Pil è guerra di cifre tra Ue ed Ocse

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Mentre L’Unione europea rivede leggermente al ribasso (-0,1%) le stime di crescita dell’Italia, che si attestano a +0,8% nel 2015, +1,4% nel 2016 e +1,3% nel 2017, l’Ocse punta il dito proprio contro l’Eurozona.  Il capo economista dell’Ocse, Catherine L. Mann, ha infatti dichiarato: “I dati recenti hanno deluso e gli indicatori puntano a una crescita più lenta nelle principali economie, nonostante la spinta che arriva dal basso prezzo del petrolio e dai bassi tassi di interesse. Dati i notevoli rischi al ribasso derivanti dalla volatilità del settore finanziario e il debito dei mercati emergenti è urgente concentrandosi su un maggiore utilizzo delle politiche strutturali e fiscali pro-crescita al fine di rafforzare la crescita e ridurre i rischi finanziari”.

L’area euro è destinata a crescere a un tasso dell’1,4% nel 2016 e un ritmo 1,7% nel 2017. Precedentemente l’Ocse stimava un +1,0% per l’area euro nel 2016, siamo piuttosto sotto alle previsioni stimate dalla stessa Europa per se stessa.

E per tornare a casa nostra Bruxelles scrive:  “Dopo essere cresciuta moderatamente nel 2015, l’economia italiana guadagna slancio nel 2016 e 2017 col rafforzarsi della domanda interna”, sottolinea Bruxelles. In rialzo dal 2,3% al 2,5% le stime sul deficit 2016, giù invece la disoccupazione: 11,9% nel 2015, 11,4% nel 2016 e 11,3% nel 2017. Sulla crescita, l’Ue precisa che “la caduta dei prezzi del petrolio e una posizione di bilancio espansiva sosterranno la domanda e compenseranno il rallentamento degli export” registrato nella seconda metà del 2015″.

La Commissione cambia poi al rialzo le stime sul deficit di bilancio per l’Italia: per il 2016 si stima un deficit al 2,5% e all’1,5% per il 2017 (contro i precedenti 2,3% e 1,6%). Quanto al rapporto tra debito e Pil, l’Ue prevede un’attenuazione al 132,4% quest’anno dopo il 132,8% del 2015, e il 130,6% nel 2017.
E su se stessa cosa scrive Bruxelles? ” Per l’Ue si prevede che la crescita economica rimanga stabile all’1,9% quest’anno, salendo al 2% l’anno prossimo. Le previsioni, sottolinea la Commissione, “indicano prospettive generali di crescita sostanzialmente invariate dall’autunno, anche se aumenta il rischio che, soprattutto a causa di fattori esterni, la crescita risulti inferiore a quanto anticipato”.