I leader dei principali gruppi del Parlamento europeo chiedono un bilancio ambizioso per un’Europa più forte

In un momento storico segnato da incertezza globale, crisi ambientali e conflitti armati alle porte dell’Europa, i leader dei gruppi di maggioranza del Parlamento europeo – Partito Popolare Europeo (PPE), Socialisti & Democratici (S&D), Renew Europe e Verdi/ALE – rilanciano la necessità di un bilancio europeo all’altezza delle sfide future.

Con una dichiarazione congiunta, i capigruppo accolgono con favore le proposte della Commissione europea sul nuovo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) post-2027, segnando l’inizio ufficiale delle trattative sul bilancio a lungo termine dell’Unione. “In un mondo instabile, con una guerra in corso sul nostro continente e sfide crescenti sul fronte climatico, della sicurezza, dell’economia e dello stato di diritto, l’Unione europea deve poter agire con decisione e unità,” affermano i leader parlamentari. “Nessuno Stato membro può affrontare da solo sfide di tale portata.”

Secondo la dichiarazione, il bilancio dell’UE deve essere uno strumento strategico per rispondere alle attese dei cittadini e rafforzare la capacità d’azione dell’Unione. I leader invocano un quadro finanziario pluriennale (QFP) ambizioso e rafforzato rispetto al periodo 2021-2027, dotato di una reale capacità di risposta alle crisi e in grado di sostenere le priorità comuni senza compromettere il rimborso del debito legato al Next Generation EU.

Particolare attenzione viene riservata al rispetto del ruolo del Parlamento europeo nel processo decisionale. I gruppi ribadiscono che qualsiasi riforma del bilancio dovrà garantire il pieno coinvolgimento dell’unica istituzione eletta direttamente dai cittadini europei, con poteri legislativi, di bilancio e di controllo. 

Critiche sono rivolte all’introduzione dei cosiddetti “Piani di partenariato nazionali e regionali” che, nella forma attuale, secondo i firmatari, rischiano di compromettere la dimensione europea della spesa e di ridurre la trasparenza democratica. “Il Parlamento non accetterà alcuna rinazionalizzazione delle politiche faro dell’Unione,” si legge nella nota. 

Al centro della discussione anche il rispetto dei valori fondamentali dell’Unione. I leader riaffermano che l’accesso ai fondi europei deve restare condizionato al rispetto della Carta dei diritti fondamentali e dello Stato di diritto, come previsto dall’articolo 2 del Trattato sull’Unione europea.

Tra le priorità, anche la creazione di nuove risorse proprie per l’UE, indispensabili – secondo i parlamentari – per evitare tagli ai programmi esistenti e garantire il rimborso del debito contratto con il piano NGEU. La posizione del Parlamento europeo è già stata delineata in una relazione approvata a larga maggioranza lo scorso 7 maggio, in attesa della definizione ufficiale del mandato negoziale. I leader invitano ora il Consiglio a fare altrettanto, per avviare senza ritardi un confronto efficace e costruttivo.

La dichiarazione si chiude con un appello alla responsabilità e alla cooperazione interistituzionale: “Siamo pronti a lavorare con spirito costruttivo con Consiglio e Commissione, ma useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione affinché le nostre posizioni vengano rispettate. Il progetto europeo merita coraggio politico e risorse all’altezza delle sue ambizioni.”