Corte di Conti UE. Più investimenti per economia a zero emissioni

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La transizione verso un’economia a zero emissioni nette richiederà ingenti investimenti pubblici e privati, ma l’Unione europea non fa abbastanza per dirigere i fondi disponibili verso attività sostenibili. Questa è la conclusione della relazione speciale della Corte dei conti europea che critica in particolare la mancanza di misure di accompagnamento per fronteggiare i costi ambientali e sociali delle attività economiche non sostenibili.

“Le azioni dell’Unione europea – ha sottolineato Eva Lindström, Membro della Corte dei conti europea e responsabile della relazione – in materia di finanza sostenibile non saranno pienamente efficaci se non saranno adottate ulteriori misure per tener conto dei costi ambientali e sociali delle attività non sostenibili che sono ancora troppo redditizie”. “La Commissione ha fatto molto per rendere trasparente questa insostenibilità, ma il problema di fondo deve essere ancora affrontato”.

Pronta la risposta della Commissione (https://www.eca.europa.eu/Lists/ECAReplies/COM-Replies-SR-21-22/COM-Replies-SR-21-22_IT.pdf) nella quale si evidenzia la complessità di organizzare “il finanziamento di una transizione socialmente equa ed ecosostenibile verso un’economia climaticamente neutra e resiliente. Il Green Deal europeo svolge un ruolo fondamentale nel conseguimento di questo obiettivo, anche mediante il piano d’azione per l’economia circolare e la strategia sulla biodiversità.”

“La finanza sostenibile svolge un ruolo fondamentale nel conseguimento degli obiettivi del Green Deal europeo – scrive ancora la Commissione – come pure negli impegni internazionali dell’UE in materia di clima e sostenibilità, in quanto convogliano gli investimenti privati nella transizione verso un’economia climaticamente neutra, resiliente ai cambiamenti climatici, efficiente sotto il profilo delle risorse e sostenibile, a integrazione dei finanziamenti pubblici”.

La Commissione ha difeso la propria scelta di concentrare gli “sforzi sulla regolamentazione del settore della finanza sostenibile, il cui ruolo è divenuto ancora più fondamentale dovendo garantire una ripresa sostenibile dalla crisi da COVID-19”  come nel “documento sulla strategia di finanziamento della transizione verso un’economia sostenibile, pubblicato il 6 luglio 2021, che individua i settori in cui sono necessarie ulteriori azioni per sostenere la transizione del sistema finanziario verso la sostenibilità. Le iniziative della strategia mettono in evidenza la leadership mondiale dell’UE nella definizione di norme internazionali per la finanza sostenibile” e l’intenzione della Commissione di collaborare strettamente con i partner internazionali “anche attraverso la piattaforma internazionale sulla finanza sostenibile, per creare un solido sistema internazionale di finanza sostenibile”.

Alcuni punti sui quali, per la Corte dei Conti, la Commissione dovrebbe intervenire

Il mercato non tiene conto degli effetti negativi sul piano ambientale e sociale delle attività non sostenibili e dell’assenza generale di trasparenza su cosa sia “sostenibile”. A giudizio della Corte, il piano d’azione per la finanza sostenibile della Commissione del 2018 ha affrontato solo in parte tali nodi e molte misure hanno subìto ritardi o richiedono ulteriori azioni per diventare operative. La Corte sottolinea la necessità di attuare integralmente il piano d’azione e ribadisce l’importanza di completare sulla base di criteri scientifici la tassonomia dell’UE sulle attività sostenibili (il sistema comune europeo di classificazione delle attività sostenibili); inoltre, raccomanda misure aggiuntive per far sì che i prezzi delle emissioni di gas a effetto serra riflettano il costo ambientale che deriva dall’uso di fonti energetiche fossili.

La relazione nel riconoscere l’importanza del ruolo svolto dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) in materia di finanza sostenibile rileva come, tuttavia, il sostegno finanziario dell’UE gestito dalla BEI dal  Fondo europeo per gli investi menti strategici (FEIS) non sia stato concentrato là dove gli investimenti sostenibili sono maggiormente necessari, in particolare nell’Europa centrale e orientale. Tali risorse finanziarie, del resto, sono state spese solo in minima parte per l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Per imprimere una svolta, la Corte raccomanda alla Commissione di sviluppare, in cooperazione con gli Stati membri, un pacchetto di progetti sostenibili.

 

Infine, la Corte ha rilevato che il bilancio dell’UE non ha applicato pienamente le buone pratiche in materia di finanza sostenibile e mancano criteri scientifici uniformi a garanzia del principio di non arrecare danni significativi all’ambiente (DNSH). Solo nel programma InvestEU gli investimenti sono valutati rispetto a standard sociali e ambientali paragonabili a quelli utilizzati della BEI.

La Commissione nell’accogliere le raccomandazioni e i punti espressi dalla Corte dei conti europea sottolinea che “L’obiettivo di destinare il 30% delle risorse disponibili per il clima, si applica sia al bilancio dell’UE sia all’iniziativa NextGenerationEU per un totale di 625 miliardi di euro nel periodo 2021-2027. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza (RFF), con il suo obiettivo settoriale del 37%, si inserisce in questo quadro. Al di là degli stanziamenti a favore del clima nel bilancio dell’UE, alle questioni ambientali saranno destinate ulteriori risorse, ad esempio un importo pari al 7,5 % annuo del bilancio dell’UE nel 2024 e al 10 % nel 2026 e nel 2027 a sostegno della biodiversità, nonché cofinanziamenti nazionali e investimenti privati su cui far leva per garantire la liquidità finanziaria necessaria per gli investimenti sostenibili”.

E garantisce che “esaminerà le azioni possibili per coadiuvare gli Stati membri nella valutazione dell’allineamento del loro settore finanziario agli obiettivi di sostenibilità. Le autorità europee di vigilanza e la Banca centrale europea, nei rispettivi ambiti di competenza, seguono gli ultimi sviluppi del mercato in materia di investimenti sostenibili. Inoltre, continuerà a valutare periodicamente i progressi compiuti e a rivedere le proprie azioni. La Commissione riferirà in merito all’attuazione della strategia entro la fine del 2023, e sosterrà attivamente gli Stati membri nel loro impegno per la sua attuazione nei territori”.