Centro Economia Digitale. Pubblicato il Rapporto 2024

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L’obiettivo del Rapporto Strategico 2024 del Centro Economia Digitale è quello di evidenziare, sia per le Aziende sia per gli Stati, il potenziale della Coopetizione che gli autori del Rapporto definiscono: la strategia in grado di combinare simultaneamente dinamiche cooperative e competitive tra due o più entità al fine di ottenere reciproci e significativi vantaggi per aumentare la capacità di rispondere efficacemente alle sfide complesse dell’innovazione tecnologica, dei mercati e dei processi geostrategici.

Su questo tema, nella prima parte del Rapporto, è offerta la visione da parte dei massimi vertici delle Aziende Partner del Centro Economia Digitale: Amazon Web Services, Cisco, Enel, Eni, Google, Gruppo FS, Hewlett Packard Enterprise, Microsoft, Open Fiber, Terna, Tim.

La seconda parte è dedicata all’analisi delle attività di Coopetizione per l’Innovazione tra
Aziende. Per queste la Coopetizione è intra-settoriale, se realizzata tra uno o più competitor
attualmente operanti nello stesso mercato, o inter-settoriale, quando le attività cooperative si svolgono tra aziende che operano in mercati diversi e che, tuttavia, anche in virtù delle interazioni realizzate, hanno il potenziale per divenire concorrenti nel proprio settore.

In questa sezione viene fornito:
a) un Quadro Concettuale per l’Analisi delle attività coopetitive volte allo sviluppo di innovazioni;
b) un Modello di Governance e Management della Coopetizione in grado di fornire valide linee guida a C-Level e Top Manager;
c) degli Esempi tratti da casi studio analizzati dalla Letteratura Scientifica sul tema.

L’analisi mostra come in un contesto di crescente turbolenza sui mercati, negli sviluppi tecnologici e delle relazioni internazionali è necessario che le aziende si dotino di un approccio strutturale alla Coopetizione. Un approccio in grado di riconoscere che le aziende operano costantemente in ambienti coopetitivi, e la conseguente necessità di adottare strategie coerenti quando si instaurano attività di collaborazione con le altre aziende.

Nella terza parte del Rapporto Strategico viene sviluppata un’analisi quantitativa originale
delle attività di Coopetizione per l’Innovazione basata su dati di brevetto su un campione
ampio e rappresentativo – circa 2.000 aziende – riguardante le più grandi imprese a livello
mondiale per investimenti in Ricerca e Sviluppo.

Il primo risultato della ricerca indica che nel periodo analizzato – ultimi 20 anni – il fenomeno della Coopetizione per l’innovazione è stato rilevante e in crescita. Nel periodo tra il 2003 e il 2022 sono stati identificati, nel complesso, circa 15.000 casi di collaborazione tra aziende operanti nello stesso settore che ha dato luogo a innovazioni brevettate congiuntamente. Tra il periodo 2003-2006 e quello 2019-2022, la crescita del numero assoluto di brevetti collaborativi è stata pari a +159%.

Negli ultimi 20 anni la quota di brevetti collaborativi sul totale dei brevetti realizzati è quasi
raddoppiata con una crescita pari a +82%. Questo significa che non solo il numero di brevetti realizzati attraverso attività di collaborazione tra concorrenti è aumentato nel tempo, ma che, la crescita del numero di brevetti collaborativi è stata maggiore di quella dell’attività brevettuale complessiva.

Il secondo risultato della ricerca evidenzia che le strategie coopetitive vengono realizzate
in tutti i principali settori ad alta intensità tecnologica. Nel dettaglio, la quota più alta di brevetti collaborativi intra-settoriali si registra nel settore Salute (0,68%), seguito dal settore ICT (0,29%), che però è il settore con il maggior numero assoluto di brevetti collaborativi intra-settoriali. È pari allo 0,19% la quota di brevetti collaborativi tra le imprese operanti all’interno del settore Energia e 0,06% quella registrata nel settore aerospaziale.

Il terzo risultato dell’analisi mostra come il fenomeno della Coopetizione per l’innovazione sia globalmente diffuso. In particolare, nel periodo 2019-2022 la quota di brevetti collaborativi (intra-settoriali) all’interno e all’esterno della propria area geografica è stata pari allo 0,75% negli Stati Uniti, allo 0,39% nell’aggregato EU3 che comprende Italia, Francia e Germania e allo 0,15% in Giappone.

