Bruxelles stringe sulla comunicazione societaria di sostenibilità. Le nuove proposte della Commissione

La Commissione europea accelera sul fronte della finanza sostenibile. Nell’ambito del Pacchetto Omnibus di febbraio 2025, l’esecutivo comunitario ha presentato l’avvio di una serie di misure volte a migliorare e semplificare l’attuale quadro normativo, con l’obiettivo di renderlo più chiaro, efficiente e accessibile per le imprese europee. Le iniziative si concentrano in particolare sulla Direttiva sulla comunicazione societaria di sostenibilità (CSRD), sulla tassonomia UE per la finanza sostenibile e sulla normativa relativa alla trasparenza nel settore finanziario.

Tra i provvedimenti chiave, spicca il cosiddetto “Stop the clock”, ossia il rinvio di due anni – fino al 2028 – degli obblighi di rendicontazione per molte aziende attualmente rientranti nel perimetro della CSRD. Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno già dato il via libera, e ora spetta agli Stati membri recepire la norma a livello nazionale entro la fine del 2025.

Al centro dell’attenzione anche la proposta di riduzione del campo di applicazione della direttiva: circa l’80 per cento delle aziende verrebbe escluso, con il mantenimento degli obblighi solo per le imprese con più di 1.000 dipendenti. Inoltre, la rendicontazione secondo la tassonomia UE diventerebbe volontaria per le aziende con fatturato annuo inferiore a 450 milioni di euro. La proposta è attualmente all’esame del Parlamento e del Consiglio.

Un’ulteriore novità riguarda le PMI escluse dalla CSRD: per queste imprese, la Commissione propone l’adozione di uno standard volontario basato sul modello elaborato da EFRAG. L’obiettivo è creare uno strumento snello, che limiti le richieste di informazioni da parte di soggetti obbligati alla CSRD nei confronti delle piccole imprese della loro catena del valore globale. Nel frattempo, Bruxelles prevede di pubblicare a breve una raccomandazione sull’uso di tali standard volontari.

L’esecutivo comunitario ha inoltre annunciato una profonda revisione degli standard europei di rendicontazione di sostenibilità (ESRS). Si punta a ridurre significativamente il numero di indicatori richiesti, a chiarire le disposizioni attualmente ambigue e a migliorare l’allineamento con altre normative. EFRAG dovrà presentare una bozza rivisitata entro il 31 ottobre 2025. Nell’attesa, la Commissione intende approvare un atto delegato “quick-fix” per garantire che le imprese obbligate alla rendicontazione dal 2024 non debbano fornire ulteriori informazioni per gli anni successivi.

In parallelo, la Commissione ha messo mano anche alla Tassonomia UE delle attività economiche sostenibili. Una proposta di atto delegato prevede la semplificazione dei modelli di rendicontazione e l’esenzione dall’obbligo di riportare attività che rappresentano meno del 10% del fatturato aziendale. La consultazione pubblica si è chiusa a marzo 2025, e l’adozione dell’atto è attesa per giugno.

Si lavora anche alla revisione dei criteri di selezione della tassonomia, compresi quelli legati al principio del “non arrecare danno significativo”, con l’obiettivo di renderli più semplici e operativi. Le modifiche potrebbero entrare in vigore dal 2027, o già dal 2026 su base volontaria.

Infine, occhi puntati sulla revisione del Regolamento sulla trasparenza finanziaria (SFDR, Sustainable Finance Disclosure Regulation), in vigore dal 2021. Il regolamento obbliga operatori e consulenti finanziari a comunicare informazioni sulla sostenibilità a livello di entità e di prodotto. La revisione mira a migliorarne l’usabilità, a ridurre l’incertezza giuridica e a rafforzare la lotta contro il greenwashing. Una proposta ufficiale è attesa nel quarto trimestre del 2025.

Con questo pacchetto di riforme, Bruxelles punta a creare un equilibrio tra sostenibilità e competitività. L’obiettivo è offrire alle imprese un quadro normativo stabile e coerente, capace di attrarre investimenti e contribuire concretamente al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo.

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