Il Discorso sullo Stato dell’Unione 2026, pronunciato dalla Presidente Ursula von der Leyen di fronte al Parlamento europeo il 10 settembre, non si è limitato a un bilancio dell’anno trascorso, ma ha offerto una visione strategica e profonda, in cui ogni politica interna è stata iscritta in un più ampio contesto geopolitico. Il messaggio centrale è chiaro: l’Europa è in lotta per la propria libertà, indipendenza e per il proprio futuro. In un panorama internazionale caratterizzato da ambivalenza e in alcuni casi aperta ostilità da parte delle grandi potenze, l’Unione europea è chiamata ad assumere un ruolo più proattivo e a rafforzare la propria autonomia su più fronti, dalla difesa all’economia, dalla tecnologia all’energia.
La risposta alla guerra in Ucraina e la sfida di Mosca
La guerra di aggressione russa contro l’Ucraina si conferma il catalizzatore principale di molte delle iniziative europee. La Presidente von der Leyen ha sottolineato la necessità di aumentare la pressione su Mosca, sia per spingerla a negoziare, sia per far ricadere su di essa i costi dell’aggressione. A tal fine, è stato annunciato un diciannovesimo pacchetto sanzionatorio basato su due azioni cruciali: l’eliminazione accelerata dei combustibili fossili russi e l’individuazione della “shadow fleet” (la flotta di navi che elude le sanzioni per trasportare combustibili russi). A livello finanziario, la Commissione intende finanziare lo sforzo bellico ucraino attraverso i profitti derivanti dagli asset russi immobilizzati, senza confiscare il capitale. Questo meccanismo, che prevede l’erogazione di un prestito all’Ucraina, invia un segnale inequivocabile: la ricostruzione del Paese deve essere pagata dalla Russia stessa.
La difesa europea come pilastro dell’autonomia strategica europea
La lezione ucraina ha convinto l’Unione europea della necessità di non poter più dipendere unicamente da alleati esterni per la propria sicurezza. Pur ribadendo la centralità della NATO, la presidente von der Leyen ha lanciato un appello per una “posizione di difesa europea forte e credibile”, che si traduce in azioni concrete e investimenti su larga scala. Il piano Readiness 2030 punta a mobilitare fino a 800 miliardi di euro in investimenti nel settore della difesa, comprensivi dei 150 miliardi del programma SAFE per gli acquisti comuni di equipaggiamento. Dal punto di vista geopolitico, queste iniziative sono una risposta diretta alla minaccia russa sul fianco orientale dell’Europa. La presentazione del progetto Eastern Flank Watch, che prevede capacità strategiche autonome, sorveglianza spaziale e un “muro di droni”, dimostra come la strategia europea si stia evolvendo da un approccio reattivo a uno proattivo, volto a proteggere e stabilizzare la propria area di influenza. La proposta di istituire un Semestre europeo della difesa formalizza l’integrazione delle politiche di difesa nella governance dell’UE.
Competitività, sovranità tecnologica e la transizione verde
L’indipendenza dell’Europa non è solo una questione militare, ma si basa sulla sua capacità di competere in un’economia globale sempre più complessa. L’Unione riconosce che le dipendenze strategiche, soprattutto in ambito tecnologico, rappresentano una vulnerabilità. Per questo, l’investimento massiccio in tecnologie digitali e pulite è un’azione intrinsecamente geopolitica. L’investimento in quantum, intelligenza artificiale e biotech, supportato da programmi come Horizon Europe, mira a ridurre la dipendenza da potenze esterne, come Stati Uniti e Cina, in settori che definiranno il futuro economico e militare. La Commissione intende favorire la crescita interna di AI Gigafactories e il lancio del Scaleup Europe Fund in partnership con investitori privati, per contrastare la fuga di capitali e talenti.
La Green Transition viene ridefinita non solo come un imperativo ambientale, ma come una strategia di indipendenza energetica e industriale. L’Europa mira a diventare leader globale nelle tecnologie pulite, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili russi e creando un nuovo ciclo virtuoso di produzione e domanda interna. Il Clean Industrial Deal, il Battery Booster package e l’Industrial Accelerator Act sono strumenti concreti con cui la Commissione intende sostenere la produzione europea e rafforzare la posizione dell’UE sul mercato globale.
