La Casagit si fa in 4

Un Bilancio 2011 che segna + 7,5 milioni di euro, convenzioni rilanciate e più efficienti, 1 milione di euro di rimborsi in più rispetto al 2010: questo il punto da dove ripartire e che permette alla Cassa di proporre un’apertura a tutti quei colleghi che finora non hanno potuto (voluto magari sì) aderire all’assistenza che offre l’Ente.

“Quando è nata la Casagit, 38 anni fa – racconta il presidente, Daniele Cerrato –  i giornalisti erano praticamente tutti contrattualizzati, i pochi collaboratori che avevano scelto questo modo di operare non si sentivano precari o sfruttati, semmai professionisti ancora più liberi. Oggi hanno “girato” la clessidra; visto da lontano il nostro mondo sembra lo stesso, guardando bene è sottosopra: 101mila iscritti all’Ordine professionale, da 50 a 55mila i giornalisti che vivono di questa professione (stima dell’ultimo rapporto LSDI) e appena 28mila iscritti alla Casagit; vuol dire che i free-lance, i precari e quelli che sperano un giorno di avere una scrivania e un computer in una redazione pesano quanto quelli che già raggiunto una stabilità professionale. Abbiamo lavorato per una Casagit di tutti i giornalisti italiani di oggi. Offrire una copertura di assistenza sanitaria oggi è un bene prezioso, visto l’arretramento della Sanità pubblica su molti fronti. Questo vogliamo e dobbiamo fare”.

Chi sono questi colleghi? Sono colleghe e colleghi free-lance, precari, disoccupati nella sostanza diventati, contro la loro volontà e anche contro la natura della nostra professione, giornalisti che offrono prestazioni saltuarie. Ma sono anche i tantissimi volontari che fino a pochi mesi, o anni, fa erano iscritti alla Casagit e non hanno più potuto pagare il loro contributo. Non si è impoverita solo l’Italia. E poi ci sono i tanti famigliari, figli soprattutto, con più di 26 anni che hanno dovuto abbandonare la Cassa proprio perché padre o madre, giornalista iscritto, non ce l’hanno più fatta a sostenere per loro una quota individuale più alta del solo contributo richiesto per il nucleo familiare.

“Per tutti questi abbiamo finalmente messo “le mani nel motore” della Cassa – spiega ancora il presidente –  e riformato completamente la vecchia Casagit 2, mandandola in pensione e facendo nascere, al suo posto, una Casagit completamente diversa e con 4 profili differenti fra loro. Evidentemente nulla cambia per il Profilo Uno, quello sancito dal nostro Contratto di lavoro, siglato da Fnsi e Fieg, che resta il pilastro principale sul quale poggia l’intera offerta della nostra assistenza sanitaria integrativa. Gli altri tre Profili sono invece studiati per dare una copertura differenziata nella quantità e qualità delle prestazioni. Insomma tre opzioni Casagit che guardano alle esigenze sanitarie di free-lance, di precari, di figli, coniugi o conviventi ma anche di collaboratori, di colleghi impegnati in uffici stampa con uno stipendio garantito ma senza un contratto giornalistico. Le parole chiave: solidarietà e sostenibilità. Con formule più “leggere”, ma comunque concorrenziali rispetto al mercato assicurativo”.

La Casagit da settembre inizierà a raccogliere adesioni e per tutto il 2013 permetterà a chi, per ragioni economiche o normative, ha dovuto rinunciare o non accedere affatto alla Cassa di riconsiderare concretamente questa opportunità. Le quote, testate alla luce dei calcoli attuariali in base a principi di sostenibilità economica,  danno differenti livelli di copertura. Vanno (dati medi) da 300 a 600 e fino a 1.500 euro di contributo annuo e pagabile trimestralmente. Permettono, una volta entrati o ri-entrati nel perimetro di Casagit, di risalire, se lo si vuole, fino al profilo principale, il Profilo Uno, quello contrattuale, “pieno”. Sul sito www.casagit.it tutte le informazioni sul “come”, sul “quando” e sul “quanto”.