I Ministri del Lavoro del G7 adottano la Dichiarazione di Cagliari: un impegno per un futuro del lavoro inclusivo e resiliente

Nel corso della riunione dei Ministri del lavoro e occupazione dei paesi del G7 a Cagliari (11-13 settembre 2024) è stata adottata la Dichiarazione ministeriale “Verso un approccio inclusivo e incentrato sulla persona per affrontare le nuove sfide del mondo del lavoro”. I temi portanti della dichiarazione concernono lo sviluppo incentrato sulla persona e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, l’invecchiamento della società in rapporto alla resilienza dei mercati del lavoro, la necessità di dotare ogni persona di competenze reattive, flessibili e inclusive e di adottare politiche e sistemi di formazione continua adeguati a questo obiettivo.

La Dichiarazione è accompagnata da due piani di azione: il Piano d’Azione del G7 per uno sviluppo umano centrico e un utilizzo sicuro e affidabile dell’IA nel mondo del lavoro, e il Piano d’azione del G7 per il miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore dell’assistenza accompagnato da alcuni principi di policy per un mondo del lavoro resiliente in un contesto demografico di generale invecchiamento della popolazione.

Partendo dalla constatazione del rapido aumento atteso nei prossimi decenni della percentuale di popolazione anziana nei paesi del G7, i ministri riconoscono come questo stia divenendo uno dei fattori che determinano la carenza di manodopera nei settori chiave dell’economia e al contempo rappresenti una sfida per la sostenibilità dei sistemi di protezione sociale, compresi i sistemi di previdenza, per l’equità intergenerazionale, e per l’aumento delle persone bisognose di cure con una crescente pressione sul settore della cura e assistenza. Per affrontare tali sfide, l’impegno dei paesi del G7 è di continuare a sostenere l’invecchiamento attivo e in salute, promuovendo tra l’altro opportunità di lavoro di qualità e di apprendimento in ogni fase della vita, al fine di attrarre e trattenere anche i lavoratori più anziani sul lavoro, grazie a una maggiore flessibilità nei percorsi di carriera e a politiche di contrasto della discriminazione basata sull’età nei posti di lavoro.

L’obiettivo è di superare tutte quelle barriere strutturali che si frappongono a una piena partecipazione al mercato del lavoro di tutti, per l’attivazione del potenziale inutilizzato delle persone sotto-occupate e inattive, compresi i lavoratori più anziani, le persone con disabilità o affette da malattie croniche, i giovani e le donne.

In linea con l’Agenda 2030 i ministri si impegnano a promuovere opportunità di mobilità del lavoro e a garantire una migrazione regolare, sicura e controllata di lavoratori e lavoratrici qualificati.

I ministri, nel riconoscere il contributo inestimabile offerto dagli operatori sanitari e assistenziali durante la pandemia di Covid-19, evidenziano l’importanza di offrire servizi sanitari di alta qualità e accessibili per garantire sia la crescita economica sia la coesione sociale. E’ fondamentale a tal fine ampliare la forza lavoro nei settori della cura e della sanità e promuovere condizioni di lavoro dignitose nel settore dell’assistenza per garantire agli anziani e alle persone con disabilità un adeguato supporto nel condurre una vita attiva e decorosa. Si sottolinea come sia necessaria una leale e costante collaborazione delle parti sociali per una contrattazione collettiva equa nel settore, mentre da parte del decisore si debbano intensificare gli sforzi per affrontare le sfide emergenti per la forza lavoro nel settore sanitario e socioassistenziale, in primo luogo, la carenza di manodopera, ma anche, le cattive condizioni di lavoro, gli inquadramenti professionali fittizi, il lavoro sommerso e il lavoro di cura non retribuito, i salari bassi, l’accesso insufficiente alla formazione, l’esposizione a ogni forma di violenza e molestia,  i divari di genere nel lavoro di assistenza retribuito e non retribuito.

Al fine di facilitare il superamento di tali criticità i ministri adottano i principi di policy del G7 per un mondo del lavoro resiliente nelle società che invecchiano e il piano d’azione per il miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore sanitario e socioassistenziale affinché si possa attrarre e trattenere una forza lavoro diversificata e qualificata nei mercati del lavoro (allegato 2 alla Dichiarazione).

