Politiche attive e fondi strutturali. L’Anpal lancia i Pon Spao

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Il 29 maggio l’ANPAL, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, ha organizzato a Roma il Convegno di lancio del PON Sistemi di Politiche attive per l’occupazione (SPAO).

Al centro dell’evento il ruolo delle politiche attive e dei fondi strutturali nel facilitare la ripresa occupazionale e produttiva. Sono stati presentati i primi risultati raggiunti dal PON SPAO che è dotato di 2 miliardi di euro destinati a favorire l’incrocio tra domande e offerta di lavoro, a potenziare i servizi per l’impiego e a sostenere l’occupazione, in particolare nelle Regioni meno sviluppate, ossia quelle del Sud Italia che assorbono l’85% del totale delle risorse del PON.

Il Direttore generale di ANPAL, Salvatore Pirrone, ha illustrato i primi dati relativi alle azioni di sistema che l’Agenzia ha avviato a supporto del miglioramento organizzativo e dell’operatività dei servizi per il lavoro pubblici in Italia. Altre azioni di sistema hanno riguardato: l’innovazione degli stessi servizi per l’impiego (studio e introduzione della metodologia di profilazione dell’utenza), l’introduzione della DID online (dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro da parte dei disoccupati), lo sviluppo della metodologia a supporto dell’assegno di ricollocazione dei lavoratori disoccupati percettori di NaSPI da almeno quattro mesi, il supporto tecnico-scientifico dell’ANPAL all’attuazione della Garanzia Giovani, il supporto dell’ANPAL al sistema dell’istruzione per l’alternanza scuola-lavoro.

Sono stati inoltre forniti alcuni dati sull’andamento delle “azioni dirette”, ossia quelle che incidono direttamente sui beneficiari finali del PON (persone disoccupate, inoccupate o a rischio di esclusione sociale) quali, ad esempio, gli incentivi per le assunzioni nel Mezzogiorno di giovani e adulti non retribuiti da almeno 12 mesi che hanno riguardato 47mila assunzioni agevolate e una allocazione di risorse pari a 100milioni di euro.

La Commissione europea con Cinzia Masina, della Direzione Generale Occupazione, Affari Sociali e Inclusione della Commissione Europea, ha rilevato come il sistema delle politiche attive in Italia mostri ancora segni di debolezza (fatto peraltro ripetutamente evidenziato dalla Commissione negli ultimi anni tra i problemi strutturali ai quali si indirizzano le Raccomandazioni specifiche per il Paese) che dovrebbe essere compensata proprio dalle azioni previste dal PON SPAO. La Masina ha individuato come buona pratica il fatto che la Garanzia Giovani sia stata la “palestra di  esercitazione per le riforme delle politiche attive disegnate dal Jobs Act”. Masina ha ricordato ai presenti la recente pubblicazione della Raccomandazione della Commissione europea sul “Pilastro europeo dei diritti sociali” che conferma l’importanza attribuita alle politiche sociali e del lavoro dall’agenda europea al fine di favorire il processo di convergenza verso standard sociali elevati in tutta l’UE.

Il Responsabile della Divisione “Competenze e Occupabilità” dell’OCSE, Mark Keese, ha sottolineato l’importanza della qualità delle politiche per il lavoro, non essendo più sufficiente portare le persone nel lavoro ma dovendo assicurare loro migliori condizioni di lavoro, per es. contrastando i gap di genere e quelli di partecipazione di giovani e svantaggiati al lavoro. Secondo Keese le politiche attive dovrebbero muoversi su tre pilastri: motivazione (più offerte di lavoro da parte dei centri pubblici per l’impiego grazie a un miglior collegamento tra imprese e CPI); occupabilità (superare le barriere all’occupazione grazie alla formazione continua) e responsabilità (rafforzamento del sistema del servizi per il lavoro e valutazione degli outcome dei servizi offerti).

Il Presidente dell’ANPAL, Maurizio Del Conte, ha illustrato le prossime attività della nuova Agenzia creata dal Jobs Act: interventi maggiormente mirati a gruppi specifici di beneficiari grazie alla profilazione dell’utenza inserita d’obbligo nei Centri per l’impiego; supporto alle crisi aziendali nella ricerca di soluzioni favorevoli ai lavoratori tramite il dialogo tra imprese e territori; messa a regime dell’assegno di ricollocazione, al termine dell’attuale sperimentazione.