Infine, lo studio evidenzia come il potenziale della Coopetizione si amplia quando si tiene
conto anche della Coopetizione inter-settoriale, ovvero quando si includono nell’analisi anche i brevetti collaborativi tra imprese che operano in settori diversi dal proprio. Nel dettaglio la quota di brevetti collaborativi nei settori analizzati nel periodo 2019-2022 è pari, in media, allo 0,64% del totale. Il settore Energia presenta la quota di co-brevettazione intra- e inter-settoriale pari al 2,10%; il settore Salute 1,12%, Aerospazio e Difesa 0,86%; ICT 0,47%.

La quarta parte del Rapporto è dedicata all’analisi della Coopetizione tra Stati.
Le analisi empiriche presentate in questa sezione consentono di sottolineare come in un contesto caratterizzato da crescenti tensioni geopolitiche e di intensificazione della competizione per il raggiungimento di una supremazia tecnologica, economica e militare, la capacità di gestire strategicamente relazioni di tipo coopetitivo a livello internazionale diventa un elemento fondamentale per non rinunciare ai benefici derivanti dalla cooperazione senza compromettere gli obiettivi in termini di Sovranità Tecnologica,

Sicurezza Economica e di Autonomia Strategica.
In particolare, dopo aver esaminato i dati relativi alle dinamiche del commercio internazionale, degli investimenti diretti esteri e delle politiche commerciali poste in essere dagli Stati, l’analisi si concentra sugli aspetti di collaborazione nelle attività di ricerca e innovazione.

La dinamica delle co-pubblicazioni scientifiche internazionali indicizzate sul database Web of
Science tra il 2008 ed il 2023, per Unione Europea, Stati Uniti e Cina mostra come il numero di articoli con uno o più autori internazionali sia più che raddoppiato tra il 2008 ed il 2021, passando da poco meno di 300mila a oltre 770mila. Negli ultimi due anni si assiste invece ad un significativo rallentamento, con la quota di co-pubblicazioni in discesa dal 15% al 14,3%.

L’analisi evidenzia una diversa evoluzione tra UE e Stati Uniti. In particolare, la quota di col-
laborazioni Cina-Stati Uniti diminuisce negli anni più recenti, passando dal 9,4% del 2019 al
7,1% del 2023. Al contrario, la quota di collaborazioni Cina-UE continua ad aumentare anche nel periodo più recente, passando nello stesso periodo dal 4,7% al 5,9%.

La forte apertura del sistema della ricerca europeo è confermata dall’analisi delle informazioni sui progetti di ricerca finanziati dall’Unione Europea nell’ambito dei programmi quadro per la ricerca. I dati mostrano un aumento significativo delle collaborazioni internazionali che coinvolgono partner di Paesi extra UE. Gli Stati Uniti si confermano il principale partner extra-UE, con quasi 3mila progetti finanziati, seguiti da Cina e, di poco indietro, dalla Russia – che fino al programma Horizon 2020 risultava quindi un partner molto rilevante per il sistema della ricerca europeo.

Per quanto riguarda le attività di collaborazione nell’innovazione misurata tramite i brevetti,
nel 2000 le attività di co-brevettazione degli Stati Uniti con i Paesi del G7 (Germania in testa) rappresentavano l’83% del totale. Nel 2021 questa quota scende al 48%. Simmetricamente nello stesso periodo cresce la quota delle collaborazioni realizzate con Cina e India che nel 2021 rappresentano, complessivamente, il 50% del totale.

Al contrario di quanto osservato per le pubblicazioni scientifiche, non si riscontra nei dati di
brevetto una flessione delle collaborazioni in campo tecnologico con la Cina negli anni suc-
cessivi al 2016, con l’eccezione del 2021. Questo sembrerebbe indicare che l’inerzia nelle
attività di collaborazione tra USA e Cina in ambito tecnologico, che sono state realizzate
prevalentemente dalle aziende, sia maggiore rispetto al caso delle collaborazioni nel campo
della ricerca scientifica.

Per i Paesi europei considerati gli USA rappresentano il principale partner. Tuttavia, mentre
per Francia e Germania tra il 2000 e il 2021 la quota di co-brevettazioni realizzata con gli USA diminuisce passando rispettivamente dal 41,3% al 35,4% e dal 51,7% al 44,4%, per l’Italia la stessa cresce dal 37,5% al 45,4%, con una forte accelerazione (13 punti percentuali) tra il 2010 e il 2021.