Nel Piano d’azione, in primo luogo, si affronta il tema di come garantire l’accesso a cure di qualità che siano anche economicamente sostenibili. L’importanza dell’economia della cura e assistenza è, infatti, emersa prepotentemente nel corso della pandemia di COVID-19 rivelandone, tuttavia, anche le vulnerabilità. Per costruire mercati del lavoro resilienti in società che invecchiano è opportuno, tra l’altro, garantire l’accesso all’assistenza e alle cure di qualità in modo sostenibile. Come evidenziato nel Piano le società e le economie fanno grande affidamento sul lavoro di cura, sia retribuito che non retribuito. Tuttavia, è solo il lavoro di cura retribuito che può rappresentare una reale e considerevole fonte di occupazione nel prossimo futuro. Sia per il primo ingresso, che per il rientro, il mantenimento e la progressione nel mercato del lavoro dei lavoratori con responsabilità familiari. Nel settore della cura, però, permangono numerose criticità e sfide, come la scarsa qualità dei posti di lavoro, che rischiano di creare carenze nella disponibilità di servizi di cura di qualità e di esacerbare la scarsità di manodopera, con ricadute negative sui mercati del lavoro e sulle disuguaglianze di genere esistenti.

Il piano riconosce l’urgenza di attrarre e trattenere una forza lavoro qualificata, in grado di soddisfare le esigenze di assistenza di oggi e del futuro e di costruire la resilienza nei mercati del lavoro. Tuttavia, il settore come detto è spesso caratterizzato da sfide come la carenza di manodopera e di competenze, che spesso può essere attribuita, tra l’altro, alle cattive condizioni di lavoro, agli accordi di lavoro informali, ai bassi salari, agli orari di lavoro eccessivi e all’accesso insufficiente alla formazione. Il settore dell’assistenza è anche interessato da specifici modelli discriminatori basati sul genere e su altri fattori come la razza, lo status socio-economico e la migrazione.

Il piano propone alcune azioni che i governi potrebbero introdurre al fine di affrontare le sfide richiamate; tra queste: i. investire nel settore dell’assistenza per ridurre il lavoro di cura non retribuito, stimolare l’occupazione di qualità, affrontare le carenze di manodopera e costruire un settore dell’assistenza resiliente; ii. promuovere nuove assunzioni nel settore dell’assistenza a lungo termine e campagne per migliorare l’immagine del settore e contrastare i modelli di assistenza femminilizzati; iii. rispettare, promuovere e realizzare il diritto alla libertà di associazione per tutti i lavoratori del settore; iv. promuovere il dialogo sociale per condizioni di lavoro dignitose e una efficace contrattazione collettiva nei settori dell’assistenza; v. promuovere il diritto alla pari di retribuzione per uguale lavoro o per il lavoro di pari valore nelle professioni dell’assistenza, garantire l’applicazione dei quadri normativi esistenti in materia di discriminazione retributiva di genere e sostenere miglioramenti salariali per migliorare l’attrattività del settore; vi.  garantire il diritto a un ambiente di lavoro sicuro e sano, libero da violenze e molestie; vii. Contrastare l’informalità nel lavoro di cura, in particolare, la situazione delle assistenti familiari, rivedendo le politiche esistenti che possono ostacolare la loro partecipazione all’economia formale, introducendo incentivi per l’emersione e rafforzando la protezione sociale e la sicurezza sociale.

Inoltre, tra le possibili azioni da intraprendere, il piano sottolinea la promozione delle pari opportunità per uomini e donne nei lavori di cura, compresi tutti i livelli di gestione e le posizioni senior nelle professioni di cura; la promozione di politiche per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori migranti nell’economia dell’assistenza, anche mediante la collaborazione con i paesi d’origine per un reclutamento equo ed etico, in linea con i “Principi generali e le Linee guida operative dell’OIL per un reclutamento equo”; l’adozione di pratiche di reclutamento internazionale in conformità con il “Codice di condotta globale dell’OMS sul reclutamento internazionale del personale sanitario” affinché ci sia un reciproco vantaggio per i paesi d’origine, di destinazione e per i lavoratori della sanità. Infine, ma non ultimo, si richiama la necessità di garantire la disponibilità di sistemi di apprendimento permanente, di istruzione flessibile, di formazione professionale e di istruzione in grado di costruire e anticipare le competenze richieste agli operatori sanitari nel mercato del lavoro e promuovere la convalida e il riconoscimento delle competenze e dell’apprendimento pregresso.

L’uso delle tecnologie è consigliato, in particolare, per aumentare l’accessibilità e la qualità dell’assistenza e per consentire ai lavoratori di fare un uso migliore del tempo dedicato all’assistenza.

Il piano di azione dei paesi del G7 rivolge anche l’attenzione ai lavoratori e alle lavoratrici con responsabilità di cura, ribadendo la necessità di sostenere la fornitura diretta di servizi di assistenza all’infanzia, agli anziani e alle persone con disabilità. Tali servizi devono essere accompagnati da adeguati sussidi e benefici di protezione sociale legati all’assistenza, per le persone che lavorano e hanno responsabilità familiari o di assistenza, ivi comprese le persone occupate nei settori dell’assistenza e sanitario, chi assiste persone con necessità di cura non essendo retribuito, o coloro che hanno bisogno di assistenza.

 

Per consultare la Dichiarazione dei ministri del lavoro G7 cliccare qui.