Lavorare e vivere in Europa: la Commissione europea pubblica l’aggiornamento della guida sui diritti di sicurezza sociale

Vivere, lavorare o studiare in un altro Paese europeo può offrire molte opportunità, ma può anche sollevare dubbi su temi fondamentali quali sanità, pensioni, disoccupazione o assegni familiari. Per aiutare cittadini e lavoratori a orientarsi tra le diverse normative, la Commissione europea ha pubblicato una nuova versione della Guida europea alla sicurezza sociale, disponibile online e aggiornata annualmente.

La guida è un punto di riferimento per coloro che si spostano in Europa, fornendo informazioni pratiche e aggiornate sui diritti e sulle prestazioni di sicurezza sociale in tutti i Paesi dell’Unione europea, oltre che in Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.
Si tratta di uno strumento utile per chi lavora all’estero, cerca un impiego in un altro Paese, pianifica di andare in pensione al di fuori dei confini nazionali o si trasferisce con la propria famiglia all’estero. Le informazioni contenute riguardano le prestazioni dei principali ambiti del welfare di ciascun Paese, ossia, prestazioni familiari, assistenza sanitaria, indennità per inabilità o invalidità, pensioni di vecchiaia e per superstiti, assistenza sociale, sussidi di disoccupazione.

Inoltre, la guida aiuta a chiarire concetti complessi, come quello di residenza abituale – determinante per stabilire quale Paese è competente sulle prestazioni -, e spiega come “trasferire” i periodi di lavoro o di assicurazione sociale maturati in altri Stati europei.

Poiché ogni Paese europeo ha il proprio sistema di sicurezza sociale, con regole e requisiti specifici (la competenza in materia di sicurezza sociale è in capo agli Stati membri), questo strumento è utile per conoscere i propri diritti e consente ai cittadini e lavoratori mobili di evitare ritardi burocratici, proteggersi da spiacevoli sorprese e prendere decisioni informate per il futuro. Come sottolinea la Commissione europea, “una corretta informazione è il primo passo per far valere i propri diritti e muoversi liberamente in Europa con sicurezza e consapevolezza”. 

Per quanto concerne l’Italia la guida illustra, per ciascuna delle branche di sicurezza sociale, le relative modalità di gestione e finanziamento, che si espletano, secondo la tipologia di prestazione, o attraverso i contributi o attraverso la fiscalità generale. Ad esempio, spiega come è finanziata la protezione sociale statale mediante i contributi versati dai lavoratori subordinati, dai datori di lavoro, dai lavoratori autonomi e dai liberi professionisti, nonché mediante la fiscalità generale. Le categorie di lavoratori e lavoratrici di seguito indicate, sono assicurate presso l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS): dipendenti del settore privato iscritti al Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti (FPLD), ivi compresi i dipendenti agricoli, i soci di cooperativa e gli apprendisti; dipendenti pubblici; lavoratori autonomi (commercianti, artigiani, mezzadri, coltivatori diretti e coloni) iscritti alle relative gestioni speciali; lavoratori parasubordinati (collaboratori coordinati e continuativi, collaboratori occasionali, venditori porta a porta, professionisti senza cassa, lavoratori autonomi occasionali) iscritti alla gestione separata

La guida ricorda, inoltre, anche gli altri Enti di diritto privato (Casse) che gestiscono la previdenza obbligatoria e assistenza dei liberi professionisti (avvocati, medici, ingegneri, architetti, notai, commercialisti, biologi, ecc.) iscritti alla Cassa o Fondo pensionistico specifico. La previdenza e assistenza dei giornalisti è invece gestita dall’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS). 

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