Patti per il Sud. Il Governo va avanti….. come un treno

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Ne sono stati annunciati sedici ma la lista è destinata a crescere. Stiamo parlando dei Patti per il Sud che il Governo sta contrattando con Regioni e Città metropolitane, accordi che serviranno a individuare risorse, priorità e tempi d’azione per ciascuna delle aree del Paese. Avranno al centro, soprattutto, tre questioni: la gestione dei fondi europei, la distribuzione degli incentivi fiscali e le infrastrutture.

Il punto dal quale si parte è la programmazione europea. “Al 30 giugno scorso siamo arrivati all’80% e stiamo lavorando con Ministeri e Regioni responsabili dei programmi per arrivare al 100% di utilizzo dei fondi entro la scadenza del 31 dicembre 2015”, spiega il masterplan. L’obiettivo viene perseguito anche con una serie di task force dedicate.

Lo spirito generale del masterplan punta in direzione opposta all’idea che era dietro la Cassa per il Mezzogiorno. In quel caso si era cercato di portare al Sud esperienze virtuose dall’esterno. Il masterplan, invece, dovrà “partire dai punti di forza del tessuto economico meridionale per valorizzarne le capacità di diffusione di imprenditorialità e di competenze lavorative e per promuovere l’attivazione di filiere produttive autonomamente vitali”.

Come? Innanzitutto applicando la leva fiscale, rafforzando l’Aiuto alla crescita economica (ACE), l’incentivo che punta a promuovere la patrimonializzazione delle imprese, la riduzione dell’Ires, di fatto già varata dalla legge di Stabilità. Ma non solo, in programma c’è anche il potenziamento del ruolo di strumenti come il Fondo centrale di garanzia e i minibond e l’azione di soggetti come la Banca per il Mezzogiorno, che sosterranno l’accesso al credito.

Accanto al tema fiscale, c’è quello del gap infrastrutturale. Oltre alla riprogrammazione dei fondi europei, un ruolo chiave sarà svolto da Cassa depositi e prestiti e dalla Banca europea degli investimenti.

Questi soggetti lavoreranno su alcune priorità già individuate: il Piano banda ultralarga (per il quale sono state già stanziati 3,5 miliardi sul Fondo sviluppo e coesione e 2 miliardi sui Programmi operativi regionali), l’Alta velocità sugli assi adriatico e tirrenico e sulla Napoli-Bari-Taranto, l’ammodernamento del sistema ferroviario in Sicilia e Sardegna, il piano della portualità e della logistica, il piano degli aeroporti, le interconnessioni che superano i principali colli di bottiglia che ostacolano il funzionamento del sistema elettrico, i rigassificatori.

Resta, però, la questione della burocrazia. Per integrare i diversi livelli di governo, allora, l’Esecutivo sta lavorando appunto a  costruire sedici patti per il Sud, uno per ognuna delle otto Regioni (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna) e uno per ognuna delle otto Città metropolitane (Napoli, Bari, Taranto, Reggio Calabria, Palermo, Catania, Messina, Cagliari).

E dagli annunci alla realtà il passo è stato relativamente breve. Il primo ad essere stato siglato è stato quello per la Regione Campania: il 24 aprile il premier si è recato in Prefettura a Napoli per la firma del Patto per la Campania con il presidente della Regione Vincenzo De Luca. In tutto il Patto per la Campania prevede investimenti per 9,5 miliardi di euro in 6 aree d’intervento: Infrastrutture; Ambiente; Sviluppo economico e produttivo; Scuola, Università e Lavoro; Turismo e cultura; Sicurezza e Cultura della Legalità.

Il 30 aprile, è stata la volta della Regione Calabria. Un Patto da 4,9 miliardi di euro articolato in una serie di interventi nei settori: Infrastrutture nodali; Ambiente e messa in sicurezza del territorio (Programma Calabria Sicura); Sviluppo economico e produttivo; Turismo, Cultura e Sport; Scuola, Università e lavoro; Edilizia ed innovazione sanitaria; Sicurezza e legalità.

Nel corso della stessa giornata, Renzi ha inoltre inaugurato i nuovi spazi del Museo nazionale archeologico di Reggio Calabria, siglando al contempo il Patto per la città, da 410 milioni di euro. A seguire sono stati siglati i patti per altre due città metropolitane, Catania e Palermo, rispettivamente da 739 e 770 milioni di euro e l’ultimo, in ordine cronologico è quello stipulato a Matera ossia il Patto per la Basilicata. L’investimento complessivo ammonta a circa 4 miliardi di euro, di cui 2,2 miliardi di risorse già disponibili per il primo biennio. L’accordo prevede l’attuazione degli interventi prioritari e l’individuazione delle aree di intervento strategiche per il territorio. Cinque sono gli assi concordati tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione Basilicata: Infrastrutture (circa 1,83 miliardi di euro), Ambiente (953 milioni), Sviluppo economico e produttivo (424 milioni), Turismo e cultura (308 milioni), Welfare e legalità (278 milioni).

Per il primo triennio, spiega il Governatore, “sono stati già accordati 1 miliardo e 633 milioni di euro di risorse ordinarie. A queste voci si vanno ad aggiungere 565 milioni di euro, quale primo acconto pari al 50% di un finanziamento complessivo di oltre 1 miliardo e 100 milioni di risorse del FSC 2014-2020. Inoltre, il Patto per la Basilicata verrà integrato con una quota significativa dal piano triennale per le infrastrutture gestito da Anas”.

Nel presentare i dettagli del Patto, Pittella si è soffermato in particolare sul primo asse: fra le infrastrutture che beneficeranno dell’accordo figurano le direttrici viarie Matera-Ferrandina, Murgia-Pollino, Potenza-Melfi e l’intero percorso della Basentana, per la quale la Regione ha già investito 70 milioni di euro di risorse proprie.

Previsti inoltre investimenti per migliorare il trasporto ferroviario sia delle Ferrovie dello Stato che delle Ferrovie Appulo Lucane. Per quanto riguarda invece le infrastrutture immateriali, gli investimenti si concentreranno sulla banda ultralarga, la scuola digitale e la cartella elettronica in sanità.

Per ciò che concerne il tema ambientale, Pittella ha annunciato che “il Patto consentirà di mettere a norma tutti i depuratori e incidere significativamente sul ciclo dei rifiuti”. Il Patto prevede inoltre un finanziamento per Matera 2019, pari a 50 milioni di euro. Ulteriori dettagli, ha concluso Pittella, “saranno illustrati dopo le necessarie interlocuzioni con Palazzo Chigi, ma le opere partiranno nel più breve tempo possibile”.

Le istruttorie sono in fase avanzata per tutti gli altri Patti, relativi alle Regioni Abruzzo, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna e alle città metropolitane di Napoli, Bari, Taranto, Cagliari. L’obiettivo di Palazzo Chigi è di arrivare a tutte le firme entro il mese di maggio.