La carenza di personale sanitario e assistenziale sta diventando una delle emergenze più gravi per i sistemi sanitari europei. Secondo i dati dell’OCSE (2024), 20 Paesi dell’Unione europea segnalano una carenza di medici e 15 Paesi di infermieri, con ripercussioni dirette sulla qualità dell’assistenza e sulle condizioni di lavoro degli operatori sanitari.
Il problema, evidenziano gli esperti del centro studi del parlamento europeo in un paper rilasciato di recente, non riguarda solo la sanità: la crisi della forza lavoro dei settori Health and Care (HCWF) minaccia, infatti, la coesione sociale, lo sviluppo economico e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche.
Le cause del fenomeno sono molteplici. L’invecchiamento della popolazione europea sta riducendo la forza lavoro disponibile proprio mentre cresce la domanda di servizi sanitari. A ciò si aggiungono trasformazioni strutturali – dai cambiamenti nei bisogni di cure per la salute alla ridefinizione delle politiche di welfare – che vanno ad aggravare ulteriormente la situazione.
La pandemia di COVID-19 ha reso visibile un problema preesistente, mettendo a nudo anni di sottoinvestimenti nella formazione, nelle condizioni di lavoro e nel riconoscimento professionale degli operatori sanitari. “Il virus è stato solo la punta dell’iceberg”, ricordano Wismar e Goffin (2023), autori di uno studio commissionato dalla Commissione europea sul tema.
Negli ultimi anni l’Unione europea e gli Stati membri hanno moltiplicato le iniziative per affrontare la crisi: migliorato i sistemi di monitoraggio dei mercati del lavoro, realizzato una raccolt dati più accurata, pubblicato raccomandazioni di alto livello e nuovi progetti di ricerca. Tuttavia, le azioni rimangono spesso isolate e disomogenee, senza una strategia complessiva di riforma dei sistemi sanitari.
Per questo motivo, la Commissione europea propone di sviluppare un “Piano europeo per la forza lavoro sanitaria e assistenziale”, in grado di coordinare le politiche nazionali e garantire una risposta comune.
Verso una strategia europea per il personale sanitario
Secondo le analisi più recenti, la crisi non può essere risolta a livello nazionale: richiede una strategia sanitaria europea integrata, basata su cooperazione, regolazione comune e investimenti coordinati.
Il Consiglio permanente dei medici europei (CPME) chiede l’adozione di una “EU Health Workforce Strategy”, che dia alla crisi la priorità politica che merita e offra strumenti concreti per affrontarla.
Un piano europeo consentirebbe di considerare le sfide “dal punto di vista dei sistemi sanitari e del personale”, offrendo ai governi nazionali margine di manovra per pianificare le professioni sanitarie del futuro (Wismar e Goffin, 2023).
L’UE dispone già di diversi strumenti che potrebbero essere integrati in una strategia comune: la direttiva sui diritti dei pazienti e le norme sul riconoscimento transfrontaliero delle qualifiche; la strategia europea per i farmaci e gli interventi coordinati durante la pandemia; le politiche di parità di genere e il dialogo sociale europeo nel settore ospedaliero.
Queste esperienze, insieme ai risultati delle Joint Actions europee (come i progetti OBS e HEROES, 2025), costituiscono una base solida per rivedere la legislazione esistente, creare meccanismi di finanziamento sostenibili e rafforzare le reti di cooperazione tra gli attori del settore.
Il futuro piano europeo dovrà anche integrare azioni trasversali per promuovere l’equità e la parità di genere, questioni ancora irrisolte nel settore sanitario. Una forza lavoro più stabile, formata e inclusiva sarà la chiave per rafforzare la resilienza dei sistemi sanitari europei e garantire un’assistenza di qualità per tutti i cittadini.
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