L’Enpam e le scelte “giuste”

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Proteggere e non speculare, questa la vocazione di una Cassa di previdenza…. a sottolinearlo Alberto Oliveti, il presidente dell’Enpam che, nella nostra lunga chiacchierata, racconta come l’Ente dei medici ed odontoiatri sia arrivato a godere di buona salute e a stare al passo con i tempi, tenendo unita la storia e un divenire in costante evoluzione.

 

Nella proposta di riforma delle pensioni, il Presidente dell’Inps, Tito Boeri,  ipotizza un reddito minimo garantito per proteggere i 55enni che perdono il lavoro, un modello esportabile anche nella previdenza privata?

Non lo vedo molto praticabile perché a differenza della previdenza pubblica che, come sappiamo ha la possibilità di ricorrere alla fiscalità generale e quindi al concetto dell’articolo 53 della Costituzione che prevede sostanzialmente la ripartizione in base al reddito del compito della tutela sociale, gli Enti privati e privatizzati devono trovare i propri equilibri al di fuori della possibilità di fare ricorso alle casse dello Stato quindi nell’autonoma gestione noi tendiamo alla corrispettività tra il contribuito e l’erogato in termini di prestazione senza però prevedere né contribuzione figurativa per un verso né prestazioni minime garantite per l’altro. È altrettanto vero però che noi ci siamo dati un concetto di assistenza che preveda la possibilità di erogare assegni una tantum e assegni continuativi per coloro che siano in possesso di un reddito inferiore a 6 volte la minima Inps, ed inoltre l’aumento del tetto sulla base del numero dei familiari a carico. Da questo punto di vista la risposta ai problemi di sussistenza da noi viene data con l’assistenza e non con la previdenza.

Quindi quando si configura un gap lavorativo, una perdita temporanea del posto di lavoro, che diventa anche un gap di versamenti previdenziali, subentra l’assistenza?

Sì, senz’altro. Infatti nella nostra quota assistenziale, appunto, prevediamo di erogare questi assegni a fronte di determinate condizioni di difficoltà che debbono essere però presentate a noi dagli Ordini professionali. Gli Ordini provinciali identificano le situazioni di criticità e ci propongono la prestazione assistenziale che poi noi andiamo ad erogare, insieme alle altre prestazioni e che completano il portafoglio, come il pagamento dell’assistenza domiciliare, delle rette di case di riposo, il pagamento della quota Onaosi per chi perde i genitori, l’assistenza in caso di calamità.

Previdenza pubblica. Sia per Renzi sia per Boeri è assolutamente necessario che la previdenza e l’assistenza diventino due entità separate …

Previdenza ed assistenza per noi sono state sempre separate. Noi abbiamo prestazioni previdenziali che tendono ad essere declinate nella logica della corrispettività e prestazioni assistenziali che invece si riferiscono a determinate condizioni di criticità e di requisiti.

Investimenti sul welfare, il trend degli ultimi anni ci parla di allargamento delle azioni messe in campo, dai mutui all’assistenza agli orfani, agli aiuti per il Veneto

Noi abbiamo praticamente un tetto all’assistenza che è il 5 per cento delle prestazioni che noi paghiamo nel fondo generale. Invero bisogna dire che non abbiamo mai raggiunto questo tetto se non nel caso specifico dei due anni nel quale questo era stato alzato all’8% ed era il caso del terremoto dell’Aquila. Quindi questa percentualizzazione rispetto alle prestazioni pagate è considerata accettabilmente equilibrata. Bisogna dire che con il nuovo statuto abbiamo messo anche la possibilità di erogare l’assistenza strategica e quindi di fatto di intraprendere un welfare di categoria perché, al di là delle prestazioni assistenziali che io chiamo puntuali e che sono sostanzialmente erogazioni individuali ex post rispetto all’evento, stiamo progettando un insieme di azioni da effettuare per l’assistenza al professionista e al lavoro prima che accadano criticità e che abbiamo sostanzialmente riassunto nella logica del progetto Quadrifoglio definendo quattro aree che sono quella della previdenza complementare, quella della sanità integrativa, della copertura assicurativa per rischi professionali e di salute, come conseguenze di lungo periodo di eventi dannosi o per copertura breve dei primi giorni di malattia, e per ultima quella di sostegno al reddito.

