Economia UE in ripresa moderata, ma il lavoro part-time rimane una sfida strutturale

L’economia dell’Unione europea mostra segnali di stabilizzazione, con una crescita dello 0,4% nel quarto trimestre del 2024 rispetto al trimestre precedente. Le previsioni indicano un’espansione moderata per il 2025, frenata tuttavia dalle persistenti incertezze geopolitiche e dalle difficoltà di competitività che ancora pesano su diversi settori produttivi.

Gli analisti della Commissione segnalano inoltre che l’inflazione, nonostante il lieve aumento degli ultimi mesi del 2024, prosegue l’andamento decrescente degli ultimi due anni.

Il report trimestrale sugli sviluppi occupazionali e sociali in Europa (ESDE Quarterly Review) analizza in particolare il mercato del lavoro dell’UE che nel periodo considerato si dimostra resiliente: l’occupazione è cresciuta dello 0,5% nel quarto trimestre, un rallentamento rispetto allo 0,8% del trimestre precedente, segno di una maggiore cautela da parte dei datori di lavoro. Ciò nonostante, il tasso di occupazione è rimasto al livello record del 75,9%, con ben otto Stati membri che hanno già raggiunto l’obiettivo occupazionale fissato per il 2030.

La carenza di manodopera continua a rappresentare una criticità. Gli indicatori relativi alle skills inutilizzate e ai posti vacanti non hanno subito variazioni, a fronte di una forza lavoro in crescita e di un tasso di disoccupazione ai minimi storici (5,7% a febbraio 2025).

Dal punto di vista delle famiglie, il terzo trimestre del 2024 ha registrato un miglioramento del reddito lordo disponibile, aumentato del 2,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo, insieme all’aumento dei salari, ha contribuito a ridurre la percentuale di nuclei familiari in difficoltà finanziaria, che a marzo 2025 si attestava al 15,7%. Tuttavia, le difficoltà restano rilevanti per le famiglie nelle fasce di reddito più basso.

La sezione tematica del rapporto trimestrale, si concentra su un fenomeno strutturale ancora irrisolto quello della sottoccupazione tra i lavoratori a tempo parziale. Circa un quinto dei lavoratori part-time nell’UE vorrebbe lavorare più ore, ma si scontra con vincoli istituzionali, di settore e personali.

Le differenze tra Paesi sono ampie: nei settori come l’alloggio, la ristorazione, l’intrattenimento e i servizi amministrativi, la domanda di lavoro a tempo parziale è elevata, ma spesso non corrisponde alle preferenze degli occupati. In particolare, i giovani sotto i 30 anni, i migranti e le persone con basso livello d’istruzione sono più esposti alla sottoccupazione nel part time, spesso a causa di opzioni occupazionali limitate.

Per gli uomini, il lavoro a tempo parziale è raramente una scelta volontaria, mentre per molte donne e lavoratori più anziani, vincoli legati alla cura familiare o a problemi di salute riducono la possibilità di lavorare più ore. Di conseguenza, la sottoccupazione può indicare sia inefficienze evidenti del mercato del lavoro, sia problemi nascosti legati a ostacoli strutturali e culturali.

Affrontare la sottoccupazione richiederà, secondo gli esperti della Commissione, un ampio ripensamento delle politiche europee: dalle riforme fiscali alla parità salariale, dalla promozione del riequilibrio di genere nel lavoro part-time all’ampliamento dell’offerta di servizi di assistenza per l’infanzia e per la terza età, e soprattutto le politiche a sostegno dei gruppi più vulnerabili. I numeri apparentemente positivi dell’occupazione celano disuguaglianze persistenti e il sottoutilizzo del potenziale lavorativo che l’UE, in un contesto di transizione economica e demografica, non può permettersi di ignorare.