Da Confindustria ai sindacati, dal Governo agli esperti economici, le reazioni in queste ultime ore non si sono fatte attendere anche perché i dati pubblicati dall’Istat hanno sorpreso tutti, piacevolmente l’Esecutivo che ha potuto ribadire come il merito stia in gran parte alle riforme messe in campo.
L’Istat ha rivisto, infatti, al rialzo le stime sul Pil italiano stimando che tra aprile e giugno si sia toccato un + 0,3% e non + 0,2% così come previsto inizialmente, sancendo di fatto che la crescita italiana non si discosta dalla crescita media degli altri Paesi europei. Merito degli investimenti in macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto (+2,5% rispetto al 2015) e i consumi delle famiglie (+0,6%).
Il tasso di disoccupazione a luglio è sceso al 12%, 0,5 punti percentuali in meno rispetto al mese di giugno. Si tratta del livello più basso da due anni (luglio 2013). Netta riduzione anche per i senza lavoro nella fascia dei più giovani: tra gli under 25 il tasso di disoccupazione scende infatti al 40,5%, 2,5 punti percentuali in meno rispetto al mese precedente.
Dati che mettono sicuramente il Governo italiano in una posizione più positiva sul fronte “negoziato europeo” per quanto riguarda la già richiesta flessibilità nell’applicazione delle regole anche se dall’Europa non sono arrivate rassicurazioni in tal senso. Anzi. Sotto accusa non c’è la pallida crescita italiana, ma il piano di tagli fiscali che Renzi ha annunciato a luglio, l’abolizione della tassa sulla prima casa in primis.
Critico anche il numero uno di Confidustria. “La crescita del Pil dello 0,3% non basta, anche perché non è merito nostro ma è dovuto solo al dimezzamento del prezzo del petrolio a rafforzamento del dollaro e al Qe” – ha detto Squinzi – “Noi non abbiamo fatto le pulizie interne, bisogna fare le riforme per fare ripartire il Paese in modo forte, come merita”.
Al segretario generale Cgil, Susanna Camusso, il compito di attaccare sia il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sia il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi . ”Se tornassero coi piedi per terra e la smettessero con la propaganda – denuncia Il Segretario Cgil – il Paese potrebbe cogliere le opportunità che sembrano prospettarsi. ll calo della disoccupazione registrato dall’Istat è positivo ma va guardato attentamente per capire come e dove intervenire per rafforzare una tendenza che è ancora, purtroppo, marginale rispetto alle reali esigenze del Paese”.