Un bilancio, quello dell’Enpam, che chiude con un attivo di oltre un miliardo di euro…quali sono state le scelte giuste che hanno portato a questo risultato?

Le scelte giuste…. diciamo che questo attivo, che peraltro è in continuità con una serie molto lunga di bilanci positivi, è fatto dalla somma di una quota previdenziale e una quota non previdenziale. La quota previdenziale è costantemente in attivo ed è la parte più cospicua, questo è un buon segnale perché sta a significare che le entrate sono maggiori delle uscite in termini del rapporto contributi/prestazioni. Questo avviene nonostante le convenzioni, che poi alimentano per due terzi i flussi contributivi, siano bloccate da tempo e la libera professione vada bene esattamente come va bene la situazione economica del Paese. Il saldo previdenziale è stato di circa 900 milioni di euro. A questo va aggiunto il risultato della gestione patrimoniale, che è stato di 405 milioni di euro netti. Sarebbe stato anche superiore se non ci fossero stati i 127 milioni di tasse che, ahinoi, paghiamo nonostante nei Paesi europei analoghi al nostro non ci sia questa voce. Quindi parliamo di un bilancio positivo, che configura il sostanziale equilibrio della Fondazione, in un assetto dinamico che è in buona salute, relativa, di questi tempi è sempre meglio dire relativa.

E non sbracciarsi troppo

Esattamente

Politiche di investimento, come sono cambiate in questi ultimi anni

Dal punto di vista finanziario, abbiamo messo in sicurezza il Sistema, ne siamo molto convinti perché sostanzialmente abbiamo fatto tre cose. Abbiamo adottato un sistema proceduralizzato di investimenti finanziari basato sul costante riferimento alle migliori pratiche internazionali, quindi all’evidenze scientifiche economico finanziarie. Abbiamo a questo proposito un manuale di procedure certificato che aggiorniamo costantemente. Poi abbiamo inserito il concetto di “già non spendere è un modo di guadagnare” soprattutto in momenti di recessione, abbiamo inserito il concetto che limita fortemente il costo delle commissioni. Questo per garantire immediatamente che il Sistema faccia investimenti di tipo protettivo del capitale e non speculativo perché non è la vocazione di una Cassa di previdenza andare a fare investimenti di tipo speculativo. Infine ci siamo garantiti con un sistema di professionalità conclamate assumendo una squadra di assoluto valore, identificando la separazione tra chi decide e chi controlla, inserendo quindi un percorso obbligato di investimento, sempre controllato da un comitato interno, presieduto da un magistrato della Corte dei Conti che in collaborazione con il Collegio dei sindaci valuta la correttezza di tutti i percorsi. Questo ci ha permesso di poter dire che il patrimonio dell’investimento finanziario è al sicuro e inserire nel logo la parola sicurezza.

Sull’immobiliare?

Qualche problema in più semplicemente per due motivi; primo perché il mercato immobiliare è fermo e secondo perché ereditiamo degli immobili che furono comprati quando eravamo un Ente pubblico quindi con finalità di tipo anche sociale che erano previste dall’ente di allora, destinate all’equo canone, appartamenti che per il 55% erano destinati ad essere locati alle forze dell’ordine, un portafoglio abitativo che ha concluso il suo percorso di redditività attesa tanto è vero che lo stiamo dismettendo in una maniera socialmente equa e neutra.

Cosa vuol dire per lei “una dismissione socialmente equa e neutra”?

