Eurostat. Italia quasi 3 milioni di disoccupati e oltre 3 milioni di disillusi

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Gli ultimi dati resi pubblici dall’Istituto di statistica dell’Unione Europea si riferiscono al 3° trimestre del 2013. Il nostro Paese in questo periodo registra un tasso di disoccupazione pari all’11.3% della forza lavoro, in aumento dell’1.5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (i dati più recenti dell’Istat riferiti a novembre registrano tra l’altro un ulteriore aumento al 12.7%). Il dato è superiore di oltre un punto rispetto alla media UE del 10.5%, che tra l’altro rispetto al 2012 ha registrato una crescita solo del 0.3%. Nel giro di un anno la disoccupazione “classica” in Italia è quindi aumentata e a tassi notevolmente superiori rispetto alla maggioranza degli altri Paesi membri.

Per quanto riguarda i cosiddetti lavoratori sotto-occupati, persone che lavorano part-time ma sarebbero disposte ad aumentare il proprio monte ore, la media UE è del 4% – con picchi del 6.4% in Irlanda e Spagna e del 6% nel Regno Unito – mentre il nostro Paese si ferma al 2.2%. Coloro che cercano un impiego ma non sarebbero disposti a iniziare a lavorare immediatamente qualora ricevessero un’offerta rappresentano invece una quota abbastanza limitata, pari mediamente allo 0.9% in UE e allo 0.4% in Italia.

Il dato tuttavia più allarmante è quello relativo alle persone che pur volendo lavorare non stanno cercando attivamente un impiego. In UE questo dato si attesta mediamente sul 4.1%, in Italia è invece il 13.1%: più del triplo. Un’enorme quota della forza lavoro italiana, addirittura superiore al numero di coloro che sono disoccupati, dunque non solo non ha un impiego ma non lo sta neanche cercando. Il dato, il peggiore dell’UE28, è particolarmente preoccupante anche se confrontato con gli altri grandi Paesi membri: in Germania la forza lavoro che si trova in questa condizione è pari solo all’1.3%, nel Regno Unito al 2.5% in Spagna al 5.1%.

Per fare un sunto  in base ai dati Eurostat del 3° trimestre 2013, l’Italia conta circa 2.8 milioni di disoccupati, cui vanno aggiunti i 3.3 milioni di persone che vorrebbero lavorare ma non cercano più un impiego. Totale: oltre 6 milioni, quasi un quarto della forza lavoro italiana. Coloro che vorrebbero lavorare ma non cercano un impiego tendenzialmente lo fanno perché pregiudizialmente convinti che non ci siano chance in questa fase di crisi. Non stupisce quindi che quasi metà di coloro che si dichiarano disponibili al lavoro senza cercarlo si definisca “scoraggiato” nell’affrontare la ricerca di un impiego.