Sviluppo sostenibile nell’UE: pubblicato il rapporto di monitoraggio 2023

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L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e i suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), adottati dalle Nazioni Unite (ONU) nel settembre 2015, rappresentano la roadmap mondiale per raggiungere lo sviluppo sostenibile nel corso di questo decennio.

L’Unione Europea si è impegnata a realizzare gli SDGs che sono parte integrante del programma di lavoro della Commissione e delle linee guida politiche della Presidente, Ursula von der Leyen.

In questo contesto, l’UE presenterà il primo rapporto volontario sull’attuazione dell’Agenda 2030 al Forum politico di alto livello delle Nazioni Unite che si terrà a luglio di quest’anno.

Il monitoraggio è un elemento essenziale per la realizzazione della visione dell’Agenda, sia a livello globale che nell’UE, perché consente di valutare e visualizzare i progressi compiuti finora verso il conseguimento dei i 17 obiettivi.

Dal 2017, Eurostat predispone rapporti annuali di monitoraggio dell’avanzamento verso gli SDGs nel contesto dell’UE. L’edizione del 2023 è il settimo di questa serie che analizza i progressi dell’UE basandosi sull’insieme ufficiale degli indicatori degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Riflettendo l’arco temporale della Agenda 2030, il rapporto presentare una valutazione obiettiva (secondo gli indicatori selezionati) del progresso registrato negli ultimi 15 anni. Inoltre, vengono presentate le tendenze a breve termine nell’ultimo quinquennio , al fine di fornire un’indicazione se una tendenza sia stata costante o se si sia invertita in un determinato momento. Il rapporto si concentra quindi sulle tendenze dei periodi di cinque e quindici anni passati.

A cauda del ritardo temporale nella disponibilità dei dati, questi si riferiscono principalmente ai periodi fino al 2021 o 2022. Pertanto, mentre gli impatti della pandemia di COVID-19 sono ampiamente visibili per la maggior parte degli indicatori, gli sviluppi più recenti come ad esempio quelli causati dall’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina sono riflessi solo in parte nei dati disponibili.

Come è progredita l’Unione europea verso gli SDGs?

Il capitolo di sintesi iniziale fornisce una panoramica statistica dei progressi verso gli SDGs nell’UE. Poiché una valutazione a lungo termine non è possibile per un certo numero di indicatori a causa della limitata disponibilità dei dati, i progressi a livello di obiettivo presentati in questo capitolo sono valutati nel periodo più recente di cinque anni (“a breve termine”) sulla base degli indicatori degli SDGs . Le tendenze a breve termine sono valutate mediante il calcolo della variazione percentuale media annua dell’indicatore in un periodo di cinque anni. Questo approccio ha il vantaggio di dare un peso uguale a ciascun anno nel periodo considerato. Per l’analisi a breve termine, sono stati inclusi solo gli indicatori per i quali sono disponibili dati aggiornati almeno fino al 2021.

Nel corso del quinquennio preso in esame, l’UE ha compiuto progressi significativi per garantire un lavoro dignitoso e la crescita economica (SDG 8) e per ridurre la povertà (SDG 1), nonché per migliorare l’uguaglianza di genere (SDG 5). Buoni progressi sono stati compiuti anche nella riduzione delle disuguaglianze (SDG 10), nel promuovere e garantire un’istruzione di qualità (SDG 4) e nella promozione della pace e della sicurezza personale nel territorio dell’UE. Sono stati compiuti passi avanti nel miglioramento dell’accesso alla giustizia e nella fiducia nelle istituzioni (SDG 16). L’UE ha registrato buoni progressi anche per quanto riguarda gli obiettivi relativi a salute e benessere (SDG 3), nonostante le battute d’arresto causate dalla pandemia COVID-19. Avanzamenti si sono avuti sia sul versante dell’innovazione che nelle infrastrutture (SDG 9).

I progressi verso gli altri obiettivi sono stati meno significativi.

Nel complesso, la valutazione del rapporto di monitoraggio sugli SDGs per il 2023 mostra che l’UE ha compiuto notevoli progressi verso molti obiettivi socioeconomici mentre le tendenze nel settore ambientale sono state meno positive. Maggiori progressi sono attesi per tre obiettivi, ossia: l’azione per il clima (SDG 13), la vita sulla terra (SDG 15) e i partenariati globali (SDG 17).

