politiche specifiche sulle competenze connesse a studi predittivi.
Tra le principali misure introdotte dall’UE per potenziare l’offerta di competenze troviamo:
– La promozione dell’importanza dell’istruzione e formazione professionale (IFP) per migliorare l’allineamento delle competenze richieste;
– La creazione di infrastrutture per sostenere l’offerta di competenze, come il Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (Cedefop), l’agenzia dell’UE con sede a Salonicco;
– L’implementazione di obiettivi e target al 2030 nel piano d’azione del Pilastro europeo dei diritti sociali, per aumentare la partecipazione alla formazione degli adulti e migliorare i livelli di istruzione dei giovani;
– Misure per stimolare la formazione continua, come le raccomandazioni sull’adozione di Conti individuali di apprendimento (Individual Learning Accounts);
– La condivisione di informazioni e conoscenze tra Stati membri.

Queste misure si basano su una lunga tradizione di politiche per lo sviluppo delle competenze, iniziata già con la firma del Trattato di Roma nel 1957. Grazie a questa esperienza, l’Unione europea è in grado di rispondere in modo più flessibile alle sfide future.

I nuovi settori in crescita: dall’IA alla transizione verde
Con l’avvento dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie verdi, emergono nuove opportunità e richieste di competenze. L’IA, ad esempio, non solo potenzia le capacità nei lavori esistenti ma ne crea di nuovi, mentre l’economia circolare e la transizione verso modelli produttivi sostenibili aprono la strada a nuove attività come il riciclo e il riutilizzo dei prodotti. Tuttavia, rimangono incertezze legate a possibili rischi, tra cui la possibilità che l’IA possa rimpiazzare le competenze invece di valorizzarle e che il cambiamento climatico possa ridurre la praticabilità di certe attività economiche, come in alcune aree del Mediterraneo.
Parallelamente alle transizioni digitale e verde, il cambiamento demografico impone ulteriori sfide. La forza lavoro invecchia e diminuisce, aumentando la pressione sui sistemi sanitari e assistenziali che necessitano di più personale qualificato, anche in un mercato dove i lavoratori disponibili sono meno. In questa situazione, le nuove tecnologie possono rappresentare solo una soluzione parziale, e non sufficiente per evitare carenze di competenze e forza lavoro nel medio termine.

L’incertezza legata all’evoluzione della domanda di competenze rende necessario un ampio spettro di politiche e misure. A livello europeo e nazionale, gli Stati membri, le imprese e i singoli individui devono compiere scelte strategiche rispetto all’adozione di nuove tecnologie e alle competenze da sviluppare. Non esiste una predeterminazione tecnologica che imponga un’organizzazione specifica del lavoro o una configurazione unica delle competenze richieste. Un’unica tecnologia può, infatti, richiedere competenze molto diverse a seconda delle scelte strategiche dei responsabili della sua introduzione.
La politica europea delle competenze punta a fornire indicazioni per orientare gli investimenti nella formazione. L’UE ha fatto investimenti significativi per migliorare l’accesso alle informazioni sul mercato del lavoro, orientando così le scelte verso le competenze più richieste. Ma sono necessari sforzi ulteriori per assicurare che l’offerta sia di alta qualità e che non vi siano ostacoli che impediscano lo sviluppo delle competenze. Questo approccio richiede una stretta collaborazione a livello europeo e tra gli Stati membri, con il coinvolgimento dei partner sociali per condividere le migliori pratiche in base ai contesti nazionali, regionali o settoriali.

Conclusioni
Secondo lo studio, grazie ai fondi europei e alla collaborazione tra paesi, l’UE è riuscita a migliorare progressivamente i livelli di competenza della forza lavoro, con un aumento delle persone in possesso di qualificazioni elevate e di professionisti specializzati. Gli sforzi per prevedere le competenze future, grazie ai rapporti del Cedefop, stanno avendo un impatto positivo. Permangono, tuttavia, delle sfide quali il persistente problema della partecipazione disomogenea alla formazione (da parte di giovani e adulti, persone qualificate e no, persone con disabilità, ecc.); le disuguaglianze di genere nel settore IT; e il fenomeno della sovra-qualificazione rispetto alle competenze realmente richieste. La collaborazione tra UE e Stati membri, tra Stato membri e una visione comune per lo sviluppo delle competenze sono essenziali per garantire la competitività e la prosperità dell’Unione in un’economia in continua evoluzione.

Per consultare lo studio proseguire al link