Casse di previdenza ed Equitalia. Il focus di Italia Oggi. AdEPP incontrerà il Mef il prossimo 15 febbraio

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FOTO DI REPERTORIOFoto LaPressecronacaLa scure di Equitalia su Luca LaurentiNella Foto La sede di Equitalia

di Beatrice Migliorini

Casse di previdenza al riparo dalla rottamazione dei ruoli affidati ad Equitalia. La possibilità per i professionisti italiani di estinguere il loro debito senza corrispondere le sanzioni e gli interessi di mora, così come prevista dal dl 193/2016, potrebbe non essere automatica. Oltre ad una riflessione in merito al soggetto effettivamente titolare delle somme, infatti, sul tavolo c’è anche il profilo relativo all’impatto sul bilancio degli enti e la possibile apertura di un filone di contenzioso.

Questi alcuni dei temi che l’Adepp, guidata da Alberto Oliveti, si appresta ad affrontare nel corso dell’incontro con i ministeri delle finanze e del lavoro che avrà luogo il 15 febbraio prossimo e, al termine del quale, gli enti di previdenza si aspettano di arrivare a una soluzione condivisa sul punto.

L’art. 6 del dl 193/2016, infatti, non menziona espressamente gli enti di previdenza tra i soggetti per i quali la rottamazione non dovrebbe valere, con la conseguenza che le Casse rischiano di vedere venir meno delle somme che, in linea generale, avevano già messo a bilancio. Un intervento, quello inerente la rottamazione dei ruoli, con cui gli enti si sono trovati ad avere a che fare senza una valutazione condivisa in precedenza e che mal si concilia con il fatto che le Casse dei professionisti ogni qual volta scelgono di mettere in campo interventi che, in qualsiasi modo, possono incidere sui loro bilanci e, quindi, sulla loro sostenibilità, devono necessariamente ottenere il via libera dei ministeri vigilanti senza il quale qualsiasi iniziativa è bloccata (si veda ItaliaOggi del 22 novembre 2016). Un altro fattore, poi, deve essere preso in considerazione.

Nel lasso di tempo intercorso tra l’entrata in vigore della disposizione contenta nel dl 193/2016 e l’incontro che si terrà tra due settimane, infatti, è intervenuta la Corte costituzionale che, con la sentenza n. 7/2017 di inizio gennaio, ha bocciato la norma introdotta dal governo Monti in merito alla spending review.

Cassando la norma che imponeva alle Casse di versare allo stato le somme derivanti dai risparmi di spesa, la Consulta ha posto l’accento sul fatto che il legislatore, avendo scelto di garantire ai professionisti un futuro previdenziale tramite le Casse, deve continuare a operare nel solco di questa decisione, non incidendo in nessun modo con interventi che possano interferire con la gestione previdenziale e l’erogazione delle prestazioni, oltre che all’autosufficienza finanziaria, così come, invece, prevede la rottamazione dei ruoli. Tesi a cui si affianca quella relativa alla titolarità della prestazione, ovvero la possibilità o meno dello stato di adottare delle misure che possano andare ad incidere sui bilanci di enti terzi, come le casse di previdenza, attraverso degli interventi non condivisi. E mentre Casse e governo si preparano a sciogliere il nodo, nulla può essere fatto da Equitalia che non può fare altro che attenersi al dettato normativo.

Il tutto,  ferma restando la possibilità di arrestare le procedure nel caso in cui dovessero esserci indicazioni in questo senso attraverso interpretazioni differenti della disposizione oppure un intervento correttivo.