Significa che rispettiamo profondamente chi ci ha pagato regolarmente gli affitti, andando a contemperare la nostra esigenza di vendere da cielo a terra l’intero immobile con quella degli inquilini di accedere alla proprietà a un prezzo accettabile. Per fare questo vendiamo gli interi stabili alle cooperative costituite dagli inquilini in regola con gli affitti. Nella forbice della valutazione degli immobili prendiamo il dato più basso fornito dall’Osservatorio del mercato immobiliare, e a questa cifra applichiamo l’abbattimento del 30% che è quell’abbattimento che di solito si applica a chi acquista un appartamento occupato. Sull’invenduto garantiamo a coloro che vogliono rimanere in affitto la possibilità di restare, pagandolo alla cooperativa o al consorzio che acquista. La cooperativa può anche sostituirsi a chi non ha voluto comprare.

Parliamo della professione. La Ministra dell’Istruzione Giannini, in un convegno che si è tenuto nei giorni scorsi, ha affermato che “Il test così com’è funziona, anche se io ho espresso perplessità e infatti stiamo correggendo il tiro: quest’anno per la prima volta ci sarà on line (dalle 12 di oggi) un test di autovalutazione che sarà una prima bussola per gli studenti per capire se si è veramente vocati alla professione”. Cosa ne pensa?

Intanto credo che debbano essere colte le specificità delle singole carriere professionali. Credo che una valutazione non possa essere comune. Mi convince abbastanza, per quanto riguarda la mia area, il concetto di percorso. Test attitudinali intanto, ne parlava il professor Lenzi nel suo intervento durante lo stesso convegno, che valuti anche le attitudini formative e diciamo un test che possa graduare anche la qualità formativa pregressa dello studente e poi una certa specificità. Adesso ho l’impressione che si debba probabilmente arrivare ad una fase in cui l’ammissione sia collegata anche ad una certa operatività, soprattutto nel campo medico e odontoiatrico e che le valenze attitudinali debbano essere viste anche in termini di capacità di apprendimento di pratiche e non solo di conoscenze teoriche.

Formazione, percorso più mirato e la necessità di creare sempre più specializzazione?

Eh bella domanda questa…credo che in Italia uno dei primi problemi ai quali si sta tentando di porre rimedio sia quello di una corretta programmazione e poi della pianificazione. Il concetto di programmazione attualmente non è efficace ed infatti purtroppo troppi giovani colleghi prendono la via dell’estero perché lì trovano l’unica opportunità per un impiego. Io credo che come Fondazione ci si debba fare questa domanda: come posso essere utile ad una corretta programmazione ed una corretta dislocazione delle competenze e della capacità? La Fondazione Enpam, da questo punto di vista, ritiene di poter esercitare questo ruolo chiedendo che si faccia una battaglia, che dovrà essere parlamentare, per l’iscrizione degli studenti di medicina dell’ultimo anno all’Enpam. In questo modo la Fondazione Enpam, attenta al lavoro e attenta ai contributi che questo lavoro dovrà generare, potrà esercitare il suo ruolo come attore di definizione della pianificazione e programmazione nazionale, avendo, come riconosciuto dal Ministero della salute, un database estremamente efficiente da poter utilizzare in questo senso.

E poi c’è il segretario nazionale dell’Anaao Assomed Troise che ha lanciato la proposta: “Aboliamo l’esame di abilitazione e rendiamo la laurea abilitante”. Una provocazione o una soluzione?

Bisognerebbe chiederlo a lui…credo che “rebus sic stantibus” sia una provocazione che fotografa l’inefficacia dell’attuale esame abilitante. Io credo che chi si laurea debba sostanzialmente uscire con una laurea che permetta il giorno successivo di essere operativi.

Ict. Sempre più Ict. L’ultima l’app my dott. Una opportunità o sempre più il rapporto paziente/medico mediato da un “corpo freddo”?

