La fornitura di acqua potabile pulita, una risorsa vitale e un bene pubblico, è considerata una questione di salute pubblica. Molti cittadini europei hanno già accesso a un’acqua potabile pulita e sicura a un prezzo accessibile. Tuttavia, questioni emergenti quali la carenza idrica, la siccità e la presenza di sostanze chimiche o di microplastiche nell’acqua destano preoccupazioni di tipo sociale e ambientale. Il 16 dicembre la Commissione europea ha presentato una dichiarazione sul diritto all’acqua potabile pulita nell’UE durante la sessione plenaria del Parlamento di dicembre 2024 a Strasburgo. Il Parlamento europeo ha costantemente difeso l’accesso all’acqua potabile come diritto umano e ha sostenuto il lavoro dei difensori dei diritti ambientali a tutela del diritto all’acqua. Gli europarlamentari hanno inoltre espresso preoccupazione per la protezione delle fonti di acqua potabile, hanno sottolineato la necessità di ripristinare e migliorare la qualità dell’acqua e hanno insistito sulla necessità di affrontare la questione dell’inquinamento delle acque superficiali e sotterranee parallelamente all’attuazione del principio “chi inquina paga”.
Contesto
La prima iniziativa dei cittadini europei “Right2Water” ha raccolto più di 1,8 milioni di firme. In risposta, nel 2018 la Commissione ha proposto una revisione della direttiva sull’acqua potabile, che risaliva al 1998. Il Parlamento e il Consiglio hanno adottato la proposta nel 2020 come rifusione della direttiva sull’acqua potabile e le nuove norme si applicano dal 12 gennaio 2023. La direttiva sull’acqua potabile fa parte della politica dell’UE in materia di acque, insieme alla direttiva quadro sulle acque – strumento fondamentale dell’UE per la protezione delle acque – nonché alla direttiva sulle acque sotterranee e alla direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, entrambe attualmente in fase di revisione.
Quadro giuridico attuale
La direttiva sull’acqua potabile, per garantirne la massima qualità, ha aggiornato le norme di sicurezza, ha istituito una metodologia per individuare e gestire i rischi di qualità lungo la catena di approvvigionamento idrico, ha istituito un elenco di controllo delle sostanze emergenti, quali le microplastiche e gli interferenti endocrini, e ha introdotto disposizioni di conformità per i prodotti da utilizzare a contatto con l’acqua potabile. Il primo elenco di controllo, adottato nel 2022, consente il monitoraggio di due interferenti endocrini, il beta-estradiolo e il nonilfenolo. In linea con i principi del pilastro europeo dei diritti sociali, la direttiva sull’acqua potabile prevede l’obbligo per i paesi dell’Unione europea di migliorare l’accesso all’acqua potabile sicura, in particolare per i gruppi vulnerabili ed emarginati. Nel gennaio 2024 la Commissione ha introdotto nuovi requisiti minimi in materia di igiene per i materiali e i prodotti che entrano in contatto con l’acqua potabile. Le norme si applicheranno dal 31 dicembre 2026 e dovrebbero prevenire la crescita microbica e ridurre il rischio di lisciviazione di sostanze nocive nell’acqua potabile. Da maggio 2024 una metodologia armonizzata consente ai paesi dell’Unione di misurare le quantità di microplastiche nell’acqua potabile.
Preoccupazioni relative alle PFAS
Le aree circostanti i siti di produzione, fabbricazione e applicazione industriale, nonché gli aeroporti e le basi militari, sono risultate particolarmente contaminate da sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS), un’ampia classe di sostanze chimiche sintetiche note come “sostanze chimiche eterne” a causa della loro struttura quasi indistruttibile. Di norma, le PFAS penetrano nel suolo, si infiltrano nelle acque sotterranee e possono quindi arrivare nei rubinetti attraverso i sistemi di distribuzione dell’acqua. Un’ampia ricerca commissionata dal Consiglio nordico dei ministri sottolinea che circa il 3% della popolazione europea accede a un’acqua potabile con PFAS superiori ai limiti regolamentari. Secondo la stessa relazione, l’onere che le PFAS comportano per i sistemi sanitari nello spazio economico europeo (SEE) è compreso tra 52 e 84 miliardi di euro all’anno. Nel corso del tempo le PFAS regolamentate sono state sostituite da PFAS a catena corta, che tuttavia destano preoccupazioni analoghe. Un’indagine condotta dal quotidiano francese Le Monde e dal Forever Pollution Project, pubblicata nel 2023, traccia 21.500 presunti siti di contaminazione in tutta Europa. La rifusione della direttiva sull’acqua potabile ha introdotto due nuovi parametri PFAS da monitorare: “totale PFAS” e “somma PFAS”. I paesi dell’UE devono rispettare i valori limite – rispettivamente 0,5 μg/l e 0,1 μg/l – entro il 12 gennaio 2026.







