Da “Quota 102 a quota 41”, basta con i numeri

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“Alla riforma previdenziale serve un cambio di paradigma” è quanto afferma il Presidente della Cassa dei dottori commercialisti, Walter Anedda, nel suo contributo per MAG, la rivista di approfondimento pubblicata da Financecommunity, la community finanziaria italiana indirizzata a bankers, fondi di private equity, real estate e SGR.

“La modifica del sistema pensionistico che dovrà essere varata nel 2021, alla scadenza del periodo di sperimentazione del “Quota 100” è, in queste settimane, sempre più al centro del dibattito politico e dell’attenzione dei media. Da “quota 102” a “quota 41”, le diverse ipotesi attualmente al vaglio di Governo e Sindacati sembrano scontrarsi con alcuni limiti evidenti.

Prima di tutto, si usa il termine “riforma” quando di fatto ancora una volta quello a cui assisteremo è un’operazione di manutenzione ordinaria, basata su ragionamenti puramente numerico-matematici che esauriscono la loro portata nella valutazione sull’ aumento o la diminuzione di un anno dell’età anagrafica o dell’anzianità contributiva necessaria ad avere accesso al trattamento pensionistico. Inoltre, secondo alcuni, questo impianto di riforma dovrebbe finire per introdurre nel nostro ordinamento previdenziale una “pensione di garanzia” pensata per andare incontro alle fasce  più giovani dei lavoratori assunti a partire dal 1996 con percorsi di carriera discontinui che dovrebbero così vedersi assicurati trattamenti pensionistici minimi.

L’obiettivo però non deve essere la “pensione di garanzia” (o “pensione di cittadinanza) posto che lo strumento più efficace è quello di lavorare sulla “garanzia della pensione” attraverso progetti di sviluppo economico che facilitino l’accesso di giovani e meno giovani al lavoro e a forme contrattualistiche continuative in grado di garantire loro trattamenti pensionistici adeguati in futuro. In questo senso può essere di ausilio l’ipotesi di introdurre strumenti di contribuzione figurativa che coprano i periodi di mancata occupazione nei quali il lavoratore si sia impegnato in attività di formazione o di riqualificazione professionale finalizzate al ricollocamento sul mercato del lavoro, un modo per incentivare il lavoratore a mettersi e rimettersi in gioco per costruire un futuro che non debba necessariamente dipendere da aiuti e garanzie offerti dallo Stato.

Se si vuole veramente favorire un sistema pensionistico moderno, di tipo contributivo, nel quale la pensione sarà commisurata ai versamenti effettuati, diventa fondamentale favorire e incentivare sin da subito il risparmio previdenziale. Peccato, però, che i giovani spesso non possano contare su risorse da destinare al proprio futuro.

E allora perché non iniziare a ragionare su un sistema che veda la parte assistenziale complementare a quella previdenziale, in cui il trattamento pensionistico sia integrato da una valida offerta di servizi a supporto del futuro pensionato che, come noto, vede crescere considerevolmente i costi della propria vecchiaia per effetto dell’allungamento della vita media?

Tutti i sistemi previdenziali sono destinati a cambiare il proprio paradigma. L’entità dei trattamenti pensionistici erogati si sta progressivamente contraendo, per cui se vogliamo garantire trattamenti adeguati, dovremo sempre più puntare su servizi complementari in grado di ottimizzare le risorse a disposizione, facendo leva sulle economie di scala che garantiscono la reperibilità sul mercato di tali servizi a costi decisamente inferiori a quelli che sosterrebbero i singoli. In tutto questo un ruolo fondamentale viene ricoperto dalla capacità di informare e comunicare.

Dalla esigenza che, a differenza del passato, le persone devono essere consce della necessità di costruire, giorno dopo giorno, il proprio percorso previdenziale. Per questo è importante puntare non solo sull’informazione, ma anche sulla formazione, tramite iniziative di educazione finanziaria e previdenziale, che magari utilizzino strumenti innovativi e linguaggi originali, semplici ed efficaci, in grado di permettere ai giovani di effettuare una scelta consapevole sul percorso da intraprendere e sugli investimenti da portare avanti per costruire il proprio futuro”.