Le scelte di welfare premiano. Redditi su per gli iscritti Enpab

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Il Bilancio consuntivo dell’Enpab approvato dagli Organi dirigenti fotografa un 2018 caratterizzato da una gestione positiva in termini di crescita dei redditi.

Una oggettiva conferma dell’efficacia delle iniziative di welfare a sostegno della professione e dell’iscritto, i cui effetti non possono che apprezzarsi proprio e sempre di più in un medio e lungo periodo, è fortemente visibile nell’andamento dei redditi degli iscritti che ha registrato, per il 2018, un incremento di +5% per le femmine e un +6% per i maschi con un reddito medio di 22mila euro.

L’ente, che vanta un patrimonio di oltre 677mln di euro, ha avuto – rispetto al 2017 – una crescita di oltre 40 mln.

Gli iscritti complessivi all’Ente, al 31 dicembre, sono 15.678 con oltre 56mln di euro di entrate contributive, in crescita di circa 3mln rispetto al 2017. Le percentuali di gender registrano un + 3,66% di femmine e un +1,91% di maschi iscritti rispetto al 2017.

Evidente un costante risparmio, peraltro in percentuale sempre maggiore rispetto alla contribuzione integrativa annualmente incassata, conseguito grazie ad una amministrazione attenta e oculata della spesa. Oltre 3,3 mln di euro di risparmio accrescono il Fondo per le spese di amministrazione e solidarietà, nonostante siano aumentate le stesse spese per investimenti a favore dei Biologi nell’assistenza e nel welfare (2 mln).

I proventi finanziari ammontano a circa 12,5 mln e le rivalutazioni dei montanti hanno superato i 6mln assicurati dal Fondo di riserva che registra comunque nel 2018 una consistenza positiva di oltre 44 mln di euro. Il Patrimonio netto – ovvero i risparmi ulteriori rispetto alle somme vincolate alla copertura dei costi previdenziali – si attesta in oltre 97 mln di euro e corrisponde al 15% del Patrimonio complessivo.

«Questi dati – sottolinea la presidente Tiziana Stallone – confermano il buon stato di salute dell’Ente che, nonostante un anno caratterizzato da un’influenza più che negativa delle gestioni finanziarie globali – che hanno portato il nostro legislatore a legittimare deroghe nella “contabilizzazione” del valore dei titoli in portafoglio, evitando la registrazione delle perdite –  ha garantito l’adeguamento dei contributi ad una percentuale di rivalutazione finalmente più che raddoppiata rispetto allo scorso anno, a beneficio delle prestazioni pensionistiche future, e ha mantenuto un Patrimonio netto addirittura eccedente per la sostenibilità dell’Ente».