Significativa la crescita del peso delle co-brevettazioni con la Cina. In particolare per Francia e Germania la quota passa tra il 2000 e il 2021, rispettivamente, dall’ 1,7 al 10,2% e dall’1,8% al 13,6%. Nello stesso periodo l’Italia passa dallo 0,7% al 7,7%. Una quota che, al contrario di Francia e Germania, è leggermente inferiore a quella relativa alle collaborazioni con l’India (8,1%).

Queste evidenze empiriche presentate nel Rapporto acquisiscono particolare rilevanza
nell’attuale fase storica che si distingue per una forte ambivalenza. Da un lato, i continui progressi delle tecnologie digitali facilitano il trasferimento di dati e conoscenze, consentendo di coordinare le attività produttive e di ricerca in modo sempre più efficiente. Analogamente, fenomeni eminentemente globali, come, ad esempio, il cambiamento climatico, le pandemie, l’evoluzione demografica, lo sviluppo e la regolamentazione delle tecnologie di frontiera come l’Intelligenza Artificiale, chiamano in causa la necessità di rafforzare la cooperazione in ambito scientifico e di coordinare le politiche. Dall’altro, la crescita dei conflitti e delle tensioni geopolitiche spingono nella direzione opposta, favorendo l’adozione di politiche che riducono la possibilità di cooperare o rendono questa attività molto costosa/rischiosa.

In tale contesto, le dinamiche che caratterizzano le interazioni tra gli Stati divengono intrinsecamente e strutturalmente coopetitive. Di conseguenza, la strategia della Coopetizione per l’innovazione appare quindi la più adatta per affrontare le sfide poste dallo scenario attuale e futuro.

Su questo gli autori del Rapporto Strategico propongono la nozione di Sovranità Tecnologica
Coopetitiva: una Strategia strutturale e longitudinale in cui gli Stati competono per la leadership tecnologica e al contempo collaborano in modo consapevole e ponderato con altri Paesi alla generazione di tecnologie critiche essenziali, attraverso l’utilizzo di conoscenze complementari.

Per l’Unione Europea, si sottolinea, la Coopetizione può quindi diventare un approccio strut-
turale nella definizione e implementazione delle strategie dell’Unione Europea, in particolare
quelle riguardanti la Sovranità Tecnologica (Coopetitive Technological Sovereignty), la Sicu-
rezza Economica (Economic Security Strategy) e l’Autonomia Strategica Aperta (Open Stra-
tegic Autonomy).

L’adozione da parte dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri di un sistema di Governan-
ce della Coopetizione in grado di coinvolgere, ai vari livelli, le Istituzioni e le Organizzazioni
adibite alla definizione e all’implementazione delle Politiche, può rappresentare lo strumento operativo per valutare di volta in volta l’intensità dei rischi e delle opportunità derivanti dalle attività di collaborazione. Questo riguarda, tra gli altri, la valutazione delle partnership sia all’interno sia all’esterno dell’UE per lo sviluppo delle filiere strategiche, lo screening degli Investimenti Diretti Esteri sia in entrata sia in uscita, il procurement pubblico, le attività di collaborazione nel campo della ricerca e del trasferimento tecnologico.

In base alle analisi sviluppate, nella quinta e ultima parte del Rapporto vengono fornite indicazioni di Policy per definire una strategia nazionale ed europea in grado di favorire dinamiche coopetitive tra aree economiche diverse e tra le aziende. Nel dettaglio queste riguardano: la diffusione all’interno delle organizzazioni sia pubbliche che private di una cultura organizzativa della Coopetizione; lo sviluppo di un sistema di incentivi pubblici finalizzato a promuovere attività di Coopetizione: l’adozione di un approccio antitrust in grado di favorire processi coopetitivi per l’innovazione; lo sviluppo di ecosistemi dell’innovazione per stimolare la collaborazione tra aziende, università, istituti di ricerca e Istituzioni pubbliche; la creazione di consorzi tra aziende concorrenti; il procurement pubblico sia in termini di driver che di beneficiario delle attività coopetitive; il sistema nazionale ed europeo di diplomazia scientifica e tecnologica; la valorizzazione delle sinergie pubblico-privato.