Per quanto riguarda l’azione per il clima (SDG 13), l’Unione europea ha stabilito obiettivi climatici ambiziosi e senza precedenti per il 2030 che, rispetto alle tendenze passate, richiederanno maggiori sforzi. L’UE ha già messo in atto le misure politiche necessarie a realizzare questi sforzi aggiuntivi, in particolare attraverso il pacchetto “Fit for 55”.

Nel settore dell’energia, sono stati inoltre stabiliti obiettivi europei più ambiziosi per il 2030; ciò implica che nei prossimi anni determinati progressi saranno visibili nell’area dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili nell’UE.

Per quanto riguarda la vita sulla terra (SDG 15), pur essendo aumentate le aree protette terrestri rispetto al 2013, sono necessari ulteriori sforzi per invertire il degrado degli ecosistemi.

Per quanto riguarda i partenariati per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG 17), la tendenza riflette in parte gli effetti ciclici, in particolare l’aumento del debito pubblico dovuto alla COVID-19 crisi.

Per ciascuno degli obiettivi, il rapporto fornisce una breve panoramica delle tendenze degli indicatori su cui si basa la valutazione del singolo obiettivo. Gli obiettivi sono presentati in ordine di valutazione delle tendenze degli indicatori, dal migliore al peggiore.

A pagina 315 del rapporto sono presentate le schede riepilogative dello stato di avanzamento dei singoli stati membri verso gli obiettivi di sviluppo sostenibili.

L’effetto della guerra di aggressione russa contro l’Ucraina

Le precedenti edizioni del rapporto di monitoraggio degli SDGs nell’Unione hanno mostrato come già prima della crisi da COVID-19 i progressi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU fossero disomogenei, con alcune aree che richiedevano maggiore attenzione e azione.

Come noto, nel bel mezzo della ripresa dalla pandemia, l’UE è stata colpita dalle conseguenze dell’aggressione militare della Russia nei confronti dell’Ucraina a inizio 2022. Sebbene gli impatti della COVID-19 siano ormai visibili nella maggior parte dei dati annuali utilizzati nei capitoli tematici del rapporto, in una sezione dedicata a inizio rapporto (v. p. 31) sono stati utilizzati dati a breve termine (mensili e trimestrali) per mostrare gli impatti più recenti della guerra di aggressione russa fino al 2022 e a inizio 2023.

La risposta dell’UE all’invasione russa ha incluso il sostegno umanitario, fornendo protezione temporanea alle persone in fuga dall’Ucraina, sostegno finanziario all’Ucraina e l’introduzione di sanzioni economiche nei confronti del governo russo, delle imprese e dei singoli individui di quel paese. Secondo un sondaggio condotto da Eurobarometro per il Parlamento europeo, la maggioranza degli europei ritiene che la risposta complessiva dell’UE sia soddisfacente, anche se le conseguenze dell’invasione russa sono già chiaramente visibili nell’UE.

Le statistiche a breve termine disponibili mostrano una notevole diminuzione della quota russa nelle importazioni di energia dell’UE, oltre a una riduzione della domanda di gas naturale dell’UE. Tuttavia, nonostante sforzi per diversificare le fonti energetiche e ridurre la dipendenza dalla Russia, l’economia dell’UE ha registrato un’impennata dei prezzi dell’energia che ha influenzato l’innalzamento dei prezzi delle abitazioni e sempre più dei prodotti alimentari.

Mentre prosegue l’invasione russa, gli effetti a lungo termine effetti a lungo termine sul tessuto economico e sociale dell’Unione europea sono ancora da valutare. Grazie alla disponibilità di sempre nuovi dati di monitoraggio, i futuri rapporti di monitoraggio degli SDGs potrebbero presentare un quadro più dettagliato e sfumato sulle conseguenze di questo conflitto in seno al continente europeo.

 

Il Rapporto di monitoraggio sullo sviluppo sostenibile nell’UE 2023

Gli allegati del rapporto