Il 73% delle imprese ha adottato strumenti di sostegno al reddito, di conciliazione vita-lavoro, di formazione e di wellbeing fisico e psicologico. Al contrario, meno del 50% delle aziende ha intrapreso misure a supporto dei caregiver, dei fabbisogni socio-sanitari dei lavoratori o a protezione dei grandi rischi (premorienza, invalidità e non autosufficienza). Solo il 21% ha attuato azioni mirate a favorire la diffusione del risparmio previdenziale complementare dei propri lavoratori, e solo il 16% ha previsto un aumento dell’aliquota contributiva a proprio carico. Sono alcuni dei dati emersi dall’Osservatorio Italian Welfare, presentato in occasione del Global Welfare Summit, sulla base dell’esperienza di oltre 200 realtà aziendali di diversa dimensione, cui fanno capo oltre 800mila lavoratori.
Inoltre, il 17% delle aziende analizzate hanno introdotto, a favore dei lavoratori, una copertura sanitaria aggiuntiva a quella base, che nel 64% dei casi esaminati è interamente a carico dell’azienda. Il 71% delle imprese del campione mette a disposizione dei lavoratori check-up sanitari.
Che cosa si intende per Welfare Globale
Il welfare globale valuta il benessere complessivo del singolo, che si traduce nella sua capacità di far fronte ai principali bisogni grazie agli strumenti di welfare che ha a disposizione e in base a dieci pilastri: previdenza, sanità, genitorialità, caregiving, coperture assicurative per grandi rischi – premorienza, invalidità e non autosufficienza – work-life integration, wellbeing fisico e psicologico, formazione e crescita personale, misure di sostegno al reddito ed educazione al welfare.
Il Direttore, Stefano Castrignanò, ha avanzato delle proposte su 3 aree di intervento prioritarie per garantire una maggiore sostenibilità sociale del nostro Paese: previdenza complementare, sanità integrativa e diffusione degli strumenti di welfare globale ai lavoratori delle piccole e medie imprese.
Previdenza Complementare. “Ad oggi, poco più di un terzo dei nostri lavoratori è iscritto a forme di previdenza complementare. Per ottenere risultati significativi sul fronte delle adesioni occorre rafforzarne l’appeal attraverso l’introduzione di coperture obbligatorie per i grandi rischi come premorienza, invalidità e non autosufficienza e, contestualmente, sviluppare campagne di sensibilizzazione efficaci per informare i lavoratori sui vantaggi della previdenza complementare. “
Sanità integrativa. “A differenza della previdenza complementare, per la sanità integrativa è necessario agire sul fronte dell’offerta, vale a dire configurare meglio la cornice regolatoria, introducendo presidi di trasparenza, di vigilanza, di armonizzazione fiscale e favorendo un maggiore universalismo delle coperture sanitare, a favore di chi ne è oggi sprovvisto. Mi riferisco in particolare ai pensionati, che solo nel 23% dei casi analizzati possono mantenere l’accesso alle coperture sanitarie così come a quelle categorie di lavoratori che oggi non hanno alcuna tutela, né di natura contrattuale né di natura aziendale”.
Il welfare globale nelle PMI. “Il livello medio di “benessere globale” muta in funzione delle caratteristiche dimensionali delle aziende, registrando mediamente valori più alti per quelle di grandi dimensioni rispetto alle altre.
A fronte di questo scenario, emerge chiaramente come le iniziative di welfare contrattuale adottate dalle parti sociali (rappresentanti lavoratori e aziende) assumono un ruolo cruciale per il benessere globale dei lavoratori delle piccole imprese, che costituiscono il 99% del nostro tessuto produttivo.
Parallelamente, sarebbe opportuno introdurre meccanismi di premialità per le aziende che adottano iniziative di welfare orientate alla sostenibilità sociale.”