In un’Europa attraversata da cambiamenti geopolitici, tensioni ai confini e nuove sfide ambientali, Consiglio e Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio per aggiornare e rafforzare la politica di coesione dell’UE. L’intesa punta a rendere più flessibili e tempestivi gli investimenti europei in settori strategici come difesa, sicurezza, competitività, transizione verde e accesso all’acqua, con una particolare attenzione alle regioni frontaliere orientali.
Il riesame intermedio della politica di coesione, a metà del ciclo di programmazione 2021-2027, rappresenta un’occasione chiave per riallocare la cosiddetta “riserva di flessibilità”, pari al 50 percento dei fondi disponibili per gli anni 2026 e 2027, verso obiettivi più urgenti. Il nuovo pacchetto, frutto di mesi di lavoro tecnico e negoziati politici, modifica i regolamenti dei principali strumenti finanziari europei: il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo di coesione, il Fondo per una transizione giusta (JTF) e il Fondo sociale europeo Plus (FSE+).
“L’UE deve fare molto di più per rafforzare la propria difesa. L’accordo di oggi permetterà agli Stati membri di usare i fondi di coesione anche per investimenti strategici nel settore della sicurezza e della preparazione dei cittadini”, ha dichiarato Marie Bjerre, ministra danese per gli Affari europei.
Tra gli elementi chiave del compromesso raggiunto figurano: una maggiore flessibilità normativa per adattare i programmi ai cambiamenti geopolitici e climatici; l’inclusione di difesa e infrastrutture energetiche tra gli obiettivi ammissibili; le deroghe alle regole di pubblicità per operazioni legate alla sicurezza; un bonus di prefinanziamento e prolungamento dell’ammissibilità delle misure fino a dicembre 2030 per i programmi che destinano almeno il 15 percento della dotazione alle nuove priorità; il sostegno rafforzato alle regioni di confine orientali, duramente colpite dagli effetti indiretti della guerra in Ucraina; gli incentivi finanziari per i programmi che rispondono meglio alle sfide attuali, come l’accesso all’acqua e l’edilizia abitativa a prezzi accessibili Inoltre, l’accordo introduce una norma che impedisce di modificare o trasferire fondi sospesi per effetto del meccanismo di condizionalità sul rispetto dello Stato di diritto. Questo per garantire che le risorse europee non vengano dirottate in contesti in cui non siano rispettati i principi fondamentali dell’Unione.
Con questo accordo, l’UE intende allineare la politica di coesione non solo alla transizione verde e digitale, ma anche alle sfide strategiche emergenti. Le nuove priorità come anticipato comprendono: difesa e sicurezza; competitività e innovazione; transizione energetica e decarbonizzazione; accesso e gestione sostenibile dell’acqua; edilizia sociale e alloggi a prezzi accessibili; resilienza delle regioni di confine, in particolare quelle orientali.
I programmi che investono in queste aree potranno godere di tassi di cofinanziamento dell’UE fino al 100%, velocizzando la realizzazione di progetti concreti nei territori.
L’accordo provvisorio dovrà ora essere confermato formalmente dal Consiglio e dal Parlamento europeo. Una volta approvato, il testo passerà alla revisione giuridico-linguistica prima della sua adozione ufficiale, prevista nei prossimi mesi.