Sicuramente è un’opportunità perché permette una conoscenza più diffusa e semplificata. È chiaro che come tutte le opportunità implicherà un cambiamento, un riposizionamento e noi dobbiamo essere pronti. OggiAggiungi un appuntamento per oggi dell’informatica, della rete non possiamo più farne a meno ed è indispensabile per la nostra vita quindi credo che presto lo diventerà anche per la materia sanitaria … come sempre ci saranno oscillazioni in eccesso e in difetto ma come sempre ci sarà l’assestamento. Credo che la capacità di chi ha funzioni gestionali, regolatorie ma anche di indirizzo sia quella di saper anticipare il futuro, di essere lungimiranti e quindi di poter poi regolarsi bene di fronte a questo cambiamento che è inarrestabile.

C’è chi sostiene che l’uso preponderante delle Ict creerà disoccupazione

Lo sostenevano all’inizio del novecento gli operai che poi andavano nelle fabbriche a distruggere i macchinari…sicuramente…ma per un’opportunità che si perde c’è sempre un’opportunità che si offre. Credo che la vera scommessa per la classe media sia quella di ribadire in questi tempi nuovi, in questi tempi cambiati, la propria autorevolezza collegata al proprio essere comunità scientifica quindi vincolata ai rigori delle regole della scienza e della coscienza, dimostratamente capaci di fare il proprio mestiere, quindi con il percorso obbligato di una qualità certificata, e nella chiarezza di regole per il quale è trasparente, anche dal punto di vista normativo, chi fa cosa. Diciamo la responsabilità e l’autonomia medica nelle scelte…unici rimedi di strategia e di respiro per poter intercettare e rispondere al meglio ad un cambiamento che sarà inevitabile.

Enpam ed Europa

Il ruolo dell’Enpam in Europa penso sia fondamentale perché l’Italia ha una sensibilità sociale molto spiccata, credo che nel perimetro europeo, in termini teorici, abbiamo poco da imparare da chiunque quindi sta a noi essere degni di questo standing e portare in Europa la nostra visione dei sistemi sanitari di protezione sociale. La Fondazione Enpam vuole essere là dove non solo scaturiscono le norme ma dove originano le scelte perché convinti del nostro ruolo, della possibilità di portare un contributo di crescita e di sviluppo all’intero assetto europeo, specifico ovviamente, in una logica di scambio fecondo e utile da esportare alle proprie categorie di riferimento, per un miglioramento anche dal punto di vista dell’assetto normativo e professionale e sociale della categorie.

E quindi anche fiscale

Ovviamente …. Noi conosciamo la fiscalità come elemento fondamentale per la ridistribuzione del reddito quindi con una valenza sociale che deve essere giusta perché parte da un concetto di giustizia e che deve essere declinata con giustizia. Noi riteniamo che la comparazione non sia declinata correttamente nei nostri riguardi, in definitiva sentiamo di essere più utili al Paese se le nostre risorse vengono investite specificatamente per fare piuttosto che essere portate via in maniera specifica con una tassazione che non ha eguali nel resto dell’Europa.

In attesa di un Decreto che non è stato ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale

Guardi su quel Decreto non ho particolari cose da aggiungere rispetto a ciò che dissi nel passato…è una piccola medicazione, del resto una piccola medicazione a fronte di una feritina.

È arrivata l’estate e arriveranno le vacanze…da dove ripartirà l’Enpam

I progetti e le nuove sfide sono già pronte …. progetti per potenziare ed investire sulla ricerca in Italia, sulla residenzialità, sulla promozione dei corretti stili di vita, sulla tutela ambientale, sulla cultura del buon mangiare e progetti che cerchino di costruire ponti tra le varie Casse in Italia e tra le varie organizzazioni in Europa perché riteniamo che questa sia una via di progresso, una via comune. Progetti che in ultimo mettano il massimo di attenzione possibile, parlo come un buon meccanico, l’esigenza di manutenere al meglio il patto generazione che è il vero albero motore di ogni Cassa.