La sessione della CSW celebra il 30° anniversario della Dichiarazione e della Piattaforma d’azione di Pechino del 1995. In vista di questo importante appuntamento eurodeputati ed eurodeputate hanno tenuto a ribadire l’impegno dell’UE in favore dei diritti delle donne con una risoluzione votata il 19 dicembre 2024 (322 voti favorevoli, 163 contrari e 46 astensioni) che sollecita l’UE e i singoli Stati membri a riaffermare il proprio impegno per la Dichiarazione di Pechino, definita come una vera e propria “Carta internazionale dei diritti delle donne”.
Il Parlamento ha denunciato con forza i tentativi di limitare o rimuovere le tutele esistenti in materia di uguaglianza di genere, sottolineando l’avanzata di movimenti anti-diritti a livello globale.
L’Unione europea è quindi esortata a essere di esempio, promuovendo i diritti delle donne nelle proprie politiche interne ed esterne. È necessario, si legge nella risoluzione, garantire che i diritti delle donne e delle ragazze siano un elemento centrale dell’azione esterna dell’Unione europea, supportando al contempo i paesi partner nell’eliminazione delle discriminazioni di genere.
La risoluzione propone misure concrete per garantire pari opportunità in ogni aspetto della vita, richiamando l’attenzione su diversi ambiti:
- Bilancio di genere e politiche di genere: integrare una prospettiva di genere in tutte le politiche dell’UE e raccogliere dati disaggregati per migliorare la pianificazione delle politiche in ottica di genere.
- Lotta alla povertà femminile: affrontare le cause profonde della povertà femminile, con particolare attenzione alle donne che vivono in aree rurali.
- Parità salariale e leadership politica: garantire pari retribuzioni e pensioni eque e promuovere una maggiore partecipazione e ruoli di leadership delle donne in politica.
- Educazione e imprenditorialità: incoraggiare l’accesso all’istruzione, alla formazione e al lavoro, sostenendo l’imprenditoria femminile e l’autonomia economica delle donne.
- Sanità: assicurare a tutte le donne l’accesso ai servizi sanitari, compresi quelli legati alla salute riproduttiva, alla contraccezione e all’aborto sicuro e legale.
Tra le priorità sottolineate dalla risoluzione parlamentare l’urgenza di rafforzare le misure contro ogni forma di violenza di genere – domestica, sessuale, psicologica ed economica – sia online che offline. È stato ribadito l’invito agli Stati membri a adottare rapidamente la Convenzione di Istanbul, strumento chiave per combattere la violenza contro le donne. Eurodeputate ed eurodeputati hanno inoltre richiamato l’attenzione sull’impatto della violenza online sulla salute mentale delle donne e proposto l’adozione di una definizione universale di stupro che si basi sul consenso della donna.
Dopo il voto, Lina Gálvez, relatrice e presidente della Commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere, ha evidenziato l’urgenza dell’impegno sollecitato “Al ritmo attuale, serviranno 286 anni per colmare i divari di protezione legale e rimuovere le legislazioni discriminatorie per le donne a livello globale. Il Parlamento europeo vuole che i diritti delle donne siano presi sul serio in tutte le aree politiche. Ciò è più importante che mai, tenuto conto del contraccolpo globale contro i diritti delle donne, inclusi quelli sessuali e riproduttivi.”
La sessione ONU di marzo rappresenterà un’occasione cruciale per valutare i progressi e le sfide nell’implementazione della Dichiarazione di Pechino. In un contesto globale segnato da crescenti opposizioni ai diritti delle donne, l’UE punta a riaffermare il proprio ruolo di guida nella lotta per l’uguaglianza di genere, consapevole che la strada verso una piena parità è ancora lunga.