Paolo Baldi intervenuto in rappresentanza del Coordinamento delle Regioni ha ribadito l’interesse delle regioni per le politiche attive del lavoro e ricordato i due Accordi con il Ministero del lavoro sulle risorse da destinare ai servizi per l’impiego del 2015 e 2016 che oggi è al centro della pianificazione degli interventi per servizi lavoro nel 2017. Le azioni di sistema del PON SPAO si integrano con le azioni realizzate dalle Regioni con i loro POR del Fondo sociale europeo, come ad es. quelle sui servizi per l’impiego. Il PON secondo le Regioni dovrebbe essere utilizzato anche per interventi sperimentali come quelli a sostegno dell’alternanza scuola-lavoro.

La Toscana ha costruito un modello per l’inserimento nel mercato del lavoro dei disoccupati legato alla rilevazione dei fabbisogni dei sistemi produttivi locali, soprattutto nelle PMI ma anche nei servizi e nelle attività professionali. Le Regioni, come gli altri soggetti istituzionalmente competenti, hanno iniziato a lavorare sul ciclo di programmazione post-2020 ed è importante condividerne l’impostazione confermando il ruolo cardine dei territori per la loro capacità di differenziare gli interventi, mantenendo le amministrazioni regionali quali soggetti attivi della programmazione.

L’Agenzia per la Coesione territoriale, rappresentata da Silvia Ciampi, ha ricordato il dato conclusivo della programmazione 2007-2013 che ha visto il riconoscimento del 100% della spesa certificata dalle autorità di gestione dei vari Fondi strutturali. Tale risultato è stato raggiunto anche grazie alla buona collaborazione istituzionale tra centro e regioni.

Tra gli elementi più rilevanti fissati nell’Accordo di partenariato 2014-2020: l’aver stabilito i risultati attesi con relativi indicatori; l’adempimento delle condizionalitá ex ante; il quadro di riferimento dell’efficacia  dell’attuazione. L’Agenzia per la coesione è portatrice di una visione integrata dello sviluppo che si consegue con interventi strutturali e sulle risorse umane. Il PON SPAO intervenendo sulle persone, ma anche sui sistemi, può svolgere un ruolo cruciale per accompagnare la transizione che stiamo vivendo verso il Lavoro 4.0, l’innovazione produttiva e sociale, l’anticipazione dei fattori che determinano il cambiamento (come, ad esempio, nella consultazione sul futuro del lavoro lanciata dal Ministero del lavoro).

Il Ministro Poletti è intervenuto durante la seconda sessione, dedicata alle politiche attive di cui il PON SPAO rappresenta il principale strumento d’implementazione ha dichiarato “Il potenziamento dei servizi per l’impiego è importante, soprattutto, sul versante della formazione degli operatori. Oltre al sostegno al reddito, in un moderno sistema di politiche sociali, è centrale la presa in carico dei cittadini più svantaggiati per accompagnarli nel loro percorso di reinserimento. Per questo, servono le giuste competenze e un dialogo costante con il territorio”. Poletti ha infine sottolineato come “le politiche attive hanno bisogno di una governance basata sull’integrazione tra i diversi soggetti istituzionali: il PON SPAO mette in moto questo processo grazie al dialogo tra il Ministero, l’ANPAL, l’Agenzia per la Coesione, le Regioni e i partner del Programma”.

Per il futuro, novità in arrivo anche sul fronte Garanzia Giovani. “L’Italia sarà tra i principali beneficiari delle nuove risorse stanziate dall’Unione Europea”, ha annunciato Zoltán Kazatsay della Direzione Generale Occupazione, Affari Sociali e Inclusione della Commissione Europea. L’iniziativa rivolta ai ragazzi NEET ha messo le basi per un nuovo approccio alle politiche attive, anche grazie alla cooperazione tra autorità centrali e regionali.

In chiusura del convegno, il Ministro Poletti ha ricordato che: “Le regole non fanno i posti di lavoro. Secondo i dati più recenti, nel 2016 sono aumentati gli investimenti stranieri in Italia. Questo è stato possibile con un sistema regolatorio dinamico e favorevole all’imprenditorialità. Le politiche attive, grazie agli investimenti nel capitale umano, sono un tassello fondamentale per creare le giuste professionalità e favorire la crescita dei posti di lavoro”.