Istat, Eurostat, Censis: “Disoccupazione stabile in Europa, aumenta in Italia

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Tutti gli istituti di ricerca sono concordi: la crisi nel nostro Paese continua ad avere i suoi effetti negativi soprattutto sul fronte lavoro. Confrontando, infatti, le ricerche, il dato negativo che emerge riguarda la disoccupazione. Vediamo nel dettaglio.

Per l’Istat circa la metà dei giovani sono alla ricerca di un lavoro. I disoccupati in totale sono 3,2 milioni. A maggio il tasso di disoccupazione torna a salire al 12,6%, con un aumento di 0,1 punti percentuali rispetto ad aprile. Era al 12,5% ad aprile. Il dato della disoccupazione fra i giovani tra i 15 e i 24 anni si attesta al 43% a maggio, con un  di 0,3 punti percentuali su aprile ma in crescita di 4,2 punti sull’anno.

Sono 127 mila in più  rispetto allo stesso mese del 2013. Le donne senza un lavoro sono il 13,8%. Mentre resta stabile in Europa.
 
La disoccupazione infatti nell’eurozona a maggio è rimasta stabile all’11,6% rispetto al mese precedenti, evidenzia Eurostat ma non per l’Italia che registra il secondo aumento maggiore su anno, passando dal 12,1% del maggio 2013 al 12,6% di quello di quest’anno. La disoccupazione giovanile nei 18 cala a 23,3% da 23,4%.
Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 222 mila, aumenta dello 0,8% rispetto al mese precedente (+26 mila) e del 4,1% su base annua (+127 mila).
 
Infine una ricerca del Censis sottolinea il divario della disoccupazione da una Regione all’altra, anche tra province della stessa regione. Si passa da un tasso di disoccupazione del 5,9% registrato nella provincia di Reggio Emilia al 14,2% di Ferrara, dal 13,6% di Avellino al 25,8% di Napoli, dal 15,5% di Taranto al 22,1% di Lecce. Il Censis evidenzia anche come la densità delle imprese attive sul territorio sia diventata più disomogenea. Si va dalle 337.837 imprese presenti nella provincia di Roma alle 13.156 di Rieti, dalle 285.677 di Milano alle 14.493 di Sondrio, dalle 225.958 di Napoli alle 30.280 di Benevento, dalle 202.114 di Torino alle 12.184 della provincia di Verbania-Cusio-Ossola. La disoccupazione non fa che confermare le differenze economiche territoriali sempre più accentuate nel corso degli anni. Infatti il Censis rileva anche come in 18 regioni aumentino le distanze tra gli abitanti residenti nelle diverse province rispetto al reddito pro-capite disponibile. In Lombardia si passa dai 25.866 euro per abitante nella provincia di Milano ai 14.290 euro di Lodi, con una differenza tra il massimo e il minimo provinciale di 81 punti percentuali. La differenza del reddito pro-capite disponibile tra Milano e Lodi era di 4.087 euro nel 2003 ed e’ diventata di 11.576 euro. Nel Lazio si va dai 20.965 euro di Roma ai 13.285 euro di Rieti (57,8% di differenza). In Toscana la differenza tra Firenze e Massa Carrara è del 38,9%. In Emilia Romagna il reddito pro-capite disponibile nella provincia di Bologna èil 34% maggiore di quello di Ferrara. In Veneto Padova supera del 15,9% Rovigo. Nelle Marche Ancora è più ricca del 13% rispetto ad Ascoli Piceno. La distanza tra Roma e la provincia laziale più povera era di 3.977 euro un decennio fa e ora è di 7.679 euro.