Sanità. Come costruire un futuro più efficace e sostenibile?

A queste ed altre domande  hanno risposto i relatori intervenuti alla presentazione dell’ultimo rapporto di Randstad Research, “Il futuro delle professioni mediche e infermieristiche in Italia: un settore in trasformazione.”, con un focus sulle competenze chiave per i professionisti del settore sanitario.

“Il futuro del Servizio sanitario nazionale dipenderà dalla capacità di affrontare le sfide con una visione strategica – ha spiegato Emilio Colombo, coordinatore del Comitato scientifico di Randstad Research – Le tecnologie digitali stanno cambiando la professione medica e servono investimenti mirati non solo in infrastrutture, ma anche in capitale umano”.

E nell’abstract della ricerca si legge “Il settore sanitario italiano è di fronte a una svolta. L’invecchiamento della popolazione, le nuove frontiere della tecnologia, la necessità di ripensare modelli organizzativi e percorsi di cura: sono solo alcune delle sfide che ridisegnano i contorni del sistema sanitario e le competenze dei suoi protagonisti”.

Ma cosa emerge dal rapporto? Nonostante 1,67 milioni di occupati, pari a circa il 7% dell’occupazione nazionale, il personale sanitario italiano oggi non è adeguato ad affrontare le sfide di un settore in profonda trasformazione. Il problema non è solo la carenza numerica, ma anche qualitativa: a medici e infermieri servono nuove competenze.

Quali? Per i medici: capacità gestionali e amministrative per la gestione dei dati sanitari, competenze digitali di base e avanzate, pensiero critico per l’interpretazione dei risultati algoritmici, mediazione e comunicazione, etica nell’uso dell’intelligenza artificiale.

Per gli infermieri: competenze specialistiche avanzate, cliniche e gestionali, gestione globale dell’assistito, capacità digitali per strumenti amministrativi e telemedicina, adattabilità a nuovi modelli organizzativi.

E per entrambi, apertura al cambiamento, leadership, pensiero laterale, lavoro di squadra. Non per ultima, competenze  manageriali in pianificazione aziendale, economia sanitaria, e public speaking. Il coordinamento tra professionisti, ostacolato dall’elevata specializzazione, rappresenta un punto debole dell’attuale sistema.

Quali saranno, quindi, secondo il Report, le professioni del futuro? Randstad ha individuato  nuove professioni sanitarie, raggruppandole in cinque ambiti che rispecchiano le principali direttrici di evoluzione. Il primo riguarda le professioni sanitarie e infermieristiche avanzate, che includono profili come l’infermiere specialista in gestione del dolore, quello esperto in rischio infettivo o l’advanced practice nurse, ma anche nuovi ruoli medici come il chirurgo da remoto o il medico specializzato in intelligenza artificiale per la prevenzione.

Un secondo ambito è quello della tecnologia applicata alla sanità, con figure come sviluppatori di Ai per la diagnosi oncologica o ingegneri di chirurgia robotica. A seguire, l’area dell’economia e della gestione sanitaria, dove emergono ruoli strategici come il clinical project manager o il patient journey manager.

Un altro fronte è quello della ricerca, che include nuove professionalità legate alla biochimica, alla nanotecnologia e alla linguistica computazionale. Infine, esistono professioni trasversali e ibride, come il produttore di protesi mioelettriche, solette intelligenti, e specialisti della care economy, che dimostrano quanto il concetto di cura stia superando i confini tradizionali del settore.

Dalla qualità alla quantità.  Il settore sanitario conta oggi su una forza lavoro femminile per il 66,8%. Gli occupati sono concentrati soprattutto tra i 45 e i 54 anni (26%) e i 35-44 anni (23,5%). Solo il 2,5% ha meno di 25 anni, mentre il 4,9% ha oltre 65 anni, dato che segnala il ricorso a personale anziano per compensare la carenza di giovani.

La sfida è pertanto duplice: aggiornare chi già opera nel sistema e attrarre nuove leve con un’offerta formativa aggiornata e percorsi più stimolanti. Non si tratta solo di compensare una carenza numerica, ma di preparare il sistema sanitario al futuro.