Il Mercato Unico come strumento di potere geopolitico
La Presidente von der Leyen ha ribadito che il Mercato Unico, pur essendo il maggiore patrimonio dell’UE, resta incompleto. Le barriere interne rappresentano non solo un problema economico, ma una debolezza strategica che ostacola l’integrazione e la capacità dell’Europa di agire come un’unica entità a livello globale. La Single Market Roadmap al 2028 con obiettivi chiari su capitale, servizi e telecomunicazioni, è una mossa per colmare queste lacune e rafforzare la sovranità economica dell’Unione. Anche la strategia commerciale globale dell’UE è stata presentata sotto una lente geopolitica. Di fronte alle sfide poste dalla crescente influenza di attori come la Cina e la Russia, la Commissione intende rafforzare la diversificazione delle partnership commerciali, stringendo accordi con Paesi come l’India, il Messico e il Mercosur. L’obiettivo non è solo aprire nuovi mercati, ma anche rafforzare le catene di approvvigionamento europee, ridurre le dipendenze e consolidare il ruolo dell’Europa come partner affidabile e innovativo in un contesto globale incerto.
Le politiche sociali come fondamento della resilienza
Il discorso sullo stato dell’Unione ha riconosciuto che la forza dell’Europa non si misura solo in termini militari o economici, ma anche nella coesione e nel benessere dei suoi cittadini. Le iniziative sociali, come il Quality Jobs Act, la strategia anti-povertà e il Piano europeo per l’abitazione accessibile, sono presentate come essenziali per rafforzare le società europee e il loro modello sociale. Una popolazione resiliente e protetta è la base per la stabilità interna, che a sua volta è un prerequisito fondamentale per un’azione efficace sulla scena internazionale.
Anche le politiche sulla migrazione e la gestione delle frontiere vengono inquadrate in termini di protezione e rafforzamento della democrazia europea, con un aumento dei fondi e l’obiettivo di un sistema umano, ma efficace. Questo approccio riconosce che la gestione delle sfide interne è inscindibile dalla proiezione esterna dell’Unione.
Per gli investitori pubblici, le priorità della Commissione europea per il prossimo anno si traducono in un piano di investimenti strategici su larga scala con particolare attenzione – come anticipato – alla difesa, alla tecnologia e alla transizione energetica. Ne sono esempi: il piano Readiness 2030, il programma SAFE, il raddoppio della dotazione del programma Horizon Europe nel settore tecnologico, il Fondo per la Competitività per gli investimenti massicci in ambiti cruciali come il quantum, l’IA e il biotech. Un’attenzione specifica è riservata alle startup ad alto potenziale attraverso il citato Scaleup Europe Fund che prevede il partenariato con investitori privati.
Anche la transizione verde è al centro dell’azione, con il Battery Booster package che offre 1,8 miliardi di euro di equity per stimolare la produzione europea di batterie. Infine, il nuovo Piano europeo per l’abitazione accessibile e la revisione delle regole sugli aiuti di Stato apriranno significative opportunità di investimento nel settore immobiliare e delle costruzioni.
Per i liberi professionisti, le priorità della Commissione offrono significative opportunità professionali e una notevole semplificazione normativa. Il massiccio investimento in IA, quantum e biotech apre nuovi mercati e posizioni per professionisti con competenze specialistiche in questi settori. L’introduzione di strumenti come l’euro digitale e la semplificazione normativa dei pacchetti “omnibus” che mirano a ridurre i costi burocratici di 8 miliardi di euro all’anno, renderanno più snelle le attività lavorative e le transazioni. Il Quality Jobs Act mira a migliorare la qualità complessiva del lavoro, il che può tradursi in condizioni più stabili e un sistema di protezione sociale più solido. Nuove opportunità sono previste anche per i professionisti dei media, grazie al Media Resilience Programme che supporta il giornalismo indipendente, e per chi opera nel settore delle costruzioni, con il Piano europeo per l’housing accessibile che mira a stimolare la costruzione di nuove abitazioni e residenze. La Commissione intende anche lanciare iniziative per facilitare la portabilità delle competenze, un aspetto cruciale per i professionisti che operano a livello transnazionale.







