Dalle Alpi all’Egeo, l’acqua attraversa ogni angolo dell’Unione europea, alimentando comunità, ecosistemi ed economie. Ma oggi, tra cambiamenti climatici, inquinamento e crescente domanda, l’Europa si trova davanti a una crisi idrica senza precedenti. La risposta arriva con una nuova e ambiziosa iniziativa della Commissione europea: la Strategia per la Resilienza Idrica dell’UE.
Presentata ufficialmente il 4 giugno 2025, la strategia punta a proteggere e ripristinare il ciclo dell’acqua in Europa, contrastando l’inquinamento alla fonte e garantendo risorse idriche sostenibili per le generazioni future. Con oltre 23 milioni di cittadini privi di accesso all’acqua potabile sicura e un terzo degli europei che già oggi subiscono gli effetti della scarsità idrica, l’UE cambia marcia. Il piano rappresenta un cambio di paradigma, con l’efficienza idrica al centro delle politiche ambientali ed economiche. A fronte di un aumento del fabbisogno globale, la Commissione sottolinea che l’acqua non può più essere data per scontata.
Le stime parlano chiaro: investire nella gestione sostenibile dell’acqua potrebbe far risparmiare fino a 2,8 miliardi di euro all’anno e generare 9.000 nuovi posti di lavoro. Con questo obiettivo, la strategia viene affiancata da investimenti mirati attraverso la politica di coesione dell’UE, con 24 miliardi di euro già destinati a interventi nel settore idrico.
La strategia si concentra su sei aree di investimento prioritarie (pilastri fondamentali):
- Raccolta e trattamento delle acque reflue;
- Gestione e conservazione delle risorse idriche;
- Fornitura di acqua potabile;
- Infrastrutture a basso impatto energetico;
- Monitoraggio e gestione delle acque meteoriche;
- Prevenzione del rischio di alluvioni e siccità.
La maggior parte delle risorse verrà destinata al miglioramento delle infrastrutture fognarie, fondamentali per proteggere la salute pubblica e combattere l’inquinamento.
La Strategia per la Resilienza Idrica promuove un approccio integrato e sostenibile. Tra le misure più innovative: il ripristino di suoli, foreste, zone umide e piane alluvionali per rafforzare la capacità naturale del territorio di trattenere l’acqua, e il sostegno all’agroecologia e all’agricoltura biologica. Si promuove inoltre l’uso di acque reflue trattate in agricoltura e lo sviluppo di sistemi di allerta precoce per far fronte a eventi estremi.
Le sfide idriche variano fortemente tra Stati membri. Paesi come Romania, Polonia, Spagna e Italia hanno già investito massicciamente nel settore idrico tramite la politica di coesione. Altri, invece, non hanno destinato fondi a questo ambito, privilegiando altre priorità. Questa diversità è affrontata con un approccio territoriale personalizzato, che garantisce investimenti mirati dove servono di più.
La strategia include un sistema di monitoraggio e valutazione per verificare l’impatto degli investimenti: dalla riduzione delle perdite nei sistemi idrici all’aumento del numero di cittadini con accesso a servizi idrici adeguati. I progetti già avviati testimoniano l’efficacia di questo modello. In Croazia, ad esempio, oltre 27 km di nuove tubature assicurano oggi acqua potabile di qualità. In Romania, i fondi UE hanno migliorato le infrastrutture sanitarie nelle aree rurali. E sul confine ungherese-serbo, progetti comuni stanno affrontando sia la scarsità che il rischio di inondazioni.
Con la Strategia per la Resilienza Idrica, l’Europa afferma chiaramente che l’acqua è una priorità strategica, essenziale non solo per l’ambiente, ma anche per la sicurezza e lo sviluppo economico. Si tratta di molto più che costruire impianti: è un progetto per un’Europa più verde, più sana e più preparata. In un mondo sempre più incerto, la resilienza idrica è ormai parte integrante del futuro